giovedì 2 febbraio 2012

flex-sicuramente

...e sognerai
che non occorre affatto respirare,
che il silenzio senza respiro
è una musica passabile,
sei piccolo come una scintilla
e ti spegni al ritmo di quella.

Una morte solo così. Hai sentito
più dolore tenendo in mano una rosa
e provato maggiore sgomento
per un petalo sul pavimento.

Un mondo solo così. Solo così
vivere. E morire solo quel tanto.
E tutto il resto eccolo qui -
come Bach suonato per un istante
su un bicchiere.

(Wislawa Szymborska, da  Progetto un mondo)

Ed anche Wislawa ci ha lasciato, in una gelida notte polacca.
Come un senza tetto, avrà avuto troppo freddo, vecchia com'era ?
L'ho sempre pensata così: mortale, umana.
E l'avevo anche vista così, al Teatro Valle non ancora occupato, circa dieci anni or sono.
Una zietta, una casalinga, una nonnina tra tante, nel suo tenero e gracile soprabito.
Visioni straordinarie in un essere semplice, normale, apparentemente come tanti.
Ed è morta come tanti, come tutti, silenziosamente e quasi clandestinamente, come aveva sempre vissuto, per forza e per scelta.
Altre nude vite muoiono davvero di freddo e stenti nella sua terra e nella vicina Ucraina.
Luoghi scelti per i prossimi Europei di calcio, che spendono milioni di euro per gli stadi, ma abbandonano alla morte decine di cittadini assiderati. Platini e la UEFA temono per la loro immagine, secondo la stampa. E basta?
Qualcosa non torna, direbbe lei.
(Intanto, per qualche nevicata intensa e un pò di freddo, il nostro paese è ancora una volta in tilt, in blackout, dicono i giornali. Io ho acceso una stufetta e messo il piumone sul letto, niente di più...).

La poesia l'ho scelta anche perchè ricorda la nostra essenziale precarietà e caducità su questa terra.
L' essere umano, come tutto il vivente, è per sua natura 'flessibile' e 'volatile' nel tempo.
Ed è proprio per questo che le società e le culture si sono da sempre industriate ad ammanirci sicurezze, più o meno fondate o illusorie. Senza questa promessa di minore precarietà che senso e che durata avrebbero le religioni, gli stati, le ideologie, le arti ?
Sino a qualche tempo fa, ad esempio, lo Stato ci invischiava a sè con il 'posto fisso': un lavoro certo, sicuro, continuativo, 'a tempo indeterminato', per la vita.
Un valore, insomma: per cittadini e governi, sindacati e industriali, operai e disoccupati, partiti e chiese, costituzionalisti e rivoluzionari.
Ieri, Monti ha finalmente dichiarato: 'il lavoro fisso, che monotonia!'.
E, controcorrente come sono, sono d'accordo con lui ( e sapete che non mi capita spesso).
Io ho sempre vissuto di lavoro flessibile, volontariamente, sino ai miei 44 anni.
E' solo dal concorso universitario del 2006 che ho un posto a tempo indeterminato (uno degli ultimi 'fortunati', insomma) : da allora, mi sono molto annoiato ed imbolsito, è vero.
Credo che per me sia impossibile fare lo stesso lavoro per più di un decennio di seguito.
E vedo che, per quanta creatività si possa avere, questo valga per molti.
E quanto sarebbe bello se tutti potessero, facilmente, trovare lavori sempre nuovi, se lo volessero o se, almeno per certi periodi, potessero ricevere un reddito anche senza lavorare. E che non ci fosse più un'  'età pensionabile'.
E se ogni persona adulta, qualunque lavoro facesse al momento, potesse avere del tempo davvero libero, per sè e per il suo corpo, per le sue relazioni, per stare all'aria, per leggere e scrivere, per giocare.
Sarebbe una vita più bella se si fosse tutti più flessibili in tutto, se si potessero -volendolo- variare forme dei rapporti, partner e gusti sessuali, ruoli e funzioni sociali, immagini di sè.
Io, per come sono fatto, vivrei meglio, molto meglio, in una società siffatta, che almeno permettesse o tollerasse tutto questo, anche solo in una vita parallela a quella dei più.
Ma non è così, o almeno non lo è stato sinora.

Da quando sono qui la mia esistenza è diventata più stabile. Non che la stabilità sia l'unica cosa che cerco nella vita, figuriamoci, però se possibile non vorrei perderla, questa situazione.
Trovare un lavoro che mi piaccia non è facile... (H. Murakami, 1Q84, p. 434)
I garantiti, come si dice, si tengono ben stretti famiglia, lavori, cassette di sicurezza, beni e proprietà.
I ricchi possono cambiare lavoro, crearselo, o non lavorare mai
Ma, intanto, consigliano ai giovani di non desiderarlo, e di cambiare vita.
Assomigliano a quelli che consigliano ai cinesi di non consumare troppa carta igienica o petrolio, di non emettere troppa anidride in cielo, di non comprarsi tutti il frigo o l'auto.
Ma che, intanto, continuano ad inquinare e a consumare senza freni, anche nella crisi.

Nell'appello di Monti, quìndi, qualcosa non torna (direbbe lei).

1 commento:

  1. (...)Deve pur esserci un'uscita,
    è più che certo.
    Ma non tu la cerchi,
    è lei che ti cerca,
    è lei fin dall’inizio
    che ti insegue,
    e il labirinto
    altro non è
    se non la tua,
    finché è possibile,
    la tua, finché è tua,
    fuga, fuga –
    (Wislawa Szymborska,Labirinto da Due punti)

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