martedì 6 gennaio 2015

basta così

5.1
Oggi si prende acqua, soprattutto ai piedi.
Becco però il giro giusto con il CTO (Organismo cipriota per il turismo), che ci porta al quartiere diviso di Kaimakli e alla galleria d'arte contemporanea Bellanzas, due posti un po' fuori città che avrei voluto vedere.
Mandarini, aranci, aranci amari, ulivi e limoni ovunque.
E poi l'imperdibile pranzo al mitico Estiatorio Matthaios (Matteo), un posto per impiegati e gente comune, proprio dietro la chiesa Faneromeni.
Manzo marinato, zuppa di verdure, vino rosso, torta all'uva passa e cacao, caffè.
Si parla tra i tavoli, e con i gestori, come se si vedessero tutti i giorni, e forse è così.
Matteo si accorge che non ho l'acqua, me ne versa un bicchiere dalla caraffa dei vecchietti vicini (tanto vedo che loro pasteggiano ad acquavite...).
Pomeriggio in zona turca, ma costeggiando il muro, nella parte verso il Ledra Hotel.
Per quanto l'Europa e varie altre nazioni si siano messi di buona lena a finanziare le ristrutturazioni e i restauri delle belle case dell'area, la sensazione di desolazione e non senso è forte.
La zona cuscinetto dell'ONU è ampia, taglia e ferisce in due e più parti la città, è terra di nessuno.
Una città murata, intorno, e murata dentro.
Lunghi giri per arrivare al check-in: passa a fianco dell'albergo che un tempo doveva essere lussuoso.
Arrivo in stanza stanco, bagnato, soddisfatto.
Ma ad Euronews leggo: Pino Daniele dies.

6.1
Festeggio il compleanno regalandomi la visita a Famagosta (italiano), Famagusta (inglese), Ammochostos (sepolta dalla sabbia, greco), Gazimagusa (turco).
Non contento, un imperatore bizantino la chiamò anche Constanta, ma -chissà perchè- non attecchì.
Un taxista di Sanliurfa, emigrato qui come tanti turchi per turchizzare queste terre, mi porta e mi riviene a prendere 3 ore dopo alle splendide rovine di Salamina.
Il ginnasio, tra palestra, piscine, colonnati è strepitoso, ed anche la posizione -come al solito qui- è suggestiva, proprio a ridosso del mare.
Anche il centro di Famagosta è surreale: in una città disastrata, mezza occupata dall'ONU, si ergono castelli, piazze e chiese parigine: la chiesa di san Nicholas, ora moschea, sembra Notre Dame, ma in arenaria.
Arrivano tanti messaggi d'auguri, anche di persone che non sento da tempo, e vi ringrazio e vi saluto tutti da qui.

7.1
Risveglio a Larnaca, di nuovo al San Remo.
Onde alte, che sbattono e si sollevano sulle banchine.
Dal balcone mi arrivano le note di 'Un italiano vero' in greco.
Che una canzone così 'patriottica' e 'locale' sia diventato un inno internazionale, che senti ovunque, e ogni paese ha tradotto a modo suo, resta sempre un fatto incredibile per me.
Salvo lo 0-5 del Cagliari a Palermo, è filato tutto liscio ieri.
Dopo Zeman, Zola. Ci vorrà Zorro, per salvarci ?
Ho scoperto ieri che i turchi non festeggiano la Befana.
Però anche a Nicosia nord guidano a sinistra, e la squadra di Famagosta, l'Anorthosis, gioca nel campionato cipriota con le altre squadre greche.
Potenza del calcio!
Ho notato che qui ora usano Kairòs per le previsioni del tempo.
Kronia, invece, vuol dire anno, e Leptà minuti.
Il tempo è trascorso, anche per questo viaggio.
Passo le ultime ore a letto, al calduccio, come varie volte le ho trascorso qui, a leggere o a scrivere.
Ho fatto e visto, in queste due settimane, tutto quello che umanamente potevo fare o vedere.
Stanotte sarò a casa (ma per poco).
Un altro giorno è andato, un altro anno è andato.
Va bene così, basta così.







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