venerdì 10 febbraio 2012

biancomangiare

2 febbraio 1956, giovedì
Dopo tanti anni, tanti forse quanti sono quelli della mia vita, a Cagliari nevica. Ma nevica davvero: i fiocchi cadono bianchi e lievi e tutti escono per la gioia di sentirseli addosso. Raramente ho visto le strade affollate come oggi; tutti fingono di affrettarsi ed invece indugiano e osservano, con piacere e meraviglia, gli ombrelli ed i cappotti coperti di neve. Per la strada ci guardiamo e sorridiamo soddisfatti, quasi sia opera nostra questo inatteso miracolo bianco. Sono quasi le 20 e nevica da stamattina. E' bellissimo! Sembra una notte di fiaba, una novella di Andersen. Sono uscita con Bianca e Dessiè ed abbiamo camminato a lungo per il Largo e via Roma, respirando l'aria fredda e sana e lasciandoci cadere sul viso e sui capelli quel fioccare candido e leggero. La città ha assunto un volto nuovo e lo sfoggia, direi quasi con timidezza; si sente un'altra, insomma. I guidatori di macchine sono orgogliosi di avere la propria inusualmente candida, i bambini strillano, giocano, fanno palle di neve e le lanciano felici, approfittando di un'occasione che si ripeterà forse quando anche per loro l'età dei giochi sarà trascorsa e, anzichè da tiratori, dovranno fare da bersagli...

3 febbraio 1956, venerdì
Anche stamane è nevicato. Purtroppo, ogni medaglia ha il suo rovescio: alcuni alberi in piazza Costituzione e in Terrapieno sono stati troncati dal peso della neve e i pompieri si davano da fare per rimuovere i tronchi. Lo spettacolo, però, anche oggi è meraviglioso! Il Bastione e Terrapieno sono completamente bianchi e il sole, timido e scialbo, stende una tinta d'oro su tutto. Non mi stancavo di guardare, volevo riempirmi gli occhi e la mente di quel candore, e ne sono rimasta quasi abbagliata.
Purtroppo, dopo la bella neve, il disgelo. Le strade sono fangose e bagnate, anche se il cielo è limpido e azzurro, ed il sole, il nostro caro, vecchio, solito sole splende, accolto con evidente piacere da tutti noi, abituati ad un clima dolce e sereno. Addio mia bella neve, o meglio arrivederci, fra molti anni... 

Che semplicità, che tranquillità in queste pagine di mia madre che, nei suoi diari, racconta il primo incontro con la neve, a 24 anni.
Dov'è lo stress di questi giorni, nelle grandi città, assediate dall'insicurezza e dalla sicurezza, dalla fretta di chi non riesce a non agitarsi, che non gode più nulla ?
Qui da noi ancora non è arrivata, ma mi farebbe piacere, e la vivrei volentieri.
I media, invece, continuano a tormentarci soltanto con disagi, isolamenti, carenze, ansie.
Certo, fa rabbia vedere come esistano cittadini di serie B, paesetti e villaggi che restano abbandonati per giorni, trasporti che si fermano in mezzo al nulla...
Come se tutti non pagassimo le tasse e non dovessimo avere almeno gli stessi diritti e servizi.
Ma la finzione dello Stato 'uguale per tutti', nell'emergenza, emerge appunto con cristallina e lampante, spietata, chiarezza.

Nella tormenta, le variabili primarie si stagliano dinanzi e quelle secondarie si accomodano rassegnate sullo sfondo della vita e della storia.
Pensate a quel che sta accadendo: la Grecia affonda, e affonderà comunque, sotto ricatto FMI-BCE. Altri due giorni di inutili scioperi generali, scontri per strada, ma il debito va pagato (se se ne vogliono fare altri, ovviamente, con i buoni di turno...!).
I tedeschi vogliono far finta di dimenticare che la Grecia ha comprato armi da loro per un decennio, per miliardi di euro, prima di fallire.
Il Comitato olimpico vuole far finta di dimenticare che la Grecia ha iniziato a fallire proprio organizzando, in deficit, le Olimpiadi del 2004.
(E pensare che, nonostante tutto, c'è gente che oggi pressa Monti perchè si impegni per le Olimpiadi del 2020 in Italia!).
Chi potrebbe farci uscire dalla trappola, se non noi stessi, rifiutando di pagare il debito fatto dagli stessi che oggi chiedono ancora sacrifici (sempre agli stessi) ?
Nessuno ne ha la forza, tutti sono complici e venduti, ignavi e succubi dei loro stessi inossidabili miti.
Ci si illude ancora di farcela, in qualche modo.
Ma non sarà così.
Perchè non ci si crede più, e non solo in questo.
I Grandi si scambiano alla tv fiducia reciproca, credibilità che vale però solo tra loro e per i mercati (forse).
Come dei capi mafia, si incontrano tra cosche e si congratulano tra loro, si riconoscono e dicono di fidarsi (almeno in pubblico) l'uno dell'altro. Tutto falso, ma la verità è defunta da tempo.
E ci si lamenta dei lupi affamati che azzannano malcapitati riminesi nella bufera!
Ma cosa sono dei poveri lupi rispetto ai nostri tanto osannati vampiri di stato (Monti, esaltato da Time come Salvatore dell'Europa, ad esempio...) ?
E la 'gente' ? La 'democrazia' ? Il 'consenso' ?  La 'rappresentanza' ?
Parole senza senso, ormai.
Relitti della storia, sepolti da metri, e metri e metri di neve.
Cambia, todo cambia...

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