Viaggiamo protetti nella luce
uniforme
in mezzo a colline rimodellate
dall'uomo
e il treno ha appena raggiunto la
sua velocità di crociera
viaggiamo nella calma, in un vagone
Alstom,
nella geometria dei piccoli
appezzamenti di terreno,
viaggiamo protetti dai cristalli
liquidi
dai tramezzi perfetti, dal metallo,
dal vetro,
viaggiamo lentamente e sogniamo il
vuoto.
A ciascuno le proprie noie, a
ciascuno le proprie faccende;
una respirazione densa e semisociale
attraversa il vagone; alcuni vicini
si annusano,
sembrano tormentati dalla loro parte
animale.
Viaggiamo protetti in mezzo alla
Terra
e i nostri corpi si restringono
nelle conchiglie del vuoto
a metà del viaggio i nostri corpi
sono solidali
voglio avvicinarmi alla tua parte
umida.
Scrivere, |
comunicare con gli uomini,
sono così lontani.
Godere
(di solito con la propria mano).
Un po' d'amore, odore di mela,
andarsene
(molto lontano, così lontano.
Troppo lontano.)
Esiste uno spazio indivisibile e
fecondo
in cui viviamo uniti nella nostra
diversità,
tutto vi è silenzioso, immobile e
profondo,
esiste uno spazio al di là
dell'infanzia.
Abbiamo stabilito un rapporto
diagonale
sotto la presenza oscura, incerta
delle betulle
adunche, nel silenzio impuro e
verticale
che ci avvolgeva come un'acqua
lustrale.
Il desiderio circondava le nostre
vite come una fiamma,
abbiamo accettato di servirgli da
stoppino
non immaginavo il potere di una
donna,
lontano dalle tue labbra le mie
labbra diventavano
in fretta secche
e morte.
Da solo sul divano la notte è
soffocante,
mia sembra che la notte sia ogni
volta più oscura;
accendo un fiammifero; la fiamma
scaturisce, tremula,
le immagini del passato si
incrociano fra le ombre,
mobili.
Rivedo le betulle,
stasera
mi verso un po' d'acqua,
sono solo nel buio.
Le masse d'aria soffiavano tra i
boschetti di lecci,
una donna ansimava come se stesse
partorendo
e la sabbia sferzava la sua pelle
nuda e terrea,
le sue gambe si aprivano sul mio
destino di amante.
Il mare si ritirò al di là dei
miracoli
su un suolo nero e molle in cui si
aprivano delle possibilità
aspettavo il mattino, il ritorno
degli oracoli,
le mie labbra si dischiudevano per
un grido invisibile
e tu eri il solo orizzonte della mia
notte;
conoscendo il mattino, soli nelle
nostre carni vicine,
abbbiamo attraversato, senza
sofferenza e rumore,
le pelli sovrapposte della presenza
divina
prima di penetrare in una pianura
diritta
disseminata di corpi senza vita,
nudi e irrigiditi,
camminavamo fianco a fianco su una
strada stretta,
avevamo momenti di ingiustificato
amore.
–
Ci svegliavamo presto, ricordati
tesoro;
il mare era molto alto e schiumava
sotto la luna
ce ne andavamo entrambi, fuggivamo
senza
farcene accorgere
per vedere l'alba che aleggiava
sulle dune.
Spuntava il mattino come un albero
che cresce
nella città addormentata
incrociavamo dei pescatori
attraversavamo vie serene di
biancore;
benedizione dell'alba, gioia
semplice offerta a tutti,
le nostre membra intorpidite
fremevano di felicità
e posavo la mano sul tuo cuore.
–
Cerimonie, soli calanti,
poi la costellazione del Cigno
e la sensazione di essere indegno,
l'impossibilità del canto.
I tuoi occhi sono lo specchio del
mondo
Marie, signora dei dolori,
Marie che fa battere il cuore;
attraverso te, la Terra è rotonda.
Non c'è abisso limite
in cui urlano le acque di terrore,
il tempo si ripiega e abita
nello spazio della tua dolcezza,
nello spazio del tuo splendore,
il tempo si ripiega e abita
una casa di pura dolcezza,
il tempo catturato dai riti
ci avvolge nel suo biancore
e sulle nostre labbra unite palpita
un canto muto, geometrico
di straziante dolcezza
un accordo perfetto, autentico,
un accordo in fondo ai nostri cuori.
–
C'è una strada, una possibilità di
strada
e c'è pure un segno
che è dato ad alcuni,
ma alcuni sono indegni.
Tra i fiori del divano
i miei occhi si aprivano una strada
rinuncio a discolparmi
c'è l'occhio e poi la mano.
La possibilità di vivere
comincia nello sguardo dell'altro
i tuoi occhi mi aspirano e io mi
inebrio,
mi sento lavato dalle mie colpe.
La liberazione, sento venire la
liberazione
e la vita libera, dove sta ?
Alcuni minuti sono davvero belli,
riconosco la mia innocenza.
–
So che ogni male viene da me,
ma l'io viene dall'interno
sotto l'aria limpida, c'è la gioia
ma sotto la pelle, c'è la paura.
In mezzo a questo panorama
di montagne di media altezza
riprendo a poco a poco coraggio,
accedo all'apertura del cuore
le mie mani non sono più impedite,
mi sento pronto per la felicità.
Lo ripeto, ci sono momenti perfetti.
Non è semplicemente la scomparsa della volgarità del mondo; non è
semplicemente l'intesa silenziosa nei gesti così semplici
dell'amore...E' l'idea che questa intesa potrebbe essere duratura;
che nulla, ragionevolmente, si oppone a che sia duratura. E' l'idea
che un nuovo organismo è nato, dai gesti armoniosi e limitati; un
nuovo organismo in cui noi possiamo, fin d'ora, vivere.
da M.Houellebecq, La ricerca della felicità
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