domenica 29 maggio 2016

cani che stravedono

Nelle relazioni di famiglia l'ingannatore è il primo infelice. Non c'è più sicurezza per lui: sempre ingiusto, ha sempre paura. (Stendhal)

Se un uomo ricco è veramente ricco e ci tiene alla gloria, potrà fare una mossa che lo innalza al di sopra di tante meschine controversie. Questa mossa consiste in una generosa concessione con cui il ricco permette permette a quell'altro (rimasto un povero normale Gonghi scarso di gloria) di servirsi di un suo campo o del suo bestiame (del campo o del bestiame sottratti dal ricco Fonghi al povero Gonghi scarso di gloria), dietro pagamento annuale di un certo numero di noci di trepeu, o con altra moneta contante, tipo dollari o sterline. Tante volte poi succede che per avere quella beneficenza, il tipo scarso di gloria deve dare via tutto quel che ha in casa, cucchiai, forchette, mobili, vecchie bottiglie, profumi, anelli, turaccioli, vestiti, o impegnare quei ritratti a olio molto richiesti. Molti neo-ricchi vivono così senza far niente, vendendo le noci di trepeu agli importatori delle città dell'interno, e sono tenuti in altissimo rispetto dai miseri beneficati, nonché dalla popolazione tutta.
Questa viene chiamata dai più istruiti neo-ricchi 'la via della ragione nel comodo universale dell'uomo responsabile', secondo la formula usata da un loro santo predicatore, il santo Pete Ponghi, di cui restano molti detti economici.
E tra i neo-ricchi si fa a gara a compiere atti di generosa concessione ai meno gloriati, atti che innalzano l'uomo al di sopra delle bestie e forse un giorno lo eleveranno anche al di sopra della morte e della putrefazione della carne, secondo il santo Ponghi (protettore degli affaristi).

Con i suoi maneggi, il ricco o aspirante ricco manifesta indubbiamente una grave forma di demenza: è la demenza di voler possedere davvero qualcosa, qualcosa che sia proprio suo e di nessun altro. I Gamuna fanno sempre finta di non accorgersene...un personaggio del genere viene trattato da tutti con gravità e condiscendenza in considerazione della sua malattia mentale: sì, ma in un modo così prudente che lui crede d'esser trattato davvero con rispetto. E infatti sembra che lo trattino con rispetto, e forse ognuno lo tratta con rispetto, ma pensando alla demenza del ricco che ha sempre la smania di metterti sotto i piedi...
Ma è anche vero che mostrando al ricco tanto rispetto si stimola il suo delirio, e si fa sì che lui accampi sempre più pretese, e continui le sue angherie, fino a quando la malattia lo trasformerà in un povero bagolone senile.

Gli anziani gamuna dicono che...ognuno si dà da fare perchè vuole essere glorificato: e lavora, vende, compra, ruba, si agita, suda, imbroglia per ottenere una glorificazione familiare, o tra gli amici del bar, o sotto il portico dei commerci...
Dunque gli anziani, quando incontrano un giovane che cerca di essere glorificato, non sono avari di lodi, anzi gliene cantano tante che lui si sbalordisce, poi si esalta, poi trema tutto, poi comincia a insospettirsi, poi a fiutare che la gloria è una minestra di parole, e infine ad accorgersi che è sempre una minestra riscaldata. Questo è uno scherzo spesso rappresentato sotto il portico dei commerci, e serve a far capire che la gloria è solo una pazzia delle parole. Infatti gli anziani chiamano le glorificazioni ed ogni sicumera per innalzare o schiacciare qualcuno: 'racconti del cane che stravede' (anti kani bilolok)...
Nell'età avanzata le ossa si rimpiccioliscono, la cane diventa più fragile, il sangue circola meno, e tutto il corpo diventa meno soggetto alle attrattive esterne. Solo allora 'i racconti del cane che stravede' cominciano ad apparire ridicoli, e molti vecchi pensandoci se la ridono tra sé...
Ecco la rivelazione portata dal vento del deserto, quando qualcuno è pronto a sentirla nei ventricoli del cuore; ed ecco perchè molti anziani a un certo punto cominciano a evitare le lodi, dimenticarsi la gloria, perdere ogni ricchezza. Diventano apatici, fanno sempre degli sbagli, sono guardati come dei rimbecilliti, proclamano loro stessi d'esser dei buoni a nulla.
Perchè vogliono avvicinarsi alla morte come un'ombra che scompare da un muro senza lasciare traccia, e si sentono più pacificati così...

Molti adulti gamuna a partire da una certa età cominciano a pregare l'Essere del Largo Riposo, affinchè li faccia giungere in fretta all'abbandono delle tentazioni di gloria...Ma per chi ha trascorso la vita sotto il portico dei commerci, o per quelli che si sono dati al mestiere di raccontatori sperando di ricevere molti applausi, quel cambiamento è una cosa ardua e praticamente impensabile come la morte.
Sulla piazza centrale c'è un vasto portico dove gli abitanti più anziani e più ricchi si radunano. Lì si può notare spesso che qualcuno cerca di sbarazzarsi del proprio patrimonio, o della fama di bravo commerciante raggiunta nel corso della vita. Finge di sbagliarsi, si lascia ingannare, risponde a sproposito, disperdendo nella confusione e nello stordimento tutta la sua gloria, in modo da ridurre i risultati del lavoro di anni e anni alla sostanza cosiddetta del 'tempo perso'.
Attorno a quel portico, donne con vestiti variopinti vendono tale essenza in piccole ampolle...si suppone che l'essenza del 'tempo perso' (considerata una pozione magica), possa rinfrescare il cervello e il sangue, rallentare i battiti del cuore, distendere la pelle del volto contratta dal nervosismo e orientare il naso verso un buonissimo affare.
Gli affari migliori ispirati da tale essenza sono quelli che trasformano un ricco e stimato cittadino in una completa nullità, nel giro di pochi minuti.
Astafali racconta che al tramonto si vedono certi vecchi andare in giro facendo capriole nel fango, insozzati di sterco, con addosso pelli di pecora ed emettendo belati pietosi. Altri con ridicole corna di vacca vanno esibendo in pubblico i loro pietosi genitali, ridacchiando come se fossero la cosa più ridicola al mondo. Sono anziani che fanno gli esercizi del cambiamento, già sulla via della santità; e dopo mesi dedicati a simili esercizi, sollevano una smorfia asciutta negli astanti: segno di un destino inverso e ormai irrimediabile. Quello è il segnale che nessuna loro glorificazione sarà più possibile e che tutta la loro vita si è finalmente risolta in un puro spreco di tempo secondo il volere dell'Essere del Largo Respiro.
Solo a questo punto l'uomo potrà avere la certezza che la propria vita sia stata soltanto un bagliore d'iridescenza, uno spettacolo a vuoto come tanti altri, tutto brulicante di sensazioni, ma effimero come un'ombra su un muro o come il riverbero dei raggi del sole su una duna di sabbia.
Il raggiungimento di tale certezza ispira canzoni molto melodiose, che si sentono levarsi a notte tarda dai margini della brughiera. Quelle canzoni, con parole bellissime ma incomprensibili, sono cantate in modo che ascoltandole non si sa mai se ridere o se commuoversi.
Lo sguardo serale di certi anziani vestiti di stracci esprime la stessa particolare incertezza, ed è un segno sicuro di santità.

(G. Celati, Fata Morgana, 2005)


Quando vedo tutta quella povera gente sui barconi, tutti i poveri del mondo...

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