Siamo sul treno, lasciamo Trivandrum
diretti a Madurai, salutiamo il Kerala ed entriamo nel Tamil Nadu.
300 km, 5 ore di viaggio sul Tpj express! Da poco abbiamo passato la
punta dell'India, Cape Komorin.
Durante questi giorni abbiamo
incontrato varie persone accoglienti, molto premurose e semplici. Un
ricordo va:
alla signora (di cui non abbiamo
afferrato il nome) che badava alla casa nell'homestay di Fort Cochin,
sorella non sposata del proprietario che 'passa la sua vita ad esser
utile alla famiglia del fratello, perchè è giusto così'. Mani
rugosissime, sguardo dolce e liquido, le migliori colazioni di questa
settimana.
all'accoglienza pseudoamericana di
Freddie, che ci ha ospitato nella sua homestay a Trivandrum,
operatore turistico ed evasore fiscale, grande pancia ed accanito
fumatore, esponente dell'India in ascesa che scimmiotta la vita
occidentale.
all'autista del nostro primo tuk-tuk
che ci ha riportato da Mattancherry a Fort Cochin, bel giovane pelle
ebano e denti bianchissimi, la sua Piaggio apé era dedicata ai
bambini. Durante il tragitto rideva molto, scherzava sulla sua
Ferrari e quando prendevamo
delle buche ridefiniva gli scossoni tuk-tuk massage. Inoltre
conosceva l'espressione Roma Capoccia!
A
proposito dei trasporti l'India si rivela una grande anarchia
organizzata, il traffico è il più incasinato mai visto; di continuo
sembra di rischiare l'osso del collo tra sfioramenti continui e
frenate a suon di clacson (sound horn è scritto sul retro di tutti i
veicoli e qui vige la regola di suonare sempre). Anche le ferrovie
riservano ogni volta sorprese sulle scelte e denominazioni dei
biglietti, dei vagoni e delle classi. Non si riesce mai a capire qual
è il biglietto giusto e, quando siamo sul treno, il controllore ci
manda sempre da un'altra parte. Qualche mattina fa per il treno
Kollam-Trivandrum il bigliettaio voleva farci un biglietto
costoso-(240 rupie invece di 80...cioè 3.50euro anziché 1.1).Ci
siamo rifiutati chiedendo the cheapest ticket.
Saliti sul treno siamo stati espulsi dal vagone Sleeper (non prima di
essere amorevolmente accolti sulla cuccetta di un indiano che ci ha
scambiato per ucraini) e costretti al girone infernale della General
Class. Un unico vagone stipato di indiani poveri appesi ovunque o
schiacciati come sardine.
Meno
male che il viaggio era solo di un'ora ma abbiamo imparato per il
futuro. NO GENERAL CLASS!
D'altra
parte qui è molto difficile dire di no. Per esempio ieri prima di
entrare al parco zoo-botanico (abbiamo visto tigri, leopardi,
rinoceronti, ippopotami, pappagalli, serpenti enormi, antilopi,
pavoni e un orso) ci siamo fermati ad un chioschetto per bere un lime
fresh juice, e come sempre vivi
lo voleva senza zucchero e enri con zucchero, ma non ci siamo resi
conto che alla domanda no sugar,
salted? io non mi sono
limitata a dire No! ma ho anche scosso la testa da destra a sinistra
e viceversa come si fa da noi..solo che per loro questo è il
movimento che per loro dice sì! Anche
se non abbiamo ancora capito come fanno a dire No! La cosa divertente
è però che delle volte anche quando dicono No poi alla fine è Sì:
alla Victorian Library di Trivandrum non si poteva accedere senza
mostrare il passaporto ma poi ci siamo fatti un bel giretto. Poi enri
voleva un gelato al cioccolato ma si era sbagliato e l'aveva chiesto
al mango, inizialmente la barista ci ha detto No poi è tornata con
un cono al cioccolato.
Il mingherlino e
sdentato guardiano del teatro era triste mentre ci diceva che ieri
sera non c'erano spettacoli, gli dispiaceva di doverci dire No e vivi
se lo sarebbe portato a Roma da quanto era piccolo e gentile...
Un
altro casino enorme sono i culti induisti: già il culto è piuttosto
complicato e decisamente politeistico; si contano 3000 divinità
diverse e le divinità principali che continuamente si trasformano
nei loro avatar cambiando nome. Ma non è neanche mai facile capire
se, quando e quanto sia possibile entrare per i non credenti.
Centinaia di persone arrivano all'improvviso, lasciano i bagagli, si
vestono con il dothi o il sari, pagano le offerte, lasciano le scarpe
e lavano i piedi e poi si inoltrano nei grandi templi totalmente
circondati dal caos e dai palazzi della città.
Al centro, alla
Palayam Junction siamo noi ad esserci inoltrati nel College
universitario ospitato in centenarie strutture vittoriane ora in
decadenza ma in cui studiano ancora migliaia di ragazzi e ragazze che
ci hanno accolto festosamente nonostante il clima da esami. Il
serioso enri si fa ritrarre davanti alle sacre porte del dipartimento
di filosofia mentre vivi...
Usciti da lì ci siamo trovati in tutt'altro ambiente, il Connemara market, circondati da collane e medaglioni di profumati fiori votivi, frutta e verdure (abbiamo assaggiato le squisite banane rosse) e pesci di ogni misura.
Dobbiamo
confessare che ieri notte, dopo una settimana di zuppe allo zenzero
e cardamomo, biriyani, dosa, dal, thali, roti, chapati, ghee, paneer,
aloo, peas masala, curries, ci
siamo rifugiati in un burger lounge locale e ci siamo sparati due
beef cheese burger e french fries con succo lime-mint! Che gusto! Ma
nessuna pizzeria all'orizzonte per ora, per il povero enri...
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