domenica 1 ottobre 2017

paradisi, inferni e altri mondi ancora...

 Letture sparse, spensierate, apparentemente casuali, di questi giorni che sperano e disperano, stanno e non stanno, guardano avanti e indietro, felicemente e malinconicamente liberi, movimentati come un ciclone e fermi come un vecchio treno in una stazione dismessa...

Una persona come te è quello che il mio amico Thorstein chiamerebbe 'uno straniero dai piedi inquieti'. Nelle sue parole: 'un perturbatore della quiete intellettuale, ma solo al prezzo di diventare un intellettuale viaggiatore, un nomade della Terra di Nessuno dell'intelletto, alla ricerca di un altrove per potersi riposare, un luogo ancora lontano, ben al di là della linea dell'orizzonte'.
Cosa dici, ti ci ritrovi in questo profilo di straniero errante ? Oppure, come credo, stai cercando quel fantomaico luogo di riposo un po' più vicino a casa, in compagnia della mia bella figlia ? E' Ella che stai cercando per smettere di fluttuare al vento ?

E tu, gli chiese Dunia con dolcezza, conservi ancora qualche desiderio ? O magari te ne son sorti di nuovi che in vita non avevi ?. Ibn Rushd si ricordò di quando lei gli appoggiava la testa sulla spalla e di come lui le accarezzasse la nuca col palmo della mano. Ma ora erano al di là del mondo delle mani, delle nuche, delle spalle, del giacere fianco a fianco.
'La vita incorporea -le disse- non val la pena di essere vissuta'.

E' l'irrazionalità a sconfiggere se stessa, disse Ibn Rushd a Ghazali, polvere alla polvere, proprio in virtù della sua irragionevolezza. La ragione può magari sonnecchiare per un po', ma l'irrazionalità dorme della grossa per la maggior parte del tempo. E alla fine sarà la ragione a prevalere, mentre l'rrazionale resterà imprigionato per sempre nel mondo dei sogni.
Il mondo che gli uomini sognano, replicò Ghazali, è il mondo che cercano di costruire.

(da Salman Rushdie, Due anni, otto mesi & ventotto notti, 2015)



Questa circostanza, le testimonianze concordi nel riconoscere il suo nuovo equilibrio psicologico e come lei adesso si senta 'bene con se stessa' facvano suonare stridente il racconto dell'assassinio di Guillaume, che era stato ovviamente inevitabile. Stridente e persino scioccante, poiché la comune sensibilità stenta ad accettare l'idea che si possa compiere un simile gesto e cavarsela. Ancora più si stenta ad accettare l'idea che questo passaggio all'atto abbia potuto essere una tappa, terribile ma necessaria, del cammino verso la vita -qualcosa come l'abbandono di un oggetto transizionale o la spinta del piede che permette al nuotatore giunto sul fondo di risalire in superficie. Uccidendo il figlio che amava, Marie Christine aveva in realtà ucciso l'odiata infanzia che le impediva di vivere.

Chi poteva resistere allo spirito dissacratorio di Luigi XVIII? Di lui che affermava che vere passioni si possono provare solo in età matura, perchè la passione è bella e furiosa solo quando vi si unisce un po' di impotenza...

A chi gli chiese un giorno se amasse Sibelius, Stravinskij dopo un attimo di stupore rispose: 'In effetti sì, molto, ma non ci penso spesso'. Temo di aver nei riguardi di Balzac lo stesso atteggiamento, cioè di non amarlo.

Sai, stai per riprendere due persone che parlano, si incrociano e si evitano, si tormentano nello spazio chiuso di un appartamento. Dovresti rivedere Il disprezzo di Godard; credimi, mostra questa situazione come nessun altro film...
Lo scenggiatore capisce che la moglie ce l'ha con lui, ma ancora non sa, o non vuole sapere, il motivo, e lei non vuole dirglielo perchè ormai non ne vale più la pena. A un certo punto la donna dice che vuole dormire da sola. Lui le chiede: Non vuoi più che facciamo l'amore ? Lei sorride e risponde: Questa sì è cretina, e lui che ancora spera domanda: E' un sorriso a sfottere o pieno di tenerezza ? Pieno di tenerezza, risponde lei, e sappiamo bene che non è vero, e lo sa anche lui, e a partire da allora assistiamo a un annegamento in diretta. L'uomo non ha più nessuna possibilità, ha perso. Qualsiasi cosa faccia, che sia ironico, duro, supplichevole , sarà sempre patetico, e non potrà che essere patetico, perchè un uomo che non è più amato è patetico, semplicemente...
Perchè il disamoramento è la cosa più terribile che ci sia: l'istante in cui l'altro smette di amarti, in cui capisci che non c'è appello, non c'è pietà, che non sei più niente, che non esisti più nel suo sgiardo...E' la cosa che tutti temono più al mondo, e non c'è chi non sia disposto a tutto pur di evitarla o rimandarla -perchè quel giorno fatalmente arriva, credo che priam o poi arrivi per tutti e che tutti siamo condannati un giorno una parte o l'altra, una parte e l'altra, e che la parte di chi non ama più non sia in fondo più desiderabile di quella di chi non è più amato...

E' questo che penso leggendo l'epistolario di Kierkegaard, finchè capito su una frase che mi stende: 'In ogni rapporto d'amore il quale, seppure iniziato, non si lascia realizzare, nulla è pertanto più offensivo della delicatezza'.

Il dono lo lascia. ..E' come quando si invecchia, ci sono cose che si potevano fare, che si amava fare, ma a un certo pounto si fatica a farle, e si intuisce che presto sarà del tutto impossibile farle. E' normale, è terribile.
Le persone che hanno un dono, un talento, spesso hanno soltanto questo.
Spesso non sono altro che questo: la loro regalità segreta, e l'immenso squallore che la. Accompagna. Tengono a questo squallore più che a ogni altra cosa; è ciò che si chiama 'nevrosi'.
Se lui non è più nulla, allora può diventare un uomo.
Può diventare finalmente visibile a una donna-quella a cui racconta la propria storia.
Può stare davanti a lei, detronizzato, prosciugato, messo a nudo, e lei può dirgli: 'Sei qui'.

Mi piace essere un avventuriero. Mi torna spesso utile. All'improvviso piove, e mi sento povero e nauseato, e mi viene da piangere, allora penso: 'Tieni duro, ragazzo, te la sei scelta tu questa strada, non volevi una vita normale...'

Perchè nel mio progetto che anche il desiderio che il film finisca bene. Insomma, avete capito: non per forza un happy end da commedia romantica, ma che i personaggi alla fine abbiano fatto un passo avanti. Che le loro scelte le portino più vicini a se stessi. Che non si rinchiudano, non si smarriscano, non tornino indietro, ma prendano coscienza di ciò che veramente sono, di ciò che veramente desiderano, e agiscano di conseguenza.

Non lo sapevo ancora, ma è quello che generalmente succede con i paradisi: vi sentite dire sempre, e sempre a ragione, che non sono più quelli di un tempo, che siete arrivati con almeno dieci o venti anni di ritardo. ..A me l'hanno detto di Bali, che oggi i vecchi hippy ricordano come un'epoca felice, e mi fermo. Certo è che a diciott'anni sognavo di vivere una vita così: di aver bisogno soltanto del necessario, non allontanarmi di un millimetro dalla donna che amo, vedere ogni giorno sorgere e tramontare il sole, mangiare quando ho fame, scrivere su un tavolo traballante, ripetermi che le cose belle sono il mare, il cielo, un ulivo scosso dal vento, e che l'amicizia è dovunque si varca una soglia...


(da Emmanuel Carrère, Propizio è avere ove recarsi, 2016)

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