ATENE
L'opera di distruzione di Atene, della sua civiltà, delle sue reminiscenze era già stata avviata da tempo.
Basti pensare a quel che è stato fatto degli Atenei: aziende senza capo nè coda, luoghi in cui ci si ammanta di cultura, ma che ormai hanno perso la loro essenza e il loro senso profondo e antico.
Ed ora anche la mitica città, dopo le depredazioni archeologiche inglesi e tedesche dei secoli scorsi, dopo le occupazioni coloniali e i colonnelli, vive la sua degradazione finale, per mano delle impotenti, ma feroci e rapaci, potenze mondiali.
Questa volta, altri hanno infilato il loro cavallo di legno, e tra le sue mura!
E da lì escono banchieri, trafficanti, tangentisti, finanzieri su troike alate...e sterminano senza pietà i suoi cittadini inermi, stremati e rassegnati al peggio.
'Hanno fatto le cicale per decenni!', decretano le sempre composte e luterane formiche.
Ed è vero, tutti abbiamo vissuto oltre le nostre possibilità, imitandoci a vicenda.
Ma quelle che oggi si ergono a formiche, lo sono (state) veramente ?
E per quanto sopravviveranno, senza cicale che si sbattono e consumano ?
Le leggi di Dracone (oggi: Draghi?) sono rinomate per la severità e gravità delle pene. Infatti è prevista la pena di morte per tutti quelli che sbagliano, che sono trovati indolenti; e quelli che rubano ortaggi e frutti sono puniti come i depredatori di templi e gli omicidi. Per questo Decade disse che Dracone scriveva le leggi col sangue e non con l'inchiostro.
Ogni debitore, il cui stato sociale sia inferiore a quello del suo creditore, ne diventa automaticamente schiavo, mentre la punizione è più lieve per chi abbia debiti nei confronti di una persona di classe inferiore...
SPARTA
Con la morte di Atene, Sparta (seppellita da secoli e quasi invisibile ormai, rasa al suolo proprio dai 'fratelli' attici) rivive la sue ragioni e si gode, sogghignando, un postumo trionfo.
Il memorandum draconiano sembra proprio scritto non da un'ateniese o da un civile europeo, ma da uno spartano.
Decreta la morte per fame di decine di migliaia di greci, li costringe alla disperazione, alla miseria, al ricatto. A non curarsi, a non studiare, a non viaggiare, a non uscire di casa, a non avere più casa.
Li strangola, ancor prima di gettarli dalla Rupe Tarpea.
O spera che vi si gettino da soli...
OLIMPIA
Nella sua stentorea coerenza calvinista il Governo Monti ha fatto fuori anche Olimpia.
I sacrifici e la sofferenza mal si conciliano con i divertimenti e i giochi.
E con le spese inutili, che foraggiano loschi appalti e opere faraoniche, subito ridotte a relitti senza futuro.
Quindi, per una volta, concordo.
Anzi, ci speravo.
Gli stadi che abbiamo già, peraltro, seppure sempre meno capaci di accogliere comodamente il pubblico sportivo, saranno più che sufficienti per ospitare a lungo tutti i dissidenti e gli indignati che (forse) si presenteranno nel prossimo futuro...
Nessun commento:
Posta un commento