SFORMICARE
Qualcuno, volendo lodare qualcun altro, lo definirà 'operoso come una formica'.
In questo caso però dovrebbe mordersi la lingua.
L'operosità della formica non è affatto una virtù: è una mostruosità automatica per la quale è stata programmata a priori.
Il formicaio è il sogno segretamente accarezzato da tutti i dittatori, l'ideale irraggiungibile di uno stato governato con efficienza.
Ovviamente dobbiamo rispettare le formiche, non far loro niente di male, ma dovremmo una volta per tutte sformicarci la lingua e l'immaginazione.
(W.Szymborska, Ok ? Nuove letture facoltative, p.79)
UOMINI CON L'ABITO
Esiste anche un terzo, numeroso gruppo di uomini, da cui l'autore si tiene alla larga, perchè si tratta di un caso disperato. Sono i signori trasandati. Non perchè siano poveri, il che sarebbe comprensibile, e non perchè siano privi di ambizioni. Al contrario, possono permettersi senza inconveniente di comprare regolarmente abiti, ma è una cosa che li annoia a morte. Anche le ambizioni non sono loro estranee e a volte le realizzano addirittura con risultati notevoli, ma non nel campo delle cravatte abbinate con proprietà e dei calzoni ben stirati...Confesso di aver sempre avuto un'inclinazione strana per questo tipo di individui. Una volta dissi all'uomo amato che le sue scarpe erano ormai da buttare; interruppe il contatto visivo con me, aprì la finestra e iniziò malinconicamente a guardare lontano...
(idem, pp.96-97)
E SE...
Ma un attimo, un attimo. Forse ho galoppato un pò troppo. Noi, che da molto tempo ormai ci siamo lasciati alle spalle la cultura del paleolitico, riusciamo forse ad essere pienamente 'individui' ? Indipendenti da tutto e da tutti ? A quanto pare ci riescono gli asceti in India, ma quella è un'altra cosa. Io ho in mente persone che non fuggano la vita. E quelle, lo vogliano o no, sono impigliate in una rete di legami visibili e invisibili...
(idem, pp.53-54)
Verum quando ita vacamus ut huiusmodi advertamus influxus? Septem sunt vacandi genera: somno, syncopi, humore melancholico, temperata complexione, solitudine, admiratione, castitate vacamus. (M. Ficino, Teologia Platonica I, XIII, c. II)
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