Il
Dio degli eserciti presenzierà al solenne funerale di Shimon Peres..
Quella
volpe del deserto che faceva strage di galline mentre diceva di
costruire pollai.
Quel
pacifista che preparava la guerra.
Quell'uomo
potente sempre impotente di fronte (e sempre a fianco) dei vari
macellai di stato: la Meir, Begin, Sharon, Netanyhau.
Quell'uomo
sempre pulito perchè sapeva sempre far fare il lavoro sporco agli
altri.
L'uomo
che non è stato ucciso al posto di Rabin.
Quell'uomo
che incarnava tutta la storia, e tutte le aberranti ambiguità, del
sionismo israeliano.
L'ironia
della sorte ha voluto che in questi stessi giorni sia morto anche
Nemmer Hammad, importante interlocutore di Peres per decenni.
Un
uomo che incarnava tutta la storia, e le aberranti ambiguità, della
causa palestinese.
E
mentre non si risolve quell'annoso conflitto, i grandi della terra
-quelli che vanno al funerale di Peres e quelli che non ci andranno-
fingono di risolverne un altro, quello siriano.
Un'altra
guerra eterna, che fa strage di uomini, donne e bambini, assediati e
macellati da tutti i lati.
Con
grande soddisfazione di Peres, Nobel per la Pace.
Un'altra
ironia della sorte ha voluto che Eurostat ci dichiarasse il paese
europeo col maggior numero di ultraottantenni proprio il giorno in
cui Berlusconi giungeva ai suoi 16 lustri.
E'
sfatto e bollito ormai, politicamente morto.
Ma
per capire quale influenza abbia avuto sul nostro passato basta
vedere i servizi da imperatore romano che gli hanno preparato ieri le
sue reti.
E
per capire la sua influenza sul presente basta vedere Renzi.
Che
non a caso si è premurato -proprio mentre faceva gli auguri al suo
mentore in pectore- di riproporre il ponte sullo Stretto e di tentare
di sedurre l'elettorato di destra perchè voti Sì al referendum
costituzionale.
Ma
non era meglio tenersi un Berlusconi vecchio piuttosto che volerne
uno giovane ?
I
giovani non sono mai stati vecchi come ora.
E
i vecchi restano ben fermi al potere, umiliando e ammazzando
generazioni di giovani, bianchi agiati o neri sfigati, fighetti da
discoteca e facebook o profughi da sbarco poco importa...
Il
vecchio continente si chiama, ora capiamo perchè.
L'Unione
Europea perde i pezzi, ma non il vizio.
Va
ignominiosamente verso la sua fine, e lo fa con coerenza cieca e
bieca.
Continua
a fare Cara Cara ai disperati in fuga per il mondo intero.
E
continua a fabbricare denaro per le banche in coma.
Continua
a non contare nulla fra i forti e a tartassare i deboli.
Continua
a far costruire muri dentro gli stati e muri fra i popoli.
Nell'antica
Roma, i gladiatori che entravano nell'arena prima di lottare si
rivolgevano -come si sa- all'imperatore di turno con la formula
'morituri te salutant'.
Questo
sembra il saluto adatto anche per i nostri tempi.
Per
stare a Roma, basta vedere la sorte della giunta Raggi, dove gli
assessori muoiono ancor prima di entrare in carica e i giochi
olimpici si dissolvono (e meno male) ancor prima di esser indetti.
E
per allargare lo sguardo all'Italia: si resta in vita, almeno qui da
noi, ed anche sino ad ottant'anni e più. Magari pensionati all'osso
od esodati, vivendo sempre peggio, ma si sopravvive.
In
altre parti della terra si continua a morire presto, sbranati dai
leoni del mercato o uccisi da nuovi gladiatori nei sempre uguali
teatri di guerra.
Ma
quel che ci accomuna tutti, persone e istituzioni, poveri e ricchi,
bianchi e neri, è che stiamo ancora salutando Cesare, apprestandoci
a morire.
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