Vivi ha la voglia
ed il coraggio di avviare davvero una campagna per l'astenzionismo
(astensionismo situazionista) e questo è il suo primo appello di
sensibilizzazione al 'nostro' mondo.
I veri problemi
infatti, e le peggiori resistenze all'idea stessa, vengono e verranno
proprio dall'ambito auto-sedicente 'progressista e di sinistra'.
Qui risiede oggi
una parte significativa di conservatorismo, che mostra perlomeno due
facce:
-la prima è quella
della mitologia elettorale, quale cardine e conquista irrinunciabile
della democrazia, unica garanzia di partecipazione e di controllo sul
potere politico, manifestazione decisiva e primaria della propria
libertà ed espressione sociale.
Nonostante le
decennali, ormai quasi secolari, esperienze dirette, tali da
dimostrare ampiamente la fallacia di questi ragionamenti, e la
mistificazione crescente e sempre più sfacciata che sta dietro
proprio all'equazione democrazia= elezioni/ elezioni=democrazia, una
gran parte delle persone che ancora votano (e vorrebbero votare) a
sinistra credono alla necessità di farlo solo a partire da questa
visione, che reputo -alla prova dei fatti- sinceramente
conservatrice.
-la seconda faccia
è quella, ancora più triste e trista, ancora più ristretta,
ricolma di nostalgia per un passato che non torna: chi crede (o finge
di, o prova disperatamente a credere che...) valga ancora una volta
la pena di votare per una sinistra unita, per i soliti noti rimessisi
im campo, la cui miglior sorte potrà essere quella di partecipare ad
un governo col PD e la peggiore quella di non contar nulla di nulla,
stracciati dall'esito elettorale.
Quelli che si sono
messi insieme in LEU rappresentano in pieno il partito conservatore
della sinistra. Anche ammesso che siano in buona fede nel loro
intento ( e certamente lo sono tanti che vorrebbero votarli),
sostenere col voto la loro causa (e la loro eventuale elezione)
significa favorire ulteriormente solo un processo di mantenimento
dello status quo, l'ennesima foglia di fico che copre le vergogne di
un sistema politico ormai giunto alla catastrofe, e che avrebbe
bisogno invece di una bella spallata per crollare.
Il meno peggio
continua ad albergare tra loro, con due conseguenze nell'aria: che
avranno il peggio e che, richiamati dal voto utile, cioè vincente,
molti di loro alla fine andranno di nascosto a votare Renzi.
Detto questo,
l'idea si scontrerà contro altre due grandi difficoltà:
-chi vota Cinque
Stelle crede che sia la volta buona, e quindi vuole assolutamente
andare a votare; sarà un fallimento, e perderemo altri cinque anni
di legislatura, in mano a un nuovo o vecchio Gentiloni, in mano a sua
volta alla BCE; ma, al momento, ci vogliono provare ed è impossibile
portarli verso posizioni di astensione, seppure attiva;
-la gran parte di
chi si astiene già è talmente stanco e scazzato che non so quanto
avrà voglia di fare il passo in più che qui si richiede. Per quanto
'facile' dal punto di vista del gesto in sé, quel che qui si
richiede è un salto di consapevolezza forte ed impegnativo rispetto
alla propria scelta di astenersi privatamente e clandestinamente,
così come si è fatto sinora.
Presuppone una
scelta di non collaborazione attiva e di resistenza passiva al male.
Presuppone una
decisione etica pubblica.
Roba non da poco,
di questi tempi.
Ma la proposta va
fatta, ora.
Anche solo per
vedere chi ci sta a mettersi in gioco, con spirito ludico e un po'
sbarazzino, come si addice ad un bel situazionismo essenzialmente
inteso.
E' il momento di
provare a dire insieme: punto e a cap !
Fateci sapere che ne pensate, anche attraverso il blog...
c
ar*,
vi
invio ques
ta mail
per incominciare
davvero
a giocare pubblicamente -e richiamare al gioco pubblico- con chi (singoli,gruppi, associazioni etc...) per le più varie emozioni e motivazioni si vuole astenere dal votare il 4 marzo.
questa idea non è diffusa pubblicamente,non so ancora e non voglio immaginarne da sola le vie d'innesco e gli spazi di partecipazione iniziali.
se ti-vi scrivo è proprio perchè vorrei sapere che ne pensi,leggi giù e dimmi pure se ci stai.
ci vediamo, pensiamo a belle vie pubbliche d'incipit...?
pronta a co-costruirla insieme e coordinarci
,
a breve mail per un primo incontro collettivo
v.
**********************
MI ASTENGO: un film in 2 (g)ATTI?
L'idea è quella di prendere la situazione del giorno delle elezioni come spazio-tempo di azione ed espressione pubblica di dissenzo politico, un dissenzo così serio e profondo da decidere di astenersi
andando al seggio, molto
lucidamente e
soprattutto molto
ludicamente.
Esercitiamo il diritto-dovere del voto ma in modo inconsueto,mi viene da dire in una sorta di obbedienza incivile...!
I PARTE
:
LUCIDA
Non staremo a casa, ma andremo ai seggi con le vibrisse sintonizzate,faremo la fila come tutt* con passo felpato irriconoscibili cittadin* modello,daremo il documento e la tessera,lo trascriveranno, solo quando ci ridaranno la scheda timbrata per entrare in cabina: dichiareremo il nostro diritto di astenzione e lo faremo registrare
sul verbale (pensate che è anche previsto lasciare un commento scritto che espliciti i perchè del voto di astenzione...da qui passerà la fantasia)
Astenersi dal voto è costituzionalmente previsto, quindi facciamo un gioco permesso dalla costituzione e mai giocato,chissà come mai...
Le regole della costituzione ve le metto il calce
(sono un aspetto su cui dovremo prepararci per agire, capire come meglio come diffonderle,ci dobbiamo preparare all'astenzione? un training astensionista?)
II PARTE
:
LUDICA
Un'idea che ci è venuta in mente sull'aereo di ritorno con enrico è quella di farla viaggiare attorno all'acronimo C.A.P.
Campagna Astensionismo Pubblico
per poi giocarci su ognun* come vorrà tipo:
Ho cambiato indirizzo, ho un nuovo CAP
Qual è il tuo CAP codice di avviamento politico?
CAPe diem!
Oggi al seggio fai un CAPolavoro
Prendiamo CAPre e cavoli (pensano che sei una CAPra? Astieniti e fagli vedè domani di chi so i cavoli)
Ogni riccio un CAPriccio
Siamo CAPe toste
sCAPocciamo insieme per il pubblico!
Vuoi vedere di cosa siamo CAPaci?
Facciamo il CAPpottone a queste politiche, non so se CAPirete
Punto e a
CAPo!
CAPovolgiamo tuttoooo
vota con la CAPa
sii saggia/o fai una CAPatina al seggio
Sì, siamo testarde/i come CAProne/i
Costruiamo una nuova CAP town
CAPperi! si potrebbe immaginare un'altra politica..
CAPicolliamoci
Indossiamo il CAPo giusto
Vi porteremo dalla capirigna alla CAPirogna
Meglio di ambo,terzina,quaterna: CAPitombola!
4 marzo:CAPe diem
Oggi pensano che sei una CAPra ma fagli vedè di chi so i cavoli domani..
Ma anche varianti regionali...
CAPito mi hai?
Famo a CAPisse?
roma CAPoccia der mondo infame...
Qui la nuova ricetta per i CAPpelletti.
Tu non stai buon se non voti co a CAPa.
Ect...
********************************
Insomma
ci sarebbe da movimentare tutt* coloro che non andranno a votare in una Campagna di Astenzione Pubblica.
Creare un movimento organizzato di astensione pubblica con gruppi formali e informali di persone che si asterranno dal voto, andare ai seggi votare e registrare il voto di astensione, lasciando ognuno il proprio commento.
E mi rivolgo soprattutto alle persone con cui in questi anni abbiam fatto chilomentri, residenziali,marce, laboratori,campagne e nottate insonni attorno ai concetti
politici di bene comune, commons, pubblico e statale...
Il pubblico non è statale, lo stato non dialoga più col pubblico e il pubblico non sa nè sente più la sua forza, vitalità politica..
l'astensione organizzata ci resusciterà?
a presto,
v.
*P
revisto dalla
C
ostituzione
:
(copio dal web)
Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche TITOLO VII Disposizioni penali Art. 104. Comma 5. che offre la facoltà di recarsi al Seggio, farsi registrare, rifiutare la scheda elettorale verbalizzare il rifiuto e l’eventuale motivazione.
Il segretario o il Presidente del Seggio sono tenuti ad ottemperare a questo articolo di legge, ma se si rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi le proteste o reclami di elettori che vogliono esercitare questo diritto degli elettori, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a 4.000 euro. Il Comma 5 dell’Articolo 104 offre quindi, la grande opportunità di presentarvi al vostro Seggio elettorale, con in mano la Tessera elettorale e il documento d’identità. Giunto il vostro turno, vi farete registrare e solo al momento in cui vi stanno per dare le schede per recarsi nella cabina elettorale e quindi votare …chiedete al Presidente o al Segretario del Seggio di mettere a verbale la vostra dichiarazione d’intenti, dove farete scrivere quello che volete (qui ci sarebbero dei suggerimenti da pensare...)
Il segretario o il Presidente del Seggio sono tenuti ad ottemperare a questo articolo di legge, ma se si rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi le proteste o reclami di elettori che vogliono esercitare questo diritto degli elettori, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a 4.000 euro. Il Comma 5 dell’Articolo 104 offre quindi, la grande opportunità di presentarvi al vostro Seggio elettorale, con in mano la Tessera elettorale e il documento d’identità. Giunto il vostro turno, vi farete registrare e solo al momento in cui vi stanno per dare le schede per recarsi nella cabina elettorale e quindi votare …chiedete al Presidente o al Segretario del Seggio di mettere a verbale la vostra dichiarazione d’intenti, dove farete scrivere quello che volete (qui ci sarebbero dei suggerimenti da pensare...)
Il Presidente o il Segretario ne prendo atto e lo trascrivo sul verbale. E il gioco è fatto.
Né il Presidente, né il Segretario potrà rifiutarsi – nel caso non esitate a chiamare le FF.OO – perché stanno compiendo una flagranza di reato, e sono passibile di multa da 4.000 euro o addirittura della reclusione fino a tre mesi.
Cosi facendo, è come aver votato, con la sostanziale differenza che il vostro voto non andrà a nessuno in questo modo il vostro voto, farà ugualmente cumulo alle presenze e soprattutto il vostro voto non rientra nel meccanismo del premio di maggioranza.
Ricapitolando:
1) E importante andare a votare, presentarsi con i documenti + tessera elettorale e farsi vidimare la scheda.
2) Non toccare la scheda elettorale (se si tocca la scheda viene contata come nulla e quindi rientra nel meccanismo del premio di maggioranza)
3) Esercitate il sacrosanto diritto di rifiutare la scheda (dopo vidimata), dicendo: ‘rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!’
4) pretendere che venga verbalizzato il rifiuto della scheda
5) esercitare, se si vuole, il proprio diritto di aggiungere, in calce al verbale, un commento che giustifichi il rifiuto (ad esempio: ‘nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta’) (d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 – art. 104, già citato) così facendo non voterete, ed eviterete che il voto, nullo o bianco, sia conteggiato come quota premio per il partito con più voti.
Seguendo questa procedura di legge, la scheda non risulterà nulla, e non potrà essere attribuita a nessun partito. Come abbiamo già ricordato, il segretario di sezione è obbligato a verbalizzare qualsiasi reclamo provenga dagli elettori, ma benché forti di questa norma, evitare in ogni caso di passare dalla ragione al torto ed incorrere nelle sanzioni previste per chi turba il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Di fronte all’eventuale ostinazione dei presidenti e alla riluttanza dei segretari a non verbalizzare, e laddove non ci si senta in grado di sostenere il confronto, mantenete la calma, evitare di farvi coinvolgere in inutili discussioni (potrebbero farlo anche solo per provocarvi) e rivolgetevi alla forza pubblica per richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario che può avere accesso nella sezione per notificare al presidente proteste e reclami relativi alle operazioni della sezione (art. 44 comma 4 D.P.R. 30 marzo 1957, n° 361 e successive modifiche).
Ricapitolando:
1) E importante andare a votare, presentarsi con i documenti + tessera elettorale e farsi vidimare la scheda.
2) Non toccare la scheda elettorale (se si tocca la scheda viene contata come nulla e quindi rientra nel meccanismo del premio di maggioranza)
3) Esercitate il sacrosanto diritto di rifiutare la scheda (dopo vidimata), dicendo: ‘rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!’
4) pretendere che venga verbalizzato il rifiuto della scheda
5) esercitare, se si vuole, il proprio diritto di aggiungere, in calce al verbale, un commento che giustifichi il rifiuto (ad esempio: ‘nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta’) (d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 – art. 104, già citato) così facendo non voterete, ed eviterete che il voto, nullo o bianco, sia conteggiato come quota premio per il partito con più voti.
Seguendo questa procedura di legge, la scheda non risulterà nulla, e non potrà essere attribuita a nessun partito. Come abbiamo già ricordato, il segretario di sezione è obbligato a verbalizzare qualsiasi reclamo provenga dagli elettori, ma benché forti di questa norma, evitare in ogni caso di passare dalla ragione al torto ed incorrere nelle sanzioni previste per chi turba il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Di fronte all’eventuale ostinazione dei presidenti e alla riluttanza dei segretari a non verbalizzare, e laddove non ci si senta in grado di sostenere il confronto, mantenete la calma, evitare di farvi coinvolgere in inutili discussioni (potrebbero farlo anche solo per provocarvi) e rivolgetevi alla forza pubblica per richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario che può avere accesso nella sezione per notificare al presidente proteste e reclami relativi alle operazioni della sezione (art. 44 comma 4 D.P.R. 30 marzo 1957, n° 361 e successive modifiche).
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