Il viaggio a Roma è stato breve ma
intenso: non mi era ancora capitato di dormire in un pied-à-tèrre
immerso nel verde in un quartiere per ricchi in cerca di riparo dalla
mastodontica città.
Abbiamo visto due film (Ave Caesar e
Room; soprattutto il secondo, davvero da vedere...), due case di
amici/amiche, una mamma (magicamente immersa tra intrichi di piante,
innumerevoli ninnoli e ricordi...)
Siamo stati a Nemi, a passeggiare tra
borghi e laghetti, con una Fiesta sussultante, e la frizione che
sfrigolava in salita, e batteva come un cuore, ascoltando Patty
Pravo.
Abbiamo letto poesie di Piumini e della
Candiani, mangiucchiato qualcosa ogni tanto, ci siamo dati tanti baci
e contagiati di nuovo la tosse.
Le unghie continuano a crescere nelle
mani, per la prima volta nella mia vita.
Mi fanno sorridere, mi sento strano, mi
inquietano, come le mani di un altro.
Di nuovo a casa, ma solo per una
settimana.
Martedì prossimo inizia la spedizione
andalusa.
Mi nutro di filosofia araba,
architetture esotiche, libri d'amore islamici.
E cerco di capire come si svolgerà la
Semana Santa.
Ascolto Mina, mentre scrivo.
L'otorino mi ha appena stappato le
orecchie.
Dice che ho una tubo-timpanite
catarrale: il nome mi piace, mi ricorda quello di una pianta o di una
scimmietta tropicale. Ma i sintomi sono persistenti e pallosi.
Ho anche iniziato le lezioni,
quest'anno dedicate al giocare con Eros e Thanatos.
Programma in qualche modo preveggente,
tra fare il morto e morire d'amore, tra il rantolo e il sospiro, tra
il respirare a stento e l'aprirsi verso il cielo.
Amore e morte, fratello e sorella da
sempre, mi condurranno a vivere ancora per un po', credo.
Il gruppo di studenti è ampio (più di
cento), in un'aula che diventa piccola in un attimo.
Ma inizia ad esserci un buon
coinvolgimento e un giusto mescolamento di idee, sentimenti e
segreti.
Sento che insomma, anche questa volta,
forse sarà bello...
:)
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