giovedì 2 maggio 2013

bandierine

Domani qui e' la festa dell'Indipendenza.
Non ho ancora capito da chi, se dai russi o dai tedeschi.
Tante bandierine rosse e bianche sventolano ovunque, molti esibiscono coccarde e spillette, la gente gira per le strade, in vacanza.
In attesa di essere riconquistati da qualcuno con la guerra, si godono la liberta' che offre il mercato, quella che ci tiene prigionieri senza maltrattarci troppo (se non di nascosto, o in alcune occasioni speciali...).

Quando vedo Letta e Alfano sui siti italiani mi viene da pensare alla banalita' del male.
E quando vedo il muro che stanno costruendo intorno alle nostre vite, mentre ancora blaterano di liberta' e valori, mi sovvengono le immagini appena viste del Ghetto di Varsavia, e del progressivo annientamento di migliaia di persone, attraverso il procedere rapido e graduale, inavvertibile ma feroce, di una strategia finale.
Cosi' siamo noi oggi, in mano agli avvoltoi delle banche europee, di cui i nostri governanti non sono altro che i temporanei kapo'.

Altro che indipendenza, quindi.
Chi vota e chi non vota non conta nulla.
Il potere sta altrove, non nelle bandierine e nel tifo delle piazze.
Sta a noi prenderlo o lasciarlo ad altri.
Sta a noi insorgere o restare passivi, ben sapendo -come per gli ebrei di Varsavia- che la nostra sorte e' comunque segnata.
Hanno deciso di vivere a nostre spese, di eliminarci uno ad uno, di ammazzarci tutti, se sara' necessario.
Lo so che e' ancora difficile crederci, purtroppo.
Ma e' cosi', sta gia' accadendo.
Basta decidere di vederlo.

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