Alceste non può sposare Selimene, salvo avviarsi ad accettare il mondo qual'è; non può sposare Eliante salvo rifiutare il mondo qual'è e dimenticare il fascino che esso esercita su di lui; non può suicidarsi, salvo ridurre il proprio caso alla patologica condizione di un atrabiliare inguaribile; e non può neppure mettere in pratica il proprio dichiarato progetto di fuggire dal mondo, e di trovare la sincerità dei rapporti umani, in una società composta da lui solo, salvo eliminare il problema stesso e la ragione stessa del proprio dramma.
La mia opinione è che la storia di Alceste si interrompa, nel racconto di Moliere, dopo aver completato un ciclo: essa non ha un principio, una progressione, un'acme, uno scioglimento o una soluzione: Alceste è sempre così e sarà sempre così; la sua vicenda ha un andamento ciclico.
Egli può anche vivere in quel mondo così diverso da lui, fino a che un qualsiasi incidente non scatena la crisi; la crisi raggiunge un suo parossismo, al termine del quale Alceste decide la rottura con quel mondo che gli è ormai insopportabile, ma gli amici interverranno, la crisi stessa si allenterà, Alceste ricomincerà daccapo.
Così come non ha una definizione, il suo dramma non può avere una soluzione: la sua storia si sviluppa in un mondo 'a porte chiuse'.
(da L.Lunari, La più ardua commedia di Moliere, in Il misantropo, BUR, 1982)
da Carlo Alfredo Clerici e Laura Veneroni, Ipnosi animale, immobilità tonica e basi biologiche di trauma e dissociazione ,Roma, Aracne, 2011, intervista a Gallup: «Varie osservazioni hanno portato a sviluppare l'ipotesi della distanza difensiva. È stato osservato che quando la preda rileva la presenza di un predatore la risposta iniziale è quella di fermarsi per minimizzare la localizzazione; se la distanza tra i due inizia a diminuire, e quindi la localizzazione è avvenuta, la risposta più comune è quella di "prendere il volo" o comunque di scappare. Man mano che diminuisce la distanza, ed avviene il contatto, la reazione più probabile nella sequenza è quella di "ribellarsi" a questo contatto, ma se la distanza diminuisce ancora, a quel punto la risposta difensiva è l'immobilità. Sembra che i predatori siano programmati dalla storia evolutiva a rispondere ai comportamenti di difesa delle vittime e, se succede che le vittime si arrestino e non oppongano più resistenza, allora può accadere che molti predatori non portino a termine la sequenza predatoria» |
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