Nelle relazioni di famiglia
l'ingannatore è il primo infelice. Non c'è più sicurezza per lui:
sempre ingiusto, ha sempre paura. (Stendhal)
Se un uomo ricco è veramente ricco
e ci tiene alla gloria, potrà fare una mossa che lo innalza al di
sopra di tante meschine controversie. Questa mossa consiste in una
generosa concessione con cui il ricco permette permette a quell'altro
(rimasto un povero normale Gonghi scarso di gloria) di servirsi di un
suo campo o del suo bestiame (del campo o del bestiame sottratti dal
ricco Fonghi al povero Gonghi scarso di gloria), dietro pagamento
annuale di un certo numero di noci di trepeu, o con altra moneta
contante, tipo dollari o sterline. Tante volte poi succede che per
avere quella beneficenza, il tipo scarso di gloria deve dare via
tutto quel che ha in casa, cucchiai, forchette, mobili, vecchie
bottiglie, profumi, anelli, turaccioli, vestiti, o impegnare quei
ritratti a olio molto richiesti. Molti neo-ricchi vivono così senza
far niente, vendendo le noci di trepeu agli importatori delle città
dell'interno, e sono tenuti in altissimo rispetto dai miseri
beneficati, nonché dalla popolazione tutta.
Questa viene chiamata dai più
istruiti neo-ricchi 'la via della ragione nel comodo universale
dell'uomo responsabile', secondo la formula usata da un loro santo
predicatore, il santo Pete Ponghi, di cui restano molti detti
economici.
E tra i neo-ricchi si fa a gara a
compiere atti di generosa concessione ai meno gloriati, atti che
innalzano l'uomo al di sopra delle bestie e forse un giorno lo
eleveranno anche al di sopra della morte e della putrefazione della
carne, secondo il santo Ponghi (protettore degli affaristi).
Con i suoi maneggi, il ricco o
aspirante ricco manifesta indubbiamente una grave forma di demenza: è
la demenza di voler possedere davvero qualcosa, qualcosa che sia
proprio suo e di nessun altro. I Gamuna fanno sempre finta di non
accorgersene...un personaggio del genere viene trattato da tutti con
gravità e condiscendenza in considerazione della sua malattia
mentale: sì, ma in un modo così prudente che lui crede d'esser
trattato davvero con rispetto. E infatti sembra che lo trattino con
rispetto, e forse ognuno lo tratta con rispetto, ma pensando alla
demenza del ricco che ha sempre la smania di metterti sotto i
piedi...
Ma è anche vero che mostrando al
ricco tanto rispetto si stimola il suo delirio, e si fa sì che lui
accampi sempre più pretese, e continui le sue angherie, fino a
quando la malattia lo trasformerà in un povero bagolone senile.
Gli anziani gamuna dicono
che...ognuno si dà da fare perchè vuole essere glorificato: e
lavora, vende, compra, ruba, si agita, suda, imbroglia per ottenere
una glorificazione familiare, o tra gli amici del bar, o sotto il
portico dei commerci...
Dunque gli anziani, quando
incontrano un giovane che cerca di essere glorificato, non sono avari
di lodi, anzi gliene cantano tante che lui si sbalordisce, poi si
esalta, poi trema tutto, poi comincia a insospettirsi, poi a fiutare
che la gloria è una minestra di parole, e infine ad accorgersi che è
sempre una minestra riscaldata. Questo è uno scherzo spesso
rappresentato sotto il portico dei commerci, e serve a far capire che
la gloria è solo una pazzia delle parole. Infatti gli anziani
chiamano le glorificazioni ed ogni sicumera per innalzare o
schiacciare qualcuno: 'racconti del cane che stravede' (anti kani
bilolok)...
Nell'età avanzata le ossa si
rimpiccioliscono, la cane diventa più fragile, il sangue circola
meno, e tutto il corpo diventa meno soggetto alle attrattive esterne.
Solo allora 'i racconti del cane che stravede' cominciano ad apparire
ridicoli, e molti vecchi pensandoci se la ridono tra sé...
Ecco la rivelazione portata dal
vento del deserto, quando qualcuno è pronto a sentirla nei
ventricoli del cuore; ed ecco perchè molti anziani a un certo punto
cominciano a evitare le lodi, dimenticarsi la gloria, perdere ogni
ricchezza. Diventano apatici, fanno sempre degli sbagli, sono
guardati come dei rimbecilliti, proclamano loro stessi d'esser dei
buoni a nulla.
Perchè vogliono avvicinarsi alla
morte come un'ombra che scompare da un muro senza lasciare traccia, e
si sentono più pacificati così...
Molti adulti gamuna a partire da una
certa età cominciano a pregare l'Essere del Largo Riposo, affinchè
li faccia giungere in fretta all'abbandono delle tentazioni di
gloria...Ma per chi ha trascorso la vita sotto il portico dei
commerci, o per quelli che si sono dati al mestiere di raccontatori
sperando di ricevere molti applausi, quel cambiamento è una cosa
ardua e praticamente impensabile come la morte.
Sulla piazza centrale c'è un vasto
portico dove gli abitanti più anziani e più ricchi si radunano. Lì
si può notare spesso che qualcuno cerca di sbarazzarsi del proprio
patrimonio, o della fama di bravo commerciante raggiunta nel corso
della vita. Finge di sbagliarsi, si lascia ingannare, risponde a
sproposito, disperdendo nella confusione e nello stordimento tutta la
sua gloria, in modo da ridurre i risultati del lavoro di anni e anni
alla sostanza cosiddetta del 'tempo perso'.
Attorno a quel portico, donne con
vestiti variopinti vendono tale essenza in piccole ampolle...si
suppone che l'essenza del 'tempo perso' (considerata una pozione
magica), possa rinfrescare il cervello e il sangue, rallentare i
battiti del cuore, distendere la pelle del volto contratta dal
nervosismo e orientare il naso verso un buonissimo affare.
Gli affari migliori ispirati da tale
essenza sono quelli che trasformano un ricco e stimato cittadino in
una completa nullità, nel giro di pochi minuti.
Astafali racconta che al tramonto si
vedono certi vecchi andare in giro facendo capriole nel fango,
insozzati di sterco, con addosso pelli di pecora ed emettendo belati
pietosi. Altri con ridicole corna di vacca vanno esibendo in pubblico
i loro pietosi genitali, ridacchiando come se fossero la cosa più
ridicola al mondo. Sono anziani che fanno gli esercizi del
cambiamento, già sulla via della santità; e dopo mesi dedicati a
simili esercizi, sollevano una smorfia asciutta negli astanti: segno
di un destino inverso e ormai irrimediabile. Quello è il segnale che
nessuna loro glorificazione sarà più possibile e che tutta la loro
vita si è finalmente risolta in un puro spreco di tempo secondo il
volere dell'Essere del Largo Respiro.
Solo a questo punto l'uomo potrà
avere la certezza che la propria vita sia stata soltanto un bagliore
d'iridescenza, uno spettacolo a vuoto come tanti altri, tutto
brulicante di sensazioni, ma effimero come un'ombra su un muro o come
il riverbero dei raggi del sole su una duna di sabbia.
Il raggiungimento di tale certezza
ispira canzoni molto melodiose, che si sentono levarsi a notte tarda
dai margini della brughiera. Quelle canzoni, con parole bellissime ma
incomprensibili, sono cantate in modo che ascoltandole non si sa mai
se ridere o se commuoversi.
Lo sguardo serale di certi anziani
vestiti di stracci esprime la stessa particolare incertezza, ed è un
segno sicuro di santità.
(G. Celati, Fata Morgana, 2005)
Quando vedo tutta quella povera gente sui barconi, tutti i poveri del mondo...
Già, ma involontari...
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