Quel che sta
accadendo e sta per accadere in Catalogna rappresenta un passaggio
ulteriore e forse decisivo verso la guerra (civile) in Europa
occidentale.
Il conflitto,
evidente e radicato nella storia, tra Barcellona e Madrid (città
della monarchia e del franchismo e, comunque, centro simbolico dello
Stato sovrano), evidenzia la realtà inconfutabile e irreversibile di
alcuni processi di fondo dell'attuale e futuro percorso del nostro
continente.
In primo luogo, il
trionfo dell'autocentrazione (individualista e autopropulsiva,
autodifensiva e identitaria) che si sostanzia In:
-la fine del tempo
delle mediazioni (ogni parte pensa ora solo alle proprie ragioni e
alla ragionevolezza assoluta del realizzarle, anche a discapito del
dialogo e dell'interrelazione (che si considerano giustamente ormai
alle spalle e già falliti o a cui si potrà tornare, ma solo dopo la lotta aperta);
-la realizzazione
dell''idea secessionista (sia da parte dei ricchi che vogliono essere più ricchi (Brexit, Scozia,
Catalogna il 1 ottobre, Lombardia e Veneto il 22), sia dei poveri che non vogliono diventare più poveri (la
richiesta di uscire dalla UE in movimenti come i Cinque stelle o il
Front National));
-il ritorno del
sovranismo (nella sua ambiguità di apparente anti-statalismo (in
quanto vuole uscire dallo Stato 'cattivo'), ma di sostanziale
statalismo (in quanto, vorrebbe andare a costituire un suo Stato
'buono');
-l'evidenza
lampante che oggi le guerre civili sorgeranno proprio a partire dal
conflitto tra gli Stati e i propri cittadini, ancor prima che tra
gruppi sociali interni alla stessa nazione; lo Stato, anacronistico e
boccheggiante da tempo, non è più la soluzione, ma il problema, se
quel che si vuole far vivere è una democrazia, ovviamente, e non un
regime neo-totalitario.
-che la protesta
-anche nonviolenta- non sarà più tollerata e si agirà contro di
essa come contro un attacco armato; la logica antiterrorismo permea
già il nostro presente e la militarizzazione di quel che resta della
vita civile è già tra noi. Il regime non farà passi
indietro su questo, ed in questo troverà l'accordo di tutti gli
altri Stati UE, paradossalmente (ma non troppo) proprio in nome del rispetto della Costituzione spagnola.
Detto questo,
l'azione del governo Rajoy avrà ovviamente un forte effetto
boomerang: l'attacco alla democrazia è tale che anche moltissimi
catalani -anche non indipendentisti- sono scesi e scenderanno in piazza a
protestare. E in Europa in molti manifesteranno il loro sostegno al referendum.
E il referendum, in qualche modo, si farà.
E il referendum, in qualche modo, si farà.
Sarà molto interessante vedere cosa accadrà nei prossimi giorni.
Sarà comunque un
precedente che traccerà la via della nuova Europa, che purtroppo prevedo ben
diversa dai sogni federalisti di Ventotene, e molto più vicina ai
modelli di Donald Duck Trump e Teresa Minnie May.
A meno che questi catalani...
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