Piazzisti
Fontana
Nell'anniversario
esatto della strage (impunita) di Piazza Fontana arriva il nuovo
governo Gentiloni.
Ed
in effetti, al di là delle apparenze modeste e della scarsa
inclinazione al cambiamento, questo governo avrà un effetto-bomba
sulla politica italiana.
Renzi
mantiene e manterrà il controllo del PD, ed anche del suo
elettorato, che è ormai in massima parte composto di lib-dem nei
secoli fedele, qualunque cosa accada.
Il
PD non è più da tempo un partito di sinistra, tra poco non sarà
neppure più un partito di centro-sinistra. Quel che avverrà nei
prossimi mesi sarà il suo definitivo spostamento al centro, alla
stregua del partito democratico americano.
Questa
trasformazione avverrà anche per Forza Italia che, da partito di
centro-destra, si trasformerà in partito dichiaratamente centrista,
avvalendosi di un nuovo patto elettorale con il PD per cambiare
l'Italicum e giungere ad una legge elettorale che cercherà di
rimettere al centro i due partiti neo-centristi e di ricreare una
nuova conventio ad excludendum (ora rivolta, anche con il beneplacito
di USA ed UE, verso Lega e Cinquestelle).
Ma
sono solo dei piazzisti di se stessi, non hanno più neppure gli
aspirapolveri da vendere.
Il
loro tentativo è destinato a fallire: il centro non ha più futuro,
storicamente parlando.
La
nuova fase di governo e l'eventuale nuova legge elettorale
favoriranno inevitabilmente la crescita dell'insofferenza e del
malcontento, già abbondantemente espressi dal No.
E
con essi la crescita dei Cinquestelle e della destra, in qualunque
modo o tempo si vada al voto.
Assisteremo
a un ulteriore polarizzazione ed estremizzazione dell'elettorato,
unite ad un'altissima percentuale di astensioni.
Il
sistema tradizionale si sta, anche con questo governo, barricando a
difesa di se stesso, sta solo prendendo (e perdendo) tempo, e lo fa
perchè non ha alternative.
Si
sta scavando la fossa, ed ha ragione a farlo, perchè è morto.
In
tutto questo, l'ineffabile Svendola dichiara conclusa l'esperienza di
Sel e si tuffa, senza colpo ferire e senza uno straccio di
autocritica, nel mare di Sinistra Italiana, insieme al povero Ste
Fessina e a Posapiano Sposapia.
In
attesa (illusoria) che giungono a loro anche i vari D'Alemoni,
Bersanini e Speranzielle (vane) di scissione.
E
ovviamente, come sempre, per andare a rifare l'alleanza elettorale
col PD (e farsi rifregare ancora una volta, come già accaduto più
volte nei vari governi Prodi, D'Alema e Renzi)
A
quel punto, se proprio si vuole andare a votare, meglio i
Cinquestelle.
Almeno
siamo sicuri che l'alleanza col PD non la faranno mai: o andranno al
governo da soli o non ci andranno.
Due
considerazioni finali.
1.
Tutti questi ragionamenti sono validi all'interno della situazione
data, ancora formalmente democratica.
Ma
l'esperienza di Syriza in Grecia ci dice che anche una vittoria dei
Cinquestelle o della Lega non porterebbe necessariamente ad un
cambiamento nella politica del governo; potrebbe anzi accelerare un
intervento diretto e ricattatorio della troika sui nostri equilibri
politici interni.
2.
La catastrofe del sistema politico tradizionale non esclude altri
scenari, del tutto al di fuori delle attuali cornici. Piazza Fontana
ci ricorda quali metodi si è soliti utilizzare in Italia (e in Turchia) quando la
situazione rischia di precipitare.
Qui
da noi niente è tanto fantapolitico che non possa davvero, ancora
una volta, accadere.
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