SATURNALIA Feste popolari in Roma antica, in onore di Saturno, nelle quali si scambiavano auguri e doni e, soprattutto, era concesso agli schiavi di prendere temporaneamente il posto dei padroni
martedì 27 febbraio 2018
il (non) voto utile
Eccoci giunti a ridosso
dell'appuntamento elettorale.
Mi preparo ad andare al seggio e a fare
astensione attiva.
Dichiarerò e farò verbalizzare:
Voglio vivere in una democrazia e questa non lo è.
Se potrò, regalerò una copia di Fare
il morto al presidente di seggio, che spero mi accolga con rispetto e
attenzione.
Credo davvero e sempre di più che sarà
l'unico voto utile, questo mio e nostro non voto.
Siamo usciti dall'invisibilità
dell'astensione trascurabile.
Abbiamo voluto ricordare che astenersi è un modo di partecipare ed è una forma di voto, e non di non-voto.
Abbiamo dimostrato di non essere
indifferenti alla politica o alle sorti della democrazia nel nostro
paese.
Abbiamo superato il solipsismo
dell'astensione solitaria e rancorosa.
Siamo riusciti a raggiungere molte
persone in questo mese, a capire che un po' di loro l'aveva già
fatto, da soli e in silenzio
E che, intorno all'astensione
dichiarata, vige -a sua volta- ancora una forte congiura del silenzio
da parte dei mass media, con rarissime eccezioni.
Dobbiamo aspettare, per un possibile
boom della CAP, le prossime elezioni.
Il crac dei Cinquestelle aprirà la
stura ad un aumento ulteriore dell'astensionismo potenziale, che oggi
spera ancora in loro (ma solo per questa volta, ormai, e invano...).
Per questo, anche dopo il 4 marzo,
sarebbe importante proseguire
-ad insistere perchè siano rese
pubbliche le motivazioni di chi si astiene (e che questo non avvenga
solo attraverso il nostro Rac-contatore autogestito, ma da parte
delle istituzioni stesse),
-a coordinare e mettere in contatto
tutte le persone e i movimenti che hanno indetto o fatto propria
l'idea e la vogliano praticare domenica prossima e nel prossimo
futuro,
-ad avviare una campagna per la
presenza, alle prossime elezioni, di un quorum del 50% di votanti
quale condizione imprescindibile per una loro validità,
-a stimolare la sperimentazione di
alternative ad una democrazia parlamentare che scaturisca (soltanto)
dal voto, e non da altre forme di elezione (ad es. la sorte, come ben
esemplificato da Van Reybrouck nel suo 'Contro le elezioni'),
-a riflettere sui limiti più generali
della rappresentanza e su come compensarli con un aggiunta
nonviolenta di democrazia diretta.
Personalmente non credo che le nostre
società saranno democratiche a lungo, neppure più formalmente, come sono ora.
Ma se ci sarà ancora qualche
interstizio possibile per una democrazia in occidente, credo che
queste siano le vie da percorrere ancora...
mercoledì 21 febbraio 2018
martedì 20 febbraio 2018
e che male c'è ?
Nonostante le
nostre retoriche e ipocrite leggi antifasciste assistiamo
progressivamente allo sdoganamento di movimenti e gruppi politici
dichiaratamente fascisti che da qualche tempo si presentano anche
alle elezioni, fanno comizi per le strade, sparano ai negri.
Di per sé non
granchè, se non fossero protetti e tollerati dai neofascisti in
doppiopetto, quelli della finanza e del mercato, che attendono di
poterli usare quando sarà il momento, magari già dopo la prossima
non-vittoria elettorale, che comunque li porterà a governare per
volere del Fato (che, come si sa, da sempre conta più dei voti).
Quel che stupisce è
che ancora una volta gli appestati non appaiano i fascisti, ma i
cosiddetti 'antagonisti', quelli che scendono -ingenuamente e come
agiti da un condizionamento reattivo ed automatico- a cercare di
impedir loro di manifestarsi pubblicamente.
Gli 'antifà' mi
sembrano sinceramente patetici e anacronistici quanto i 'fa', da
sempre.
Ma che loro, ancora
una volta, si scontrino con la polizia e i fascisti no, mi sembra
assurdo e ingiusto.
Nonostante
l'inconsistenza politica dell'onestismo, che ancora una volta -nella
sua più recente versione grillina, dopo quella berlingueriana e
dipietrista- si rivela ingenuo nella sua pretesa che le persone siano
più forti del potere e del denaro e va ad infrangersi e corrompersi
nella palude istituzionale e partitica, non dobbiamo dimenticare
comunque che loro, i parlamentari Cinquestelle, hanno versato metà
del loro stipendio al microcredito, mentre tutti gli altri se li sono
tenuti stretti e se li sono spesi di qua e di là.
Eppure ora gli
appestati appaiono quei dieci farisei, che infangherebbero tutto il
movimento, e non i partiti tradizionali e i loro rappresentanti, che
continuano a prendersi stipendi interi e vitalizi da favola.
Non credo al peana
dell''onestà, onestà!', non credo al voto per le persone perbene,
per quelle che 'faranno i nostri interessi'.
Ma che i grillini
si prendano lezioni di moralità da Renzi o Casini (come se non
bastasse essere definiti 'populisti', 'barbari anti-sistema' o
'pauperisti' da Berlusconi, il 'senza ritegno' per eccellenza), mi
sembra assurdo e ingiusto.
Nonostante la
vuotezza e l'impresentabilità assoluta di candidati e partiti in
generale e nonostante la totale inutilità e ritualità delle
celebrazioni elettorali in corso, si continua a cercare di far
credere che il vero pericolo per la democrazia siano coloro che si
astengono.
Se ne parla solo
come di una percentuale nei sondaggi o come di una malattia, nessuno
dà voce ad almeno 15 milioni di persone (e quasi il 50% dei giovani
elettori).
Si confonde come
sempre il sintomo (l'astensione) con la malattia (la catastrofe della
democrazia) e il problema non sono più i politici ed i partiti, le
caste e i privilegi, le leggi elettorali, ma i malcapitati
astensionisti, che nessuno va ad intervistare o a conoscere e che,
per lo più, a loro volta, se ne stanno a casa, tra sconforto e
rabbia.
Con la CAP
(Campagna Astensionismo Attivo Pubblico) stiamo provando a renderlo
visibile e non più trascurabile e irrilevante per i molti che votano
e per chi continua a fare 'informazione' solo sulle beghe di palazzo
o sugli scandali di turno.
Si fa finta di
credere che l'autoesclusione di tanta gente non conti nulla e che
faccia del male solo a chi non partecipa. Ma non è così: una
democrazia vera non può vivere contro e senza i suoi cittadini.
Ma è proprio quel
mondo ' democratico' che si astiene: dal farsi domande, dal cercare
di vedere le cose come stanno, dal provare ad uscire da se stesso,
dall'iniziare a curare se stesso e non i suoi 'malati'.
lunedì 19 febbraio 2018
mercoledì 14 febbraio 2018
lettera ai giornali per l'astensione attiva
Siamo alcuni
dei tanti che anche alle prossime elezioni si asterranno
convintamente dal voto.
L'astensione, nelle attuali democrazie
occidentali, non è un fenomeno transitorio né tanto meno
immotivato.
Tende a crescere e crescerà ancora.
Non rivela necessariamente una visione
antistatalista o dichiaratamente anarchica, ma esprime sempre e
comunque una distanza e una disaffezione sulle cui motivazioni molto
si è già detto e scritto.
Non si tratta per lo più di
qualunquismo, disimpegno o di irresponsabilità, ma anzi di un
segnale esplicito di non collaborazione rispetto ad una democrazia
ormai asfittica e astratta, sempre più clientelare, impermeabile e
corrotta.
Abbiamo deciso di promuovere,.insieme
ad altri ed altre, una Campagna per l'Astensionismo Attivo Pubblico.
Vogliamo con essa rendere politicamente visibili e rilevanti tutti
quegli elettori potenziali che si asterrebbero comunque, ma in
privato e individualmente.
Crediamo sia importante che gli
astensionisti vengano fuori e si facciano presenti, ci mettano la
faccia per contribuire a democratizzare la democrazia, in uno spirito
di trasformazione nonviolenta della politica italiana.
Scriviamo al vostro giornale per
chiedervi uno spazio di informazione che si sta rivelando molto
difficile da ottenere: nessun giornalista sinora ha voluto o potuto
pubblicare un articolo sulla nostra Campagna e la pagina Facebook
aperta solo qualche giorno è stata subito oscurata senza dare per
questo alcuna giustificazione e poi riaperta ieri.
Ora abbiamo aperto un blog
https://astensionismoattivo.blogspot.it/
e stiamo proseguendo anche così a cercare di far sapere di noi al
maggior numero possibile di astensionisti ed indecisi.
Chiediamo anche a voi di svolgere la
funzione pubblica essenziale che la stampa e i media 'liberi'
dovrebbe svolgere in ogni vera democrazia, cioè quella di informare
i cittadini sulle possibilità di esercitare il loro diritto di voto,
ma anche quello di recarsi alle urne e rifiutare la scheda e lasciare
un reclamo che verrà letto in sede parlamentare, così come redatto
nel DPR 30 marzo 1957, n. 361 – art. 104
Confidando nella vostra sensibilità
democratica,
vi ringraziamo per l'attenzione
anche gianni rodari è con noi dall'aldilà...
se vi va, per capire meglio, anche se non condividiamo le loro valutazioni politiche, potete leggere anche questi articoli...
dux et faber
/
Ieri sono andato a vedere Sono tornato, reprise di Lui è tornato (libro e film di qualche anno fa, dedicato a Hitler).
Qui è il nostro Duce che torna, in una Roma e in un'Italia molto diversa apparentemente da quella che conosceva, ma nella sostanza non troppo cambiata: clientelismo, opportunismo, ipocrisia, retorica e demagogia la fanno ancora da padroni.
Terreno di coltura perfetta per il fascismo di allora. E non mancano i rigurgiti ancora oggi.
Il film è furbo, ambiguo, divertente e inquietante. Allarma, fa pensare. E' un bel pò cerchiobottista, ma forse è giusto così.
All'uscita i due miei amici pensavano che non fosse opportuno perchè esalta e favorisce la destra.
Altri pensavano che invece favorisse un ritorno al voto di quelli di sinistra per impedire la vittoria delle destre.
Io penso che sia un film utile a capire ulteriormente in che mondo siamo e in quali modi di pensare e di vivere siamo ancora, quali consensi possa avere quel tipo di cultura nel deserto globalizzato in cui viviamo.
Inutile nascondere la testa sotto la sabbia o essere politically correct.
Il film parla di Mussolini e del fascismo alla Casa Pound (peraltro con una scena esilarante in cui il redivivo accusa i fascisti di oggi di essere solo delle mammolette), ma di fatto evidenzia il neofascismo attuale, quello dei soldi, dei media, delle reti social, del modello culturale e politico in cui siamo immersi, e che non viviamo purtroppo come fascismo, ma che si muove proprio come un regime nelle nostre teste e nel nostro vivere quotidiano. (vedi su questo il link di Fusaro sul Fatto online di oggi https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/11/la-fiction-dellantifascismo-in-assenza-di-fascismo/4153040, in cui mi ritrovo pienamente).
Ieri ho visto in tv anche la prima puntata di Fabrizio De Andrè. Principe libero, e sinceramente sono rimasto molto deluso.
Faber sembra un avvinazzato bohemienne, che va a puttane, si spreca di qua e di là, inaffidabile e anarchico nel senso più retrivo e banale.
E scrive belle canzoni che, suo malgrado, diventano famose.
Mi sembra poco e male, per lui.
Manca qualunque riflessione politica e culturale, qualunque espressione di rivolta, se non in forme ingenue ed individualistiche, come colpi di testa e basta.
No, non ci siamo, per ora.
La fiction non si addice, forse, a un personaggio simile.
Anche questi format sono in fondo una forma di neofascismo attuale, che riduce tutto a soap opera, per quanto impegnata o rivolta a far conoscere persone che hanno tracciato un solco nella vita di molti.
Non ci siamo proprio.
Vediamo la seconda parte, oggi, ma....ho i miei dubbi.
Ieri sono andato a vedere Sono tornato, reprise di Lui è tornato (libro e film di qualche anno fa, dedicato a Hitler).
Qui è il nostro Duce che torna, in una Roma e in un'Italia molto diversa apparentemente da quella che conosceva, ma nella sostanza non troppo cambiata: clientelismo, opportunismo, ipocrisia, retorica e demagogia la fanno ancora da padroni.
Terreno di coltura perfetta per il fascismo di allora. E non mancano i rigurgiti ancora oggi.
Il film è furbo, ambiguo, divertente e inquietante. Allarma, fa pensare. E' un bel pò cerchiobottista, ma forse è giusto così.
All'uscita i due miei amici pensavano che non fosse opportuno perchè esalta e favorisce la destra.
Altri pensavano che invece favorisse un ritorno al voto di quelli di sinistra per impedire la vittoria delle destre.
Io penso che sia un film utile a capire ulteriormente in che mondo siamo e in quali modi di pensare e di vivere siamo ancora, quali consensi possa avere quel tipo di cultura nel deserto globalizzato in cui viviamo.
Inutile nascondere la testa sotto la sabbia o essere politically correct.
Il film parla di Mussolini e del fascismo alla Casa Pound (peraltro con una scena esilarante in cui il redivivo accusa i fascisti di oggi di essere solo delle mammolette), ma di fatto evidenzia il neofascismo attuale, quello dei soldi, dei media, delle reti social, del modello culturale e politico in cui siamo immersi, e che non viviamo purtroppo come fascismo, ma che si muove proprio come un regime nelle nostre teste e nel nostro vivere quotidiano. (vedi su questo il link di Fusaro sul Fatto online di oggi https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/11/la-fiction-dellantifascismo-in-assenza-di-fascismo/4153040, in cui mi ritrovo pienamente).
Ieri ho visto in tv anche la prima puntata di Fabrizio De Andrè. Principe libero, e sinceramente sono rimasto molto deluso.
Faber sembra un avvinazzato bohemienne, che va a puttane, si spreca di qua e di là, inaffidabile e anarchico nel senso più retrivo e banale.
E scrive belle canzoni che, suo malgrado, diventano famose.
Mi sembra poco e male, per lui.
Manca qualunque riflessione politica e culturale, qualunque espressione di rivolta, se non in forme ingenue ed individualistiche, come colpi di testa e basta.
No, non ci siamo, per ora.
La fiction non si addice, forse, a un personaggio simile.
Anche questi format sono in fondo una forma di neofascismo attuale, che riduce tutto a soap opera, per quanto impegnata o rivolta a far conoscere persone che hanno tracciato un solco nella vita di molti.
Non ci siamo proprio.
Vediamo la seconda parte, oggi, ma....ho i miei dubbi.
martedì 13 febbraio 2018
brutti figuri brutte figure figurine
BERLUSCONI
Uomo capace di enormi successi
editoriali, televisivi, sessuali, economici, sportivi e politici.
Ricchissimo, è amato e votato dai
poveri.
Pluricondannato, è osannato da tutti
quelli che avrebbero voluto poter commettere impunenente anche solo
una piccola parte di quel che lui ha fatto.
Capace di presentarsi sempre come nuovo
anche da vecchio.
Sempre finito, e sempre capace di
resuscitare, anche grazie ai suoi amici potenti (ed ai suoi avversari
impotenti).
Un immortale, che sa vivere tutto il
piacere del potere e che non si stanca mai di goderne.
Ci ha sempre governato, da almeno
vent'anni, anche quando non è stato ufficialmente al governo.
Ce la farà anche questa volta: pur
essendo ineleggibile, vincerà le elezioni.
GRILLO
Uomo dotato di grande vivacità,
intelligenza, visionarietà, curiosità e carisma.
Sta dietro le quinte e interviene
apertamemte solo quando le cose si complicano per i suoi adepti, che
lo venerano come un idolo.
Ecologista, ma anche sviluppista.
Contro i migranti, ma col sorriso.
Dittatore e fautore dell'orizzontalità
della rete.
Così ha preso voti a destra e a manca.
Ma ha raschiato il barile e i voti non
basteranno per governare, neppure questa volta.
Il suo movimento, dopo queste elezioni,
andrà in pezzi.
Di Maio ? E' solo un suo avatar, Non
esiste realmente, neppure per lui, il capo.
RENZI
Uomo dotato di grande energia, tenacia,
velocità, sfrontatezza.
Molto social, ma fa tutto da solo.
Gli altri esistono solo se collaborano
con quel che vuole lui, ma gli piacciono i gruppi di lavoro.
Fa tanto il simpatico da diventare
antipatico.
Vuole vincere, ma è sportivo quando
perde.
Vuole il potere, a qualunque costo,
dovesse anche tradire i suoi amici.
Senza scrupoli.
Da qualche tempo perde colpi e prenderà
legnate anche questa volta.
Cercherà di stare a galla, ma è alla
canna del gas.
Dopo la sconfitta elettorale, sarà
abbandonato da tutti, ma non da se stesso.
BONINO
Donna lucida e inossidabile,
intellettualmente onesta.
Ama i diritti umani quanto i rovesci
della medaglia.
Filoamericana, filoisraeliana, ed
europeista.
Tatticamente sagace, parla sia ai
poteri forti che ai deboli.
Sa farsi amare da entrambi.
Lady di ferro dal volto umano, resa
ancora più attrattiva dalla chemio.
Appare come una eterna outsider, mentre
è una politica di professione da quando è nata.
Sa fingere di non (far)sapere che sarà
eletta da Renzi e con Renzi.
Ma di lui non gliene importa nulla, lo
usa e basta (quanto lui usa lei, d'altronde).
BERSANI
Uomo gioviale e simpatico, emiliano
dell'altro secolo.
Crede ancora infatti nel lavoro come
valore sociale e nello sviluppo economico degli Stati.
Gli hanno chiuso la ditta, ma ancora
pensa di lavorarci dentro.
Fa da sempre il politico, non sa fare
altro (come D'Alema e tanti della sua lista, d'altronde).
Parla ancora di sinistra, come se lui
non c'entrasse nulla col suo disfacimento.
Eroe triste, perde sempre, anche quando
vince.
Ed uno come Grasso non gli sarà
d'aiuto.
Perderà di brutto, anche questa volta.
Ma vincerà, perchè ancora una volta
siederà in Parlamento, a fare l'unico lavoro della vita, oltre a
quello di inventare battute e frasi celebri (ma quello è lui o
Crozza ?).
SALVINI
Uomo dotato di pochi pensieri, coerenti
e lineari e di una efficace parlantina, che attrae il popolo.
Telegenico, diretto, convince
attraverso la ripetizione di concetti non troppo complessi.
Parla alla pancia del paese e si vanta
di essere populista.
Tipicamente lumbard, cerca di
espandersi al sud.
Ma ha tre avversari: chi non vota, chi
vota Berlusconi e chi ama Minniti.
Il futuro appartiene a quelli come lui,
ma ancora questa volta dopo il voto si troverà nel guado: sottostare
a Forza Italia o fare la fine della Le Pen. Si sa già cosa
sceglierà.
Sempre che Berlusconi, dopo le
elezioni, non scelga le grandi intese e lo molli.
MELONI
Donna simpatica, naif, furba e
accattivante.
Coatta al punto giusto per piacere a
molti.
Casalinga che vuole fare la premier.
Molto viva e divertente, quanto
fascista e pericolosa.
Poche idee, terribili, stupide, ma
chiare e suadenti.
Copre e farà eleggere gente peggiore
di lei.
Comunque vada, ha già vinto.
E' cresciuta, avrà un dicastero, e non
sarà più il Ministero per la Gioventù.
lunedì 12 febbraio 2018
sanremisti e sancazzisti
A Sanremo vincono Meta e Mori con una canzone pseudopacifista e fintoincazzata, che rappresenta perfettamente il clima dei giovani d'oggi: Mori è stato votato dalle ragazze solo perchè è un figo tenebroso, è una musica facile che riprende gli ipocriti slogan del dopo-attentato di Manchester: 'Non mi avete fatto niente, non mi avete fatto niente...!', frase ripetuta da un genitore che aveva perso sua figlia, uccisa dai terroristi.
La seconda, di Stato sociale (un gruppo di simpatici scoppiati retrò e situazionisti che imitano Gabbani), era bruttina ma almeno prendeva in giro gli stereotipi sociali del lavoro e dell'apparenza seriosa.
Insieme a Mirco e il cane, nella sezione giovani, avrei fatto vincere loro.
Ma chi se ne frega in fondo....!
Intanto, la Perugina sceglie le frasi di Emma Marrone per i Baci di San Valentino.
Dove sono andati a finire Catullo e Verlaine ?
Il Festival di Sanremo è stato interessante quanto la campagna elettorale in corso.
Ci sono giornali intelligenti, come ad es. il Fatto, che ha deciso di non pubblicare i nostri appelli astensionisti attivi ma che oggi invita a non badare ai programmi (che tanto non saranno seguiti e realizzati), ma a scegliere le persone giuste e oneste.
Teoria ancora più assurda, perchè la storia dimostra che le persone, dentro il Parlamento, non contano nulla, vengono divorate e neglette, soprattutto se giuste e oneste.
Così come quelli che continuano a dirmi che val la pena di votare Bonino o i Cinque stelle, ripeto: l'istituzione divora le persone, i rituali distruggono l'autonomia, le procedure neutralizzano l'originalità, le collusioni annacquano qualunque vera opposizione.
Chi voterà, chiunque voti, sarà complice di questo sistema.
La seconda, di Stato sociale (un gruppo di simpatici scoppiati retrò e situazionisti che imitano Gabbani), era bruttina ma almeno prendeva in giro gli stereotipi sociali del lavoro e dell'apparenza seriosa.
Insieme a Mirco e il cane, nella sezione giovani, avrei fatto vincere loro.
Ma chi se ne frega in fondo....!
Intanto, la Perugina sceglie le frasi di Emma Marrone per i Baci di San Valentino.
Dove sono andati a finire Catullo e Verlaine ?
Il Festival di Sanremo è stato interessante quanto la campagna elettorale in corso.
Ci sono giornali intelligenti, come ad es. il Fatto, che ha deciso di non pubblicare i nostri appelli astensionisti attivi ma che oggi invita a non badare ai programmi (che tanto non saranno seguiti e realizzati), ma a scegliere le persone giuste e oneste.
Teoria ancora più assurda, perchè la storia dimostra che le persone, dentro il Parlamento, non contano nulla, vengono divorate e neglette, soprattutto se giuste e oneste.
Così come quelli che continuano a dirmi che val la pena di votare Bonino o i Cinque stelle, ripeto: l'istituzione divora le persone, i rituali distruggono l'autonomia, le procedure neutralizzano l'originalità, le collusioni annacquano qualunque vera opposizione.
Chi voterà, chiunque voti, sarà complice di questo sistema.
as-tensio-attivi...siempre!
https://astensionismoattivo.blogspot.it/
vivi ha dovuto aprire un blog, perchè i grandi capi (quelli 'democratici' e 'antifascisti' che ci chiedono il voto per delle democratiche elezioni...) ci hanno oscurato e di fatto chiuso, senza darci motivazione alcuna, la pagina Facebook appena aperta.
L'unico giornalista che si era fatto vivo, del Fatto quotidiano, è stato subito bastonato e gli è stato impedito di pubbicare articoli su di noi sul demcraticissimo giornale del democraticisssimo Travaglio.
Insomma, siamo messi bene...
Comunque, la cosa va avanti, nonostante loro.
Se entrate nel blog e diventate follower e diffondete la notizia, ne saprete e ne farete sapere di più.
Intanto, proseguiamo con le cartoline, tra l'altro.
Ci siamo sbizzarriti (o imbizzarriti) così...
vivi ha dovuto aprire un blog, perchè i grandi capi (quelli 'democratici' e 'antifascisti' che ci chiedono il voto per delle democratiche elezioni...) ci hanno oscurato e di fatto chiuso, senza darci motivazione alcuna, la pagina Facebook appena aperta.
L'unico giornalista che si era fatto vivo, del Fatto quotidiano, è stato subito bastonato e gli è stato impedito di pubbicare articoli su di noi sul demcraticissimo giornale del democraticisssimo Travaglio.
Insomma, siamo messi bene...
Comunque, la cosa va avanti, nonostante loro.
Se entrate nel blog e diventate follower e diffondete la notizia, ne saprete e ne farete sapere di più.
Intanto, proseguiamo con le cartoline, tra l'altro.
Ci siamo sbizzarriti (o imbizzarriti) così...
martedì 6 febbraio 2018
lunedì 5 febbraio 2018
tre tremende americanate
La prima tremenda americanata è tutto questo finto scompiglio sulle molestie sessuali nel cinema.
Sinceramente, ne ho le palle piene di tutti questi appelli del cazzo.
Le cose vanno denunciate quando accadono, non quando diventa di moda e tutti rincorrono i molestatori di turno.
Basta!
Il rifiuto della violenza va realizzato quando avviene, altrimenti...puzza!
I fini giustificavano i mezzi, quando conveniva per la carriera: tutti amichetti e tutti zitti.
Quando non conviene più, si attacca e ci si libera la coscienza, come col purgante.
Meglio tardi che mai ?
No, non è un buon modo di vivere, non è etico tutto ciò (alla pari di chi molesta e violenta, e continua a farlo, imperterrito e impunito).
La seconda tremenda americanata è il film di Spielberg, The Post, ora nelle sale.
Sembra che sia stato scritto direttamente da Hillary Clinton e dal suo establishment.
Si attaccano Nixon e Kennedy (che tanto sono morti) per attaccare Trump (che pare ben vivo, nonostante gli attacchi e gli attacchi codini e ipocriti dei democratici).
La grande libertà americana, che celebra i suoi miti per nascondere il vuoto e la violenza strutturale dei suoi regimi, passati e presenti, e della sua cultura di fondo.
Tra vent'anni ci faranno vedere le torture di Guantanamo e ci chiederanno di esaltarci e di perdonare, e di guardare oltre e di dimenticare, come questo film ci chiede di fare per la vergognosa vicenda del Vietnam.
Gli americani non possono proseguire impunemente ad ammannirci le bombe dal cielo e i film da Hollywood.
Basta!
La terza tremenda americanata è il film di Guadagnino, 'Chiamami col tuo nome', una vera porcata di film, che -non a caso- si è preso vari Golden Globe dagli americani.
Un'accozzaglia di luoghi comuni sull'amore e i sentimenti, una mescolanza immangiabile di echi machisti dannunziani e frociaggine alla Versacci e Dolci&Gabbati.
Non si può essere politically correct anche verso questa immondezza.
Capisco che -visti i tempi che corrono- qualunque vagito del mondo gay venga apprezzato.
Ma non è un buon modo di risolvere i nostri sensi di colpa su un passato discriminatorio nè tantomeno i nostri problemi sessuali.
Basta!
Sinceramente, ne ho le palle piene di tutti questi appelli del cazzo.
Le cose vanno denunciate quando accadono, non quando diventa di moda e tutti rincorrono i molestatori di turno.
Basta!
Il rifiuto della violenza va realizzato quando avviene, altrimenti...puzza!
I fini giustificavano i mezzi, quando conveniva per la carriera: tutti amichetti e tutti zitti.
Quando non conviene più, si attacca e ci si libera la coscienza, come col purgante.
Meglio tardi che mai ?
No, non è un buon modo di vivere, non è etico tutto ciò (alla pari di chi molesta e violenta, e continua a farlo, imperterrito e impunito).
La seconda tremenda americanata è il film di Spielberg, The Post, ora nelle sale.
Sembra che sia stato scritto direttamente da Hillary Clinton e dal suo establishment.
Si attaccano Nixon e Kennedy (che tanto sono morti) per attaccare Trump (che pare ben vivo, nonostante gli attacchi e gli attacchi codini e ipocriti dei democratici).
La grande libertà americana, che celebra i suoi miti per nascondere il vuoto e la violenza strutturale dei suoi regimi, passati e presenti, e della sua cultura di fondo.
Tra vent'anni ci faranno vedere le torture di Guantanamo e ci chiederanno di esaltarci e di perdonare, e di guardare oltre e di dimenticare, come questo film ci chiede di fare per la vergognosa vicenda del Vietnam.
Gli americani non possono proseguire impunemente ad ammannirci le bombe dal cielo e i film da Hollywood.
Basta!
La terza tremenda americanata è il film di Guadagnino, 'Chiamami col tuo nome', una vera porcata di film, che -non a caso- si è preso vari Golden Globe dagli americani.
Un'accozzaglia di luoghi comuni sull'amore e i sentimenti, una mescolanza immangiabile di echi machisti dannunziani e frociaggine alla Versacci e Dolci&Gabbati.
Non si può essere politically correct anche verso questa immondezza.
Capisco che -visti i tempi che corrono- qualunque vagito del mondo gay venga apprezzato.
Ma non è un buon modo di risolvere i nostri sensi di colpa su un passato discriminatorio nè tantomeno i nostri problemi sessuali.
Basta!
sabato 3 febbraio 2018
passato che sa di futuro
Qualche giorno fa a Macerata un tossico nigeriano ha drogato, ucciso e fatto a pezzi una ragazza romana.
Oggi un ventinovenne italiano ha ferito sei neri sparando dalla macchina, sempre a Macerata.
Quando l'hanno preso, ha fatto il saluto fascista.
Quanti italiani, sotto sotto, sono con lui ?
Questo non è Far West, è Notte dei cristalli.
Ieri il Pentagono ha fatto uscire la sua periodica Nuclear Posture Review.
Si riparla di armi nucleari tattiche e di nemico russo. Altro che il piccolo Kim...
La nuova Guerra fredda riscalda i motori.
Solo propaganda dissuasiva ?
C'è da dubitarne.
Calenda sproloquia in tv dopo non essersi candidato.
Sembra Tremonti quando faceva il ministro del Tesoro ed anche il no global simultaneamente.
Contestava se stesso e faceva finta di non essere al governo.
Calenda (greca) si mette a pontificare sui rischi dell'automazione ed ha approvato il jobs act.
Dietro di lui finanza UE e Draghi, la vera destra.
Si preparano a governarci in diretta ?
Mi pare nelle cose.
Così come mi pare nelle cose che Amazon passi ai braccialetti che controllano ulteriormente i lavoratori.
In attesa dei robot, uomini quasi robot.
E che male c'è ? E cosa c'è da stupirsi ?
Un lavoro da schiavi, e neanche per tutti.
Ma il male (che conduce all'ozio globale) è il reddito di cittadinanza...!
Torna la fandonia-truffa degli indipendenti di sinistra che andavano insieme al PCI (ed ora al PD).
La Bonino attirerà voti dei soliti noti, perchè 'è una brava persona'.
Avviso: votando Bonino votate Renzi e i suoi amici (che 'non sono brave persone', direbbe Gaber).
Quante volte ancora a rincorrere specchietti per le allodole ?
Lo ripeto: tolleranza zero per chi li rivoterà.
Quando si lamenteranno della classe politica che hanno eletto gli riderò in faccia (sempre per non sputargli).
Oggi un ventinovenne italiano ha ferito sei neri sparando dalla macchina, sempre a Macerata.
Quando l'hanno preso, ha fatto il saluto fascista.
Quanti italiani, sotto sotto, sono con lui ?
Questo non è Far West, è Notte dei cristalli.
Ieri il Pentagono ha fatto uscire la sua periodica Nuclear Posture Review.
Si riparla di armi nucleari tattiche e di nemico russo. Altro che il piccolo Kim...
La nuova Guerra fredda riscalda i motori.
Solo propaganda dissuasiva ?
C'è da dubitarne.
Calenda sproloquia in tv dopo non essersi candidato.
Sembra Tremonti quando faceva il ministro del Tesoro ed anche il no global simultaneamente.
Contestava se stesso e faceva finta di non essere al governo.
Calenda (greca) si mette a pontificare sui rischi dell'automazione ed ha approvato il jobs act.
Dietro di lui finanza UE e Draghi, la vera destra.
Si preparano a governarci in diretta ?
Mi pare nelle cose.
Così come mi pare nelle cose che Amazon passi ai braccialetti che controllano ulteriormente i lavoratori.
In attesa dei robot, uomini quasi robot.
E che male c'è ? E cosa c'è da stupirsi ?
Un lavoro da schiavi, e neanche per tutti.
Ma il male (che conduce all'ozio globale) è il reddito di cittadinanza...!
Torna la fandonia-truffa degli indipendenti di sinistra che andavano insieme al PCI (ed ora al PD).
La Bonino attirerà voti dei soliti noti, perchè 'è una brava persona'.
Avviso: votando Bonino votate Renzi e i suoi amici (che 'non sono brave persone', direbbe Gaber).
Quante volte ancora a rincorrere specchietti per le allodole ?
Lo ripeto: tolleranza zero per chi li rivoterà.
Quando si lamenteranno della classe politica che hanno eletto gli riderò in faccia (sempre per non sputargli).
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