martedì 13 dicembre 2016

Piazzisti Fontana

Piazzisti Fontana

Nell'anniversario esatto della strage (impunita) di Piazza Fontana arriva il nuovo governo Gentiloni.
Ed in effetti, al di là delle apparenze modeste e della scarsa inclinazione al cambiamento, questo governo avrà un effetto-bomba sulla politica italiana.

Renzi mantiene e manterrà il controllo del PD, ed anche del suo elettorato, che è ormai in massima parte composto di lib-dem nei secoli fedele, qualunque cosa accada.
Il PD non è più da tempo un partito di sinistra, tra poco non sarà neppure più un partito di centro-sinistra. Quel che avverrà nei prossimi mesi sarà il suo definitivo spostamento al centro, alla stregua del partito democratico americano.
Questa trasformazione avverrà anche per Forza Italia che, da partito di centro-destra, si trasformerà in partito dichiaratamente centrista, avvalendosi di un nuovo patto elettorale con il PD per cambiare l'Italicum e giungere ad una legge elettorale che cercherà di rimettere al centro i due partiti neo-centristi e di ricreare una nuova conventio ad excludendum (ora rivolta, anche con il beneplacito di USA ed UE, verso Lega e Cinquestelle).

Ma sono solo dei piazzisti di se stessi, non hanno più neppure gli aspirapolveri da vendere.
Il loro tentativo è destinato a fallire: il centro non ha più futuro, storicamente parlando.
La nuova fase di governo e l'eventuale nuova legge elettorale favoriranno inevitabilmente la crescita dell'insofferenza e del malcontento, già abbondantemente espressi dal No.
E con essi la crescita dei Cinquestelle e della destra, in qualunque modo o tempo si vada al voto.
Assisteremo a un ulteriore polarizzazione ed estremizzazione dell'elettorato, unite ad un'altissima percentuale di astensioni.
Il sistema tradizionale si sta, anche con questo governo, barricando a difesa di se stesso, sta solo prendendo (e perdendo) tempo, e lo fa perchè non ha alternative.
Si sta scavando la fossa, ed ha ragione a farlo, perchè è morto.

In tutto questo, l'ineffabile Svendola dichiara conclusa l'esperienza di Sel e si tuffa, senza colpo ferire e senza uno straccio di autocritica, nel mare di Sinistra Italiana, insieme al povero Ste Fessina e a Posapiano Sposapia.
In attesa (illusoria) che giungono a loro anche i vari D'Alemoni, Bersanini e Speranzielle (vane) di scissione.
E ovviamente, come sempre, per andare a rifare l'alleanza elettorale col PD (e farsi rifregare ancora una volta, come già accaduto più volte nei vari governi Prodi, D'Alema e Renzi)
A quel punto, se proprio si vuole andare a votare, meglio i Cinquestelle.
Almeno siamo sicuri che l'alleanza col PD non la faranno mai: o andranno al governo da soli o non ci andranno.

Due considerazioni finali.
1. Tutti questi ragionamenti sono validi all'interno della situazione data, ancora formalmente democratica.
Ma l'esperienza di Syriza in Grecia ci dice che anche una vittoria dei Cinquestelle o della Lega non porterebbe necessariamente ad un cambiamento nella politica del governo; potrebbe anzi accelerare un intervento diretto e ricattatorio della troika sui nostri equilibri politici interni.

2. La catastrofe del sistema politico tradizionale non esclude altri scenari, del tutto al di fuori delle attuali cornici. Piazza Fontana ci ricorda quali metodi si è soliti utilizzare in Italia (e in Turchia) quando la situazione rischia di precipitare.
Qui da noi niente è tanto fantapolitico che non possa davvero, ancora una volta, accadere.
















Nessun commento:

Posta un commento