venerdì 19 gennaio 2018

perchè la verità non me l'hai detta mai...

Anche ieri Mattarella non è riuscito a trattenersi: ha sparato a zero contro gli astensionisti, quelli che non vogliono più farsi carico delle loro responsabilità civili e politiche, quelli che non collaborano e che stanno lì a criticare i politici, senza più partecipare alla cosa pubblica e che non vanno più neppure a votare.
Insomma, il problema della democrazia siamo noi.
I nemici della democrazia non sono i politici di professione, non sono le leggi ad personam, non sono le connivenze mafiose, non sono i potentati finanziari, non sono le burocrazie europee.
No, il vero nemico della democrazia sono gli astenuti.
Ma perchè la maggioranza dei popoli di tutta Europa sta scegliendo di astenersi ?
Trattare questo come causa della catastrofe democratica e non come effetto è evidentemente parziale e disonesto (non solo intellettualmente, sempre che la dimensione intellettuale abbia ancora un posto nella politica di oggi).
Come se le postdemocrazie o le democrature le avessimo inventate noi...!
Mattarella e i suoi amichetti di merenda dovrebbero avere almeno il senso del ridicolo.
Quando il lavoro manca, o è ingiusto, o mal pagato, si sciopera.
E allora perchè, davanti ad una democrazia carente, assente o tradita, non fare lo sciopero del voto ?

Anche ieri si è tenuto l'ennesimo corteo contro la violenza, questa volta rivolto al pericolo baby-gang. Ma perchè dei ragazzini di dodici anni bullizzano i compagni, o li rapinano per strada ?
La soluzione: più scuola, più socializzazione, e pene più pesanti (subito Minniti ha parlato- anche qui!- di terrorismo minorile...).
Come se la violenza non covasse proprio nella società e nella scuola, col loro carico di sopraffazione, di arbitrio, di gerarchia, di non senso, di compiti senza relazioni, di non ascolto.
Com'è che i ragazzini imparano, sempre più precocemente e sempre più spietatamente, che la violenza funziona, vince, fa ottenere soldi, risultati, successo sociale ?
Non sarà che gli stessi meccanismi della produttività, dell'utilitarismo, dell'individualismo, del consumismo e della competizione (tutti 'valori' oggi ben presenti anche nella stessa scuola e in tutte le famiglie italiane) comportino un tasso di violenza tanto elevato e brutalmente gratuito ?
Ma anche qui è inutile cercare di fare un'analisi seria ed autocritica del sistema.
Meglio continuare a propagandare le false verità degli esperti, le ovvie parole d'ordine dei tutori dell'ordine, le assurde ricette degli specialisti specializzati soltanto nel dare ragione a se stessi contro ogni ragionevolezza.

Anche ieri il Parlamento si è riunito, per quanto sciolto.
Bisognava proseguire le missioni internazionali di pace ed iniziare quella nuova, in Niger.
22 missioni, che vanno avanti da anni, e che vanno necessariamente finanziate e rinnovate.
A differenza di altre urgenze, che possono attendere e per le quali il Parlamento non si riconvoca più, le guerre in corso richiamano tutti ai loro obblighi istituzionali, anche in piena campagna elettorale.
La guerra è da sempre la vera matrice della politica, questo è il segnale che ci arriva, brutalmente e cortesemente, addosso.
In Italia, così come dal Medio Oriente o dalle Coree.
Oggi ho iniziato a leggere 'Il libro contro la morte' di Elias Canetti.
Alcune sue frasi ci dicono già tutto su questo.

L'intima natura del potente consiste nel fatto che costui odia la propria morte, mentre la morte degli altri gli è non solo indifferente, ma perfino necessaria. Questa tensione fra la propria morte e quella degli altri è il suo carattere costitutivo.

Per tutto questo mese ho riflettuto sul trionfo dell'uccidere e del sopravvivere. Potrebbe sembrare che tutto il risultato della mia millantata ribellione sia la seguente constatazione: la morte degli altri è rinvigorente e perciò gradita...Come se ogni singola morte, chiunque la subisca, non fosse un delitto che si dovrebbe impedire con ogni mezzo!

Con tutta la forza della mia anima-ed è un'anima energica ed impetuosa- mi sono opposto alla guerra. Renderla per sempre impossibile è lo scopo conclamato della mia vita, scopo dal quale nulla mi potrà distogliere. Ma sentimenti simili, che pervadono interamente l'uomo, non sono atti a facilitare la comprensione della guerra dall'interno. Tutte le accuse mosse ad essa dall'esterno si sono rivelate inefficaci.Su questo punto uomini migliori di me hanno fallito. Bisogna aver la forza di entrare nelle fauci della guerra e, senza pietà, strapparle le viscere dal corpo. Chi è sopraffatto dal disgusto, ancor prima che essa apra la bocca, costui è meglio che la scansi e si dia al bel canto...

Un orrificante senso di pace sopravviene in noi quando vediamo sempre più gente cadere intorno a noi. Si diventa completamente passivi, non si restituisce più il colpo, si diventa pacifisti nella guerra contro la morte e le si porge sia l'altra guancia sia la prima persona che capita. Da questo, da questa spossatezza, da questa inermità, le religioni traggono il loro capitale.
La condanna a morte universale all'inizio della Genesi contiene, in buona sostanza, tutto ciò che va detto sul potere, e non c'è nulla che non possa non esserne dedotto.

Se il mare intero fosse avvelenato, così come tutte le altre acque, e gli uomini dovessero evitarne il contatto, perchè sarebbe mortale, allora, ma solo allora, si avrebbe davvero idea di che cosa significhi vivere oggi in questo mondo.

Qualsiasi cosa tu abbia pensato a proposito della morte, oggi non è più valida. Con un enorme balzo, essa ha raggiunto un potere di contagio quale mai ebbe prima. Oggi è realmente onnipotente, oggi è veramente Dio.
La guerra si è spostata nello spazio siderale, la Terra tira un sospiro di sollievo prima della sua fine.

Le guerre si fanno per amore della guerra. Finchè non si ammetterà questo, non si riuscirà mai a combattere veramente contro le guerre.









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