I primi decenni del
1900 sono stati quelli della fine di un mondo, quello aristocratico.
I primi decenni del
2000 sono quelli della decadenza di un mondo, quello borghese.
E' finita la storia
di un ceto medio, agiato e mediocre, che allargava il benessere, il
lavoro, i diritti ed il progresso a tutti o, almeno, ai più.
Si ritorna a pochi
ricchi, aristocratici del denaro e della guerra, possidenti e
guerrieri.
E a masse
sterminate (e da sterminare) di poveri, di senza potere, di vittime
senza storia.
Di morituri senza
ricordo, di militi ignoti del nulla.
A guardare il
mondo, in diretta o alla tv (ormai non fa molta differenza, tanto
l'uno imita l'altra), ho sempre più la sensazione di stare tra
morituri in agonia.
L'agitarsi dei
giovani (la notte, nei locali, o per strada, avvolti da decine di
birre), il lavorare insulso degli adulti, il loro arrabattarsi
disperato per qualche euro in più, il sonnecchiare scettico degli
anziani, che 'si godono la pensione'..., tutto questo mi ricorda gli
ultimi anni di Fate, il cagnolino di casa: era ancora vivo, ma il suo
alito puzzava di carogna, come se fosse in decomposizione interna.
L'invecchiare, il
declinare, il disfarsi di una civiltà assomiglia molto a quella di
un uomo o di una donna che invecchiano: per quante ipocriti
complimenti possano ricevere, per quanto belletto possano spalmarsi,
per quante storie struggenti e vive abbiano alle spalle, non possono
fare a meno di essere ormai dei relitti del passato, che vivono solo
di ricordi e di vanità.
Irriconoscibili, in
primo luogo, a se stessi.
Capaci solo di
ripetersi, con nomi sempre nuovi, ma con la noia di sempre.
Cosa provate voi
davanti al ripetersi delle alluvioni di Genova ?
Alla nenia delle
ritrite speranze di Renzie ? O ai deliri di Grillo sul palco ?
Cosa pensate delle
nuove Crociate (già fallite in partenza, ridicolizzate dall'Isis con
la sua nera bandiera che garrisce su San Pietro) ?
Cosa provate di
fronte alla nuova peste, e ai nuovi untori di Ebola ?
E' tutto così
vecchio, così triste e ripetitivo, così noioso e senza senso, da
far impallidire le trame delle soap opera infinite...
Nessun piacere ci
chiama a vivere.
Neppure il dolore,
la guerra, il terrore, la morte ci smuovono più.
Siamo talmente
morti che pensiamo di non dover più temere nulla.
Solo la nostra
morte ci interessa, ormai.
Ci piacerebbe
esserci, al momento.
Ma non ne sarei
così sicuro.
Anche di quella
siamo stati spossessati.
'Quanto a voi,
riprese, siete sempre lo stesso. Sì, disse, siete stupefacente,
restate sempre giovane', espressione malinconica perchè ha senso
solo se di fatto, se non in apparenza, siamo diventati vecchi...
E mi fu possibile vedermi, negli
occhi di vecchi rimasti, secondo loro, giovani come io credevo di
me...Infatti, non vedevamo il nostro proprio aspetto, la nostra
propria età, ma ciascuno, come uno specchio opposto, vedeva quelli
dell'altro.
E molti, probabilmente, scoprendo
d'essere invecchiati,, sarebbero stati meno tristi di me.
Ma, intanto, con la vecchiaia è
come con la morte.
Alcuni le affrontano con
indifferenza non perchè abbiano più coraggio degli altri, ma perchè
hanno meno immaginazione...
Adesso capivo cosa fosse la
vecchiaia, la vecchiaia che fra tutte le realtà è forse quella di
cui serbiamo per più tempo nella vita una nozione puramente
astratta, guardando i calendari, datando le nostre lettere, vedendo
sposarsi gli amici, i figli degli amici, senza capire, per paura o
per pigrizia, che cosa significa...
La bellezza delle immagini sta
dietro le cose, quella delle idee davanti. Per questo la prima smette
di meravigliarci quando ci arriviamo, ma la seconda la capiamo solo
quando siamo passati oltre...
(ancora da Il tempo ritrovato...)
Tempo verrà, che esso universo, e la natura medesima, sarà spenta. E nel modo che di grandissimi regni ed imperi umani, e loro maravigliosi moti, che furono famosissimi in altre età, non resta oggi segno né fama alcuna; parimente del mondo intero, e delle infinite vicende e calamità delle cose create, non rimarrà pure un vestigio; ma un silenzio nudo, e una quiete altissima, empieranno lo spazio immenso. Così questo arcano mirabile e spaventoso dell'esistenza universale, innanzi di essere dichiarato né inteso, si dileguerà e perderassi.
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