domenica 4 marzo 2012

canarino

Qui a Las Palmas de Gran Canaria non fa nè caldo nè freddo.
Ci sono 20/25 gradi, ma il sole, soprattutto la mattina sta sempre sopra una fitta coltre di nubi grigio-chiare, e non spunta quasi mai.
Solo ieri l'abbiamo sentito forte, a 2000 metri, su un Roque chiamato Nublo (bel paradosso).
Alla spaggia de Las Canteras, vicino a casa di M., c'è spesso vento e senti lo scroscio di onde alte, soprattutto la sera.
Con C. una mia frase fatta di questi giorni, sin da quando ci siamo incontrati a El Prat di Barcelona, è 'sono minimamente interessato'.
In questi giorni, come sempre ultimamente, anche in viaggio, mi alterno tra questi stati: quel che vedo o vivo 'non mi fa nè caldo nè freddo', oppure 'sono minimamente interessato', oppure no.
Non vado oltre questa soglia, minima, di vita, appena adatta a star vivo.
Un calore simile a quello del the alla vaniglia che ora sorseggio pigramente, sempre troppo tiepido e un pò insapore, come tutto quello che di solito esce da un forno a microonde, almeno a me.

Qualche buon sapore, e un pò più forte ?
La vitalità -oltre i suoi stessi limiti- di C., e della sua giovinezza profonda,che ancora lotta per la vita, tra i flutti, e i tentacoli -teneri e violenti- di sempre nuove Vergini Marie.
La potenza dei dracones, dracene alte e succulente, che si stagliano nell'aria.
La presenza invadente e gustosa dell'ajillo, nelle salse, sui gamberi, sul pes espada a la plancha, sul pane.
Il sorso, ingollato o lentamente accolto, di un chupito di RumMiel, precioso.
L'altra notte, verso le 3, in un locale pseudo hawaiano (Aloha), ne ho bevuto uno che si chiamava 'Orgasmo' (mi accontento così, in mancanza d'altro... No, non mi accontento, in verità, ma la vita mi scorre accanto, e non la prendo più, davvero...)
La guardo, se posso, e se non dà troppo dolore, come le donne che si strusciano e strusciano su Calle Amenizabal, tutte tiratissime e trassate, sotto gli occhi di maschi inetti e inadeguati, come ovunque. Come me, invisibile e trasparente, assente ai loro occhi, e non solo per come mi vesto, che pure conta.
E' un'estraneità, un'alienazione più intima e profonda quella che sento, mia per loro e loro per me.
Decine di bottigliette di birra e vasos de tinto sui tavoli, in un gioco nauseante e infinito, leggero e senza fiato, che mi avvolge, in cui provo a giocare, ma che 'non mi interessa minimamente'.
Indifferente gioventù s'allaccia.
Sbanda a povere mete.
Ed è la paura della morte che
infine
aiuta a vivere (U.Saba)

Fare il canarino, in questa gabbia ?
Una gabbia dorata, laccata e placcata, ma senza pregio.
Una colonia trascurata e lontana, da conquistatori distratti e odiati (Fora los godos! (Fuori i goti!), su qualche muro...).
Ma con la benenvolenza di chi ha ancora la verde ad un euro, ed una sorta di zona franca in cui galleggiare, in questa crisi che tutto taglia e inizia a percuotere.
M., il  nostro affettuoso e curioso ospite-bambino ferrarese, cura i bambini nel pronto soccorso di qui, dove ha scelto di passare i quattro anni di specializzazione.
'L'Università è molto meno baronale, familista e inefficiente che da noi', mi conferma.
Segue poco l'attualità, non fa politica, ma -da medico in erba- vede, e dice:
'L'Europa è come un malato terminale, in coma irreversibile, che ancora sopravvive, ma a cui è già stata staccata la spina...E' spacciato, ma ancora non è clinicamente morto...'
Mi ha ricordato la moglie di George Clooney in 'Paradiso amaro'.
Così come Las Palmas ricorda la triste Honolulu, i tristi tropici, di quel film: super-costruita e super-abitata, con molti orribili palazzoni per i suoi 750.000 abitanti accalcati, e così poco africani.
Un bel centro storico, per i turisti, ma non molto di più.
I guanchos, la popolazione indigena sterminata da tempo, è sopravvissuta solo al museo.

Domani, girando in guagua ( i bus si chiamano come a Cuba, e alcune altre cose di qui me la ricordano..questo posto assomiglia più all'America Latina che all'Africa, mi pare...), cercheremo le grandi dune di Maspalomas, a sud, dense di sabbia chiara, di gay e corpi nudi concentrati e palestrati, al sole.
Un luogo naturale bellissimo, ci dicono, un pezzo di Sahara sul mare, ma le cui strade circostanti -sulla mappa che leggo qui, vicino al gatto- hanno alcuni nomi dei tour operators che l'hanno conquistata e che la vendono ogni giorno!
Martedì saremo a Lanzarote, fuori dalle città, nei pressi di Harìa.
Pare che il mitico architetto Manrique l'abbia (quasi) salvata da tutto questo.
I miei occhi ed il mio cuore di canarino hanno bisogno di riprendersi gli occhi ed il cuore di queste isole. Attendo ancora di incontrarle e di incontrarmi.
Non so più cosa sperare, in fondo...

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