sabato 28 maggio 2016

inascoltabili

Qualche sera il cellulare ha smesso di funzionare: sentivo chi mi parlava, ma lui non sentiva me.
Ho provato con varie persone, e niente di niente.
Ho iniziato a comunicare e ad avvertire solo con sms, ma mi sono reso conto che la mia vita era cambiata in un attimo.
Ho anche inserito l'auricolare, pensando fosse una questione di microfono o di altoparlante, ma nisba.
Sono andato a telefonare da un arabo sotto casa, le persone mi rispondono, ma continuano a non sentirmi, neanche da lì!
Incomincio a pensare al peggio: sono io che non esisto, sono l'unico a sentire la mia voce, gli altri non mi sentono più!
Esco dalla cabina in ansia, chiedo al dolce ragazzo arabo, o indiano forse, che mi guarda sorridente: almeno lui mi sente.
Mi porta dentro la cabina e mi spiega che non basta fare il numero e attendere; quando l'altro risponde io devo calcare un tastino bianco perchè anche lui mi senta.
Respiro.
Riprovo, e funziona. Sono di nuovo connesso, umano tra gli umani, cellulare tra i cellulari.
Ho pensato a tutti gli inascoltati veri di questa terra, li ho sentiti più vicini, e mi sono sentito uno stupido.

Ho ascoltato tante cose in questi mesi di lezione da parte dei miei cari studenti.
E tantissime ne sto ascoltando in questi lunghi giorni di esami.
Ci si raccontano molte storie, ne abbiamo bisogno.
Storie di quel che accaduto a lezione, ma non solo: anche nella loro e nostra vita.
Sono stanco ora, ma è stato forte ascoltarci.
Molte storie che i miei colleghi non ascoltano, che non stanno qui dentro, tra le mura dell'Università.
Ma che sono la carne di questi ragazzi che dovrebbero fare gli educatori e gli insegnanti, e che sono inascoltati, e che sono poco allenati ad ascoltare.
E che non credono neppure più che qualcuno li ascolterà, e per questo -spesso- hanno anche smesso di parlare.
E soprattutto di parlare veramente di se stessi.
Di potersi affidare a qualcuno, di potersi fidare di qualcuno, anche solo per un'ora, per un attimo.
In questi giorni, in alcune circostanze, con alcune persone, tra persone finalmente, ci siamo riusciti.

1 commento:

  1. Io ho smesso di parlare a chi non sa ascoltare. Perché di difetti ne ho troppi, ma non quello di non ascoltare i propri simili. Immagino di non avere niente di particolarmemte interessante da dire, ma sento di avere il diritto di dirlo. Pertanto lo faccio con chi me lo riconosce. Esseri, umani. Essere, umani.

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