Il silenzio elettorale ? Immagino che
valga solo per chi vota.
Quindi, continuo anche oggi a scrivere
qualcosa su queste elezioni.
Ieri Berlu ha avuto la faccia di dire
in tv che 'chi non va a votare va guardato con sospetto'.
Sinceramente mi sembra che sia più
logico e sensato avere dei sospetti, e gravissimi, se qualcuno va a
votare e soprattutto se prosegue a votare proprio per lui.
Ma anche questo intervento può farci
capire quanto il vero e unico avversario di tutti i politici si
chiami proprio Astensione.
Gli altri antagonismi dichiarati, per
esempio quelli tra destra e sinistra, voto utile e inutile,
europeisti e antieuropeisti, vecchi e nuovi, sono solo apparenti e
servono soltanto a nutrire il tifo sportivo automotivante di chi non
riesce ad abbandonare quella 'illusione delle alternative' di cui
parlano ampiamente Watzlawick, Beavin e Jackson alla fine di
Pragmatica della comunicazione umana.
Che cosa sta per accadere, dopo il 4
marzo ?
Si realizzerà la profezia che si
autoavvera.
Al di là degli schieramenti espressi e
sui quali si viene chiamati a votare, esistono di fatto due
schieramenti profondi, dalle premesse comuni, trasversali alle liste.
Da un lato le forze della
conservazione, della 'responsabilità prima di tutto', della ragion
di stato, dello status quo rassicurante, garanti dell'ordine
finanziario dei mercati: PD e i suoi inconsistenti alleati, Forza
Italia, una parte di LEU (Bersani e D'Alema).
Queste forze faranno insieme anche il
prossimo governo.
Per questo è stata fatta questa legge
elettorale e così andrà.
Dall'altro lato le forze della
protesta, dell'alternativa, del dissenso, della delusione, della
insoddisfazione sullo status quo, degli anti-sistema: Cinque stelle,
Lega, Fratelli d'Italia ed altri fascisti, Potere al popolo (che
neppure avrà eletti), una parte di LEU (che andrà verso
un'ulteriore scissione con l'altra parte, quella 'governista). Più
tutti gli astensionisti, e le schede bianche e nulle.
Questa seconda fascia non andrà a
governare, se non per frammenti che sceglieranno di sostenere il
governo, ma a discapito dei loro partiti di riferimento.
A differenza dell'altro gruppo non sono
uniti né unificabili su quasi niente.
E questa legge elettorale, oltre che la
storia politica italiana, li condanna alla marginalità e
all'esclusione da qualunque prospettiva di governo.
Voi direte: a meno che non vincano di
brutto, o anche di poco, il centrodestra o i grillini.
(Escludendo, a ragion veduta, che possa
arrivare a vincere il PD, ovviamente, che mi pare -e giustamente- in
caduta libera).
Ma non credo proprio che questo possa
accadere, sinceramente.
Nessun commento:
Posta un commento