sabato 3 marzo 2018

i soliti sospetti

Il silenzio elettorale ? Immagino che valga solo per chi vota.
Quindi, continuo anche oggi a scrivere qualcosa su queste elezioni.
Ieri Berlu ha avuto la faccia di dire in tv che 'chi non va a votare va guardato con sospetto'.
Sinceramente mi sembra che sia più logico e sensato avere dei sospetti, e gravissimi, se qualcuno va a votare e soprattutto se prosegue a votare proprio per lui.
Ma anche questo intervento può farci capire quanto il vero e unico avversario di tutti i politici si chiami proprio Astensione.
Gli altri antagonismi dichiarati, per esempio quelli tra destra e sinistra, voto utile e inutile, europeisti e antieuropeisti, vecchi e nuovi, sono solo apparenti e servono soltanto a nutrire il tifo sportivo automotivante di chi non riesce ad abbandonare quella 'illusione delle alternative' di cui parlano ampiamente Watzlawick, Beavin e Jackson alla fine di Pragmatica della comunicazione umana.

Che cosa sta per accadere, dopo il 4 marzo ?
Si realizzerà la profezia che si autoavvera.
Al di là degli schieramenti espressi e sui quali si viene chiamati a votare, esistono di fatto due schieramenti profondi, dalle premesse comuni, trasversali alle liste.
Da un lato le forze della conservazione, della 'responsabilità prima di tutto', della ragion di stato, dello status quo rassicurante, garanti dell'ordine finanziario dei mercati: PD e i suoi inconsistenti alleati, Forza Italia, una parte di LEU (Bersani e D'Alema).
Queste forze faranno insieme anche il prossimo governo.
Per questo è stata fatta questa legge elettorale e così andrà.

Dall'altro lato le forze della protesta, dell'alternativa, del dissenso, della delusione, della insoddisfazione sullo status quo, degli anti-sistema: Cinque stelle, Lega, Fratelli d'Italia ed altri fascisti, Potere al popolo (che neppure avrà eletti), una parte di LEU (che andrà verso un'ulteriore scissione con l'altra parte, quella 'governista). Più tutti gli astensionisti, e le schede bianche e nulle.
Questa seconda fascia non andrà a governare, se non per frammenti che sceglieranno di sostenere il governo, ma a discapito dei loro partiti di riferimento.
A differenza dell'altro gruppo non sono uniti né unificabili su quasi niente.
E questa legge elettorale, oltre che la storia politica italiana, li condanna alla marginalità e all'esclusione da qualunque prospettiva di governo.

Voi direte: a meno che non vincano di brutto, o anche di poco, il centrodestra o i grillini.
(Escludendo, a ragion veduta, che possa arrivare a vincere il PD, ovviamente, che mi pare -e giustamente- in caduta libera).
Ma non credo proprio che questo possa accadere, sinceramente.



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