venerdì 16 ottobre 2015

vento in poppa a bauladu

E' tutta la notte che fischia il vento e infuria la bufera, sandaletti...eppur bisogna andar!
I lagoas verde e azzurro erano comunque belli ieri, nei pressi di Sete Cidades.
Ma ora eccoci già nel vecchio capoluogo dell'isola, quella Vila Franca do Campo, totalmente distrutta dal terremoto del 1522, e da allora decaduta.
Un mare ondosissimo, con una suggestiva ilha dinanzi a noi.
Tra poco, tempo permettendo, ci ripareremo dall'aria nelle calde fornaci d'acqua di Furnas per tutto il giorno, e sentiremo ribollire da sotto il sacro fuoco dei vulcani.
Siamo ospiti di un B&B inventato nel loro sontuoso appartamento da una coppia italiana (lei geologa marchigiana, lui siciliano, entrambi molto accoglienti, e contenti di poter incontrare dei loro conterranei, in una terra così lontana).

In questo viaggio con la nipote, il primo della nostra vita insieme, mi viene da rifare continuamente un gioco che facevamo con mia sorella e sua madre da piccoli: signora Bauladu e signora Cargeghe.
Consiste nella parodia di due anziane , che girano il mondo e lo commentano a modo loro, con cadenza e modi di dire, maledizioni e benedizioni che imitano forzatamente la lingua sarda.
Ridevamo da matti allora, era uno dei nostri giochi preferiti.
Ed anche noi ora ci scompisciamo come bambini scemi.
Marta ride talmente tanto che le viene mal di milza e sente la sera un certo risentimento alle mandibole.
Il nostro viaggio a due sta per concludersi, speriamo domani che arrivi davvero il sole come dicono (ma qui saltano tutte le previsioni del tempo), così proviamo ad andare in una di queste piccole spiagge, nere come il carbone...
Sarebbe un bel finire.


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