mercoledì 13 dicembre 2017

la rivoluzione nullafacente

Lo zio Mustafà in fondo si trovava bene in quella casa tranquilla, e vi si era stranamente abituato. Dormiva ormai quanto gli altri.Ogni tanto però si ricordava della sua vita precedente ed era preso da rimpianti. Emise quelche sospiro di una profondità insospettata. I sospiri dello zio davano sempre l'impressione di una fatalità iniqua e temibile che rattristava l'esistenza al di là dei limiti della noia.
Zio Mustafà, disse Rafik, ti dovresti far assumere alla radio. I tuoi sospiri avranno così una risonanza mondiale. Adoro i tuoi sospiri. E' come se in te si annoiasse l'intera umanità.
Galal, si alzò e si diresse verso la porta. D'improvviso si voltò.
Non ho bisogno di dirvi di non fare rumore. Andate dunque a dormire. Che fate là, svegli? Sul mio onore, siete tutti dei viziosi. Salute!

-Vuoi lavorare! Mi domando come una tale idea abbia potuto germogliare in te. Sei probabilmente un mostro o un imbecille. In ogni caso, sicuramente non sei della famiglia.
-Mi prendi in giro, maledetto!
-Ascolta Serag, non ti prendo in giro. Cerco solo di allontanarti da una cattiva strada. Credimi, il lavoro non fa per te, e per nessuno di noi. Sei giovane, ho veramente pietà di te. Non sai ancor cosa sia una fabbrica.
-E tu lo sai ?
-Sì, disse Rafik. Quando studiavo da ingegnere, ci hanno fatto visitare delle fabbriche. Erano grandi edifici insalubri e tristi. Vi ho passato i momenti più penosi della mia vita. Ho visto gli uomini che vi lavoravano; già non erano più uomini. Tuti portavano l'infelicità impressa nel viso. Se ho abbandonato i miei studi, è unicamente per non essere a capo di una tale orda di moribondi.

A sentire questa evocazione lugubre Serag rabbrividì.
-Lo sai, mio caro Serag, che ci sono paesi dove gli uomini si svegliano alle quattro della mattina per andare a lavorare in miniera ?
-In miniera!, disse Serag. Non è vero, vuoi farmi paura.
-E' vero, disse Rafik. Qui non abbiamo ancora miniere, ma arriveranno. Scopriranno qualunque cosa cosa pur di far lavorare gli uomini e abbrutirli.
-Chi te l'ha detto ?
-Nessuno. Ma conosco gli uomini meglio di te. Non tarderanno molto a trasformare questa valle fertile in un inferno. E' quel che chiamano il progresso. Non hai mai sentito questa parola ? Ebbene, quando un uomo ti parla di progresso, sappi che vuole asservirti.


Ho letto di un fiato questo fantastico, ironico, attualissimo libro di Albert Cossery, I fannulloni nella valle fertile, scritto nel 1948 e finalmente edito anche in Italia.
Un personaggio unico, ed un libro che esprime appieno alcune visioni già espresse da me in Fare il morto.
Un uomo che ha provato davvero a scrivere, e soprattutto a vivere, illudeticamente.


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