domenica 22 gennaio 2012

verso un'ecologia dei forconi

Mentre il Monti e la Passera continuano a praticare il loro mestiere di banchieri e illusionisti senza troppa inventiva, una novità si staglia nel panorama politico e sociale del nostro paese: il movimento dei forconi.
Una gran massa di persone, che mescola bellamente tre simboli e tre fasi storiche (quella dei forconi, quella dei Tir, quella di Facebook), si è decisa a non attendere più e si è messa ad incasinare le strade, i trasporti, la consegna delle merci, i fiumi di petrolio.
La Confindustria li accusa di connivenze mafiose, il sindacato li scomunica come eretici.
Ma quel che prosegue ad emergere è un vero e proprio strappo tra varie parti sociali e chi sinora li ha rappresentati (organizzazione di categoria, partiti, istituzioni intermedie: che ormai possono solo 'perdere potere, lamentarsi e stare al gioco').
Magari non condivido nulla dei contenuti delle loro proteste 'corporative': bisognerebbe considerarle una ad una e forse neppure così sarebbe possibile capire chi ha torto e chi ragione e se torto e ragione esistono ancora...
Ma trovo interessante il metodo: dell'azione diretta, della messa in gioco senza mediazioni, attraverso pratiche di boicottaggio capaci di mettere in ginocchio un'isola intera per giorni e giorni e rivelando la totale fragilità e vulnerabilità dei nostri sistemi di vita.

Sarebbe interessante se tutto questo sfuggisse finalmente dai grandi contenitori tradizionali, sindacali e di rappresentanza, e sfociasse in tutta la sua irruenza, rendendo ingovernabile il paese.
Lo sapete: se devo scegliere tra catastrofe della 'democrazia' e Democrazia Cristiana, ho le idee chiare da qualche tempo...
Costi quel che costi, anche a me.
L'Italia non è la Grecia, si dice.
Vediamo che fine farà Papademos, quando il fallimento sarà finalmente dichiarato, nonostante i sacrifici e le manovre succhiasangue. E quando sarà chiaro a tutti che la 'guerra in corso' (come l'ha definita anche Camilleri sul Sole 24 ore qualche giorno fa) non si combatte - almeno qui da noi, e per ora...- con bombardieri e mitra, ma a colpi di spread, declassamenti e privatizzazioni.
E che questa guerra ci vede come vittime designate, senza colpo ferire.
I capi e i ricchi, quasi tutti, proveranno a scappare, al momento giusto, come Luigi ed Antonietta da Versailles o Victor Cavallo, Tre-Monti d'Argentina...

Sempre che, dopo i forconi, non arrivino le forche...
Perchè la strada che stiamo prendendo conduce lì, purtroppo: ad un aumento esponenziale della violenza manifesta che andrà ad aggiungersi e a contrapporsi, in un'escalation senza uscita, a quella coperta, in stile british, inappuntabile ed ironica, di Monti e Draghi.
Questo è quel che si prepara, inutile negarlo.
E' un futuro già scritto.
Salvo miracoli (e forconi), ovviamente.
Perchè 'può anche darsi che gli uomini siano agli estremi, ma alla fine tocca a noi decidere quando è l'ora di chiudere bottega!' (G.Grass, La ratta).

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