lunedì 14 novembre 2016

català e cantabruèl

Superata la boa della prima settimana di viaggio.
I giorni solari e illuminati, nebbiosi dentro, a La Garriga e Barcellona, con Cisil e tra amici, case moderniste, arte catalana e musei, pranzi e cene a casa e fuori, lunghe discussioni sulla vita e sul mondo, scherzi e ricordi.
Una mattinata dedicata alla Sagrada Familia, concentrato di bellezza, naturalezza ed artificio supremo, immersi tra tanta gente e luce dell'est e dell'ovest, del mezzogiorno e del tramonto del vivere.

Poi, da soli, verso la Cantabria, la ricca Santander e l'antica Santillana del Mar, in giorni brumosi fuori e luminosi dentro.
Camminare verso la spiaggia del Jardinero sotto una pioggia leggera, davanti a un bel mare, chiaro e lento.
E poi sotto la pioggia tra le stradine di Santillana, circondati da case medievali e rinascimentali quasi intatte, se non fosse per la loro turistizzazione incipiente.
Il clone della grotta di Altamira, nei pressi, tecnicamente perfetto, ma freddo.
Il palazzo Capriccio di Gaudì nella piccola Comillas: una delle sue prime opere, esagerato ed elegantissimo, come sempre è stato è sarà -anche tra mille anni- uno come lui.

Ora siamo appena giunti a Puente Viesgo, in un comodo ed elegante hotel a prezzo scontato, da cui domani cammineremo verso le grotte e le pitture paleolitiche del Castillo, vere stavolta...
Il tempo volge al meglio e stanotte in cielo, sopra il fiume, si erge la super-luna di oggi che occhieggia tra le nuvole bianche.

Stiamo bene, io e la cirilla, molto, ancora insieme, ancora in viaggio.
Dolcezza, verità, generosità, ascolto, piacere, difficoltà, riposo, benessere.
C'è tutto.
E' tutto.





































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