5.1
Oggi si prende acqua, soprattutto ai
piedi.
Becco però il giro giusto con il CTO
(Organismo cipriota per il turismo), che ci porta al
quartiere diviso di Kaimakli e alla galleria d'arte contemporanea
Bellanzas, due posti un po' fuori città che avrei voluto vedere.
Mandarini, aranci, aranci amari, ulivi
e limoni ovunque.
E poi l'imperdibile pranzo al mitico
Estiatorio Matthaios (Matteo), un posto per impiegati e gente comune,
proprio dietro la chiesa Faneromeni.
Manzo marinato, zuppa di verdure, vino
rosso, torta all'uva passa e cacao, caffè.
Si parla tra i tavoli, e con i gestori,
come se si vedessero tutti i giorni, e forse è così.
Matteo si accorge che non ho l'acqua,
me ne versa un bicchiere dalla caraffa dei vecchietti vicini (tanto
vedo che loro pasteggiano ad acquavite...).
Pomeriggio in zona turca, ma
costeggiando il muro, nella parte verso il Ledra Hotel.
Per quanto l'Europa e varie altre
nazioni si siano messi di buona lena a finanziare le ristrutturazioni
e i restauri delle belle case dell'area, la sensazione di desolazione
e non senso è forte.
La zona cuscinetto dell'ONU è ampia,
taglia e ferisce in due e più parti la città, è terra di nessuno.
Una città murata, intorno, e murata
dentro.
Lunghi giri per arrivare al check-in: passa a fianco dell'albergo che un tempo doveva essere lussuoso.
Arrivo in stanza stanco, bagnato, soddisfatto.
Arrivo in stanza stanco, bagnato, soddisfatto.
Ma ad Euronews leggo: Pino Daniele
dies.
6.1
Festeggio il compleanno regalandomi la
visita a Famagosta (italiano), Famagusta (inglese), Ammochostos
(sepolta dalla sabbia, greco), Gazimagusa (turco).
Non contento, un imperatore bizantino
la chiamò anche Constanta, ma -chissà perchè- non attecchì.
Un taxista di Sanliurfa, emigrato qui
come tanti turchi per turchizzare queste terre, mi porta e mi riviene
a prendere 3 ore dopo alle splendide rovine di Salamina.
Il ginnasio, tra palestra, piscine,
colonnati è strepitoso, ed anche la posizione -come al solito qui- è
suggestiva, proprio a ridosso del mare.
Anche il centro di Famagosta è
surreale: in una città disastrata, mezza occupata dall'ONU, si
ergono castelli, piazze e chiese parigine: la chiesa di san Nicholas, ora
moschea, sembra Notre Dame, ma in arenaria.
Arrivano tanti messaggi d'auguri, anche
di persone che non sento da tempo, e vi ringrazio e vi saluto tutti da qui.
7.1
Risveglio a Larnaca, di nuovo al San
Remo.
Onde alte, che sbattono e si sollevano
sulle banchine.
Dal balcone mi arrivano le note di 'Un
italiano vero' in greco.
Che una canzone così 'patriottica' e
'locale' sia diventato un inno internazionale, che senti ovunque, e
ogni paese ha tradotto a modo suo, resta sempre un fatto incredibile
per me.
Salvo lo 0-5 del Cagliari a Palermo, è
filato tutto liscio ieri.
Dopo Zeman, Zola. Ci vorrà Zorro, per
salvarci ?
Ho scoperto ieri che i turchi non
festeggiano la Befana.
Però anche a Nicosia nord guidano a
sinistra, e la squadra di Famagosta, l'Anorthosis, gioca nel
campionato cipriota con le altre squadre greche.
Potenza del calcio!
Ho notato che qui ora usano Kairòs per
le previsioni del tempo.
Kronia, invece, vuol dire anno, e Leptà
minuti.
Il tempo è trascorso, anche per questo
viaggio.
Passo le ultime ore a letto, al
calduccio, come varie volte le ho trascorso qui, a leggere o a
scrivere.
Ho fatto e visto, in queste due
settimane, tutto quello che umanamente potevo fare o vedere.
Stanotte sarò a casa (ma per poco).
Un altro giorno è andato, un altro
anno è andato.
Va bene così, basta così.
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