Bisogna sempre ricordare che
quando Noè iniziò a costruire
l'Arca
non era ancora cominciato a piovere.
M. Twain
Abbiamo vissuto per decenni nel delirio
della globalizzazione senza freni.
Il suo mantra declamava la sua
inesorabilità, irreversibilità, ineluttabilità.
Ad essa non c'erano alternative
possibili, praticabili, pensabili, neppure ipotizzabili.
Poi è arrivato Trump.
Poi è arrivato Trump.
Isolazionismo, protezionismo, dazi
doganali.
'America first ! E' in gioco la nostra
sicurezza nazionale !', declama.
Sino a quando a blaterare di 'Prima
gli italiani !' (o i francesi, o gli inglesi...) sono Salvini, la Le
Pen o Farage (gente che -per ora- conta ancora molto poco in termini
di governo delle nazioni) la globalizzazione e i mercati non avevano
molto da preoccuparsi.
Sino a quando è la Meloni a cianciare
di Fratelli e patrioti d'Italia l'effetto è minimo.
Ma se inizia a dirlo (e a farlo) il
Presidente degli Stati Uniti d'America, la solfa cambia.
E' un pazzo che sragiona ? E' solo un
fuoco di paglia e tra poco sarà costretto (dai mercati stessi ? Dai
suoi compatrioti repubblicani ? Dai cinesi ? Dall'Europa ?) a tornare
sui suoi passi ? E' solo una mossa tattica, o dettata da mera
retorica nazionalista ?
Non credo.
Il mondo sta cambiando e sta uscendo
definitivamente fuori dal controllo degli stati.
Se gli stati vogliono riprendere potere
devono erigere muri, ripristinare frontiere, rinchiudersi
autarchicamente, proteggere i propri cittadini contro 'gli altri'.
Ci si deve proteggere dalla libera
migrazione ed ora anche dalla libera circolazione di merci e denaro.
L'unica logica è quella dell'attaccare per difendersi, in
un'escalation simmetrica che è appena agli inizi.
Illusione ? Forse. Ed anche dolorosa e
terribile: porta e porterà guerra e distruzione, come sempre nella
storia, anche recente.
Ma non era un'illusione anche pensare
ad un mondo senza limiti, in cui persone, merci e denaro potessero
girare e muoversi senza requie e senza regole ?
La deregulation ipercompetitiva è alla
lunga molto selettiva nei suoi risultati (sempre più ricchissimi,
sempre più poveri e poverissimi), molto precaria nelle sue
conquiste, e molto deprimente per la vita che le persone sono
costrette ad assumere in società.
Per quanto pericolosi possano essere il
'terrorismo' e lo 'scontro di civiltà', la vera minaccia all'ordine
mondiale giunge ora proprio dal suo interno, e non più da
fantomatici 'nemici' o alieni.
Il sistema capitalista, giunto alla sua
fase estrema, non può fare a meno di trincerarsi in se stesso, così
come il sistema politico-partitico non può che tentare di
richiudersi a riccio, nella sola speranza che passi la nottata.
Da tempo lo sostengo: passo dopo passo,
stanno saltando tutte le possibilità di mediazione ed ognuno procede
a fare soltanto quel che gli conviene, ora e subito, e solo per sé.
Ogni stato protegge solo se stesso,
ogni partito pensa solo a se stesso, ogni famiglia fa solo il suo.
Ecco perchè, tornando a casa nostra,
non credo che si arriverà ad un governo di Lega o M5S.
Non lo possono certo dire (ma si sa):
Mattarella, UE, Berlu e Renzi non lo vogliono proprio.
E non vogliono tornare a nuove
elezioni, che sarebbero un massacro definitivo.
Ma non possono, visti i voti, neppure
fare il governo da loro preferito: di larghe intese, a guida PD (+ o
– Forza Italia che sia).
E quindi ?
Si cercherà di fare un governo, col
solito terzo incomodo (comodo), spacciato per 'super partes' (e come
no ?), che riesca a spaccare Lega e/o M5S (con una loro parte che
vota a favore ed un'altra contro), richiamati da urgenze-emergenze
economico-finanziarie sapientemente orchestrate dalla troika e anche
dalla banale, ma potente, esigenza dei parlamentari neoeletti a
restare più a lungo possibile sugli scranni appena conquistati.
Solo chi ha vinto le elezioni, alla
fine, pagherà dazio.
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