Superata
la boa della prima settimana di viaggio.
I
giorni solari e illuminati, nebbiosi dentro, a La Garriga e Barcellona, con Cisil e tra amici, case
moderniste, arte catalana e musei, pranzi e cene a casa e fuori,
lunghe discussioni sulla vita e sul mondo, scherzi e ricordi.
Una
mattinata dedicata alla Sagrada Familia, concentrato di bellezza,
naturalezza ed artificio supremo, immersi tra tanta gente e luce
dell'est e dell'ovest, del mezzogiorno e del tramonto del vivere.
Poi,
da soli, verso la Cantabria, la ricca Santander e l'antica Santillana
del Mar, in giorni brumosi fuori e luminosi dentro.
Camminare
verso la spiaggia del Jardinero sotto una pioggia leggera, davanti a
un bel mare, chiaro e lento.
E
poi sotto la pioggia tra le stradine di Santillana, circondati da
case medievali e rinascimentali quasi intatte, se non fosse per la
loro turistizzazione incipiente.
Il
clone della grotta di Altamira, nei pressi, tecnicamente perfetto, ma
freddo.
Il
palazzo Capriccio di Gaudì nella piccola Comillas: una delle sue
prime opere, esagerato ed elegantissimo, come sempre è stato è sarà -anche tra mille anni- uno come lui.
Ora
siamo appena giunti a Puente Viesgo, in un comodo ed elegante hotel a prezzo scontato, da cui domani cammineremo verso le grotte
e le pitture paleolitiche del Castillo, vere stavolta...
Il
tempo volge al meglio e stanotte in cielo, sopra il fiume, si erge la
super-luna di oggi che occhieggia tra le nuvole bianche.
Stiamo
bene, io e la cirilla, molto, ancora insieme, ancora in viaggio.
Dolcezza, verità, generosità, ascolto, piacere, difficoltà, riposo, benessere.
C'è tutto.
E' tutto.
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