venerdì 17 ottobre 2014

che cos'è questa crisi...!

Alcuni pazzi si son detti a tavola: 'Noi siamo la buona società'. E la gente ci crede.
((La Rochefoucauld)

Il successo in società è l'infinita capacità di sopportare la noia.
(Frances Little)

Solo gli uomini senza midollo e le donne senza cervello sono all'altezza degli ordinamenti sociali.
Sia benvenuto il caos, perchè l'ordine ha fallito.
(Karl Kraus)

Spesso gli uomini vogliono amare e non ci riescono, cercano il proprio male e non lo trovano, e -se così posso osare di esprimermi- sono costretti a rimanere liberi.
(La Bruyère)

Affrontare la catastrofe in corso come se fosse una crisi economica è l'errore di partenza.
Pensare che la 'fiducia' si possa ri-creare, soprattutto in un paese come l'Italia, a partire da una (peraltro improbabile) ripresa economica, significa non voler capire la natura e la profondità di quel che sta accadendo da noi e nel mondo.
Padoan ha chiuso il circolo del revanscismo berlusconiano promettendo ieri 800.000 nuovi posti di lavoro, e forse più.
Si stanno tenendo bassi, annunciano.
Proseguono a giocare d'azzardo, e ci tengono buoni, affidandosi più alla buona sorte che ai loro solonici calcoli.
Ma la buona stella non brilla più sui nostri cieli, da tempo.
Né apparirà in futuro.

Conosciamo la situazione.
Anzi, la sentiamo.
E sappiamo che non può rinascere la fiducia in mezzo al disastro relazionale e sociale in cui viviamo, in un presente di alluvioni, pestilenze e guerre, e senza alcuna visione del futuro.
E che la crisi in corso è una crisi di senso.
Tutte le persone (anche quelle che si danno da fare e si agitano) si sentono depresse e impotenti.
Sanno che -qualunque cosa facciano o non facciano- la violenza strutturale del mondo umano non si placherà ed, anzi, aumenterà ancora.
E che, se proveranno a protestare o anche solo a lamentarsi, perderanno anche quel poco che hanno e che gli resta (un po' di quiete, qualche soldo, una panchina al sole, un gelato e una pizza ogni tanto...).
E, soprattutto, sanno che non ci si può fidare dello Stato, dei politici e, più in generale ormai, degli altri.
Perchè ognuno fa e farà solo i suoi interessi, tanto più quando la nave affonda.

Questo vale per tutte le società umane oggi, indipendentemente da quale sia il loro attuale stato di crescita, di sicurezza e di benessere economico, il loro ascendere o declinare sull'orizzonte della storia.
E' evidente che, a un livello superficiale, alcune classi o popoli oggi stanno meglio di altri.
Ma, in profondità, il non senso, la depressione e l'impotenza regnano sovrani, ovunque.
Così come queste emozioni attraversano le generazioni: non basta più essere giovani oggi, per essere ottimisti o aperti al futuro.
Anzi, il senso di tradimento e di inadeguatezza è ancora più forte proprio tra i giovani, che hanno mangiato la foglia ben più di noi (ancora intrisi di moralismi terzomondisti, solidali, cattocomunisti e da visioni idealizzate della politica).
Hanno bevuto il cinismo, l'individualismo, la competizione e il disincanto già nel latte materno.
Ogni tanto, qualche goccia di buonismo o di altruismo, per quelli nati 'a sinistra' e/o 'in parrocchia'.
Dei piccoli scout alle Renzie, nella migliore delle ipotesi.
Dai valori cristiani a quelli del mercato globale, passando per la Ruota della Fortuna di Mike.
Siamo ancora lì, con questa ennesima manovra di salvezza.











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