mercoledì 21 marzo 2018

50.000.000



Pare proprio che Sarkozy abbia ricevuto sotto banco più di 50 (ma qualche tv dice -solo?- 5) milioni di euro dal famigerato colonello Gheddafi per favorire la propria corsa elettorale (vincente) contro la Royale.
Sì, proprio da quel despota che -qualche anno dopo aver ricevuto il malloppo- avrebbe bombardato, perseguitato e fatto uccidere senza remore né rimpianti.
Sapevamo giù che tipo di pasta d'uomo era Sarkozy, bastava guardarlo.
E sapevamo già perchè si fanno le guerre: non per i diritti umani dei libici, per esportare la democrazia, e neppure soltanto per accaparrarsi delle risorse.
No, si fanno anche per proteggere i propri interessi personali, gli scheletri nell'armadio e le proprie bugie. Altro che statisti a servizio del popolo...

Pare proprio che Zuckerberg abbia venduto più di 50 milioni di profili a Steve Bannon, ex spin doctor di Trump, per condizionare positivamente la campagna elettorale (vincente) di quest'ultimo contro la Clinton.
Sì, proprio quel Zuckerberg che ciancia di social gratuiti e democratici, di reti orizzontali, libertà e anarcocapitalismo.
Sapevamo già a cosa servono Facebook, Tweeter, Snapchat e così via: non solo (e non soprattutto) a farci comunicare e a scambiarci like e foto, ma a farci diventare merce di scambio per chi ci domina, a nostra insaputa e grazie al generoso dono che facciamo loro di noi stessi.
Ora sappiamo chi sono i nostri nuovi despoti, davanti a quali gli stessi Sarkozy e Gheddafi, coi loro vecchi metodi, impallidiscono.

Pare proprio che Salvini e Di Maio si accorderanno per le presidenze delle Camere, spartendosele tra loro. Ma nessuno dei due permetterà mai che governi l'altro.
E FI e PD attendono che passino i loro cadaveri, per proporsi come alfieri del prode Mattarella nello sforzo di uscire dallo stallo e fare un governo terzo (già li sento: 'per il bene del paese', 'perchè ce lo chiede l'Europa', 'solo per fare una nuova legge elettorale'...): sappiamo già che così sono già arrivati Monti, Letta, Renzi e Gentiloni (che peraltro è ancora ben in sella, e ci resterà ancora un bel po', e forse anche sino alle prossime elezioni).
Alla faccia di più di 50 milioni di italiani, e del voto di di due terzi di loro che hanno avuto ancora la voglia e l'insipienza di andare a votare.






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