sabato 3 ottobre 2015

taccuini neri


'Che stupidi a lasciare la luce accesa in salotto, poco fa', mi ha detto.
Ero stupito che ci desse così tanto peso. Ma ora, dopo tutti questi anni,capisco meglio la tristezza improvvisa che aveva incupito il suo sguardo. Anch'io provo una strana sensazione se penso alle lampade che abbiamo dimenticato accese nei luoghi in cui non siamo mai tornati...

Sfilai dalla tasca il taccuino nero, e oggi rileggo gli appunti che avevo preso quella sera con una calligrafia rapida, mentre camminavamo verso rue Jussieu...E' più forte di me, in quel periodo ero sensibile come oggi alle persone e alle cose che sono sul punto di sparire.

La sua voce si faceva sempre più distante. E nel momento in cui scrivo queste righe, la voce è debole come quelle che ti giungono dalla radio, a notte fonda, disturbate dalle interferenze...Mi pare che all'epoca li vedessi tutti come se fossero dietro il vetro di un acquario, e il vetro ci separasse, me e loro. Così, nei sogni, osservi gli altri vivere le incertezze del presente mentre tu conosci già il futuro.

'Non capisco come faccia un ragazzo come lei a frequentare certa gente...'
Ho alzato le spalle.
'Sa, gli ho detto, io non frequento nessuno. La maggior parte delle persone mi è indifferente. A parte Restif de La Bretonne, Tristan Corbière, Jeanne Duval e pochi altri'.

Quando restavo in quel quartiere ad aspettarla, le serate erano lunghe, ma mi sembrava normale. Compativo quelli che dovevano segnarsi sull'agenda molti appuntamenti, alcuni addirittura con due mesi d'anticipo. Per loro tutto era fissato, e non avrebbero atteso mai nessuno.

Un tragitto in auto, di notte, a fari spenti, e per quanto tu stessi con la fronte appiccicata al finestrino, non avevi nessun punto di riferimento. E chissà poi se davvero ti chiedevi quale fosse la meta del viaggio ? Vent'anni dopo percorri la stessa strada, di giorno, e finalmente vedi tutti i particolari del paesaggio. Ma a che scopo ? E' troppo tardi, non c'è più nessuno.

Poco fa mi trovavo in una libreria di rue de l'Odèon.
Faceva già buio. Sugli scaffali dei libri di seconda mano avevo scovato un romanzo con la rilegatura rosso sporco intitolato: Finis le reves, basta con i sogni...
Le mie ricerche erano risultate vane e dopo un po' di tempo avevo finito per abbandonarle. Non mi facevo più molte illusioni. Un giorno o l'altro tutto questo sarebbe caduto nell'oblio.

Mi ha portato sul lungofume, verso l'Ile Saint-Louis...
Una sensazione di leggerezza e di vacanza.
Vacanza: condizione di ciò che è vacante, disponibile.

Il bosco, i viali deserti, la massa scura dei palazzi, una finestra illuminata che ti dà la sensazione di aver dimenticato di spegnere la luce in un'altra vita, oppure che qualcuno ti stia ancora aspettando...Tu devi essere nascosta in quei quartieri. Sotto che nome ? Prima o poi troverò la via. Ma, ogni giorno, il tempo stringe e, ogni giorno, mi dico che sarà per un'altra volta.

(Patrick Modiano, L'erba delle notti, 2012)


Da tempo volevo leggere Modiano, ma ci sono arrivato, tra un taccuino e l'altro, invitato da un altro libro appena letto, in cui il protagonista incontra Modiano ai giardini del Luxembourg e gli chiede di una donna: La donna dal taccuino rosso di Antoine Laurain.
Ma di questo, scriverò un'altra volta, la prossima...










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