Ti piaceva prenderti cura delle
piante, perchè era un modo di toccare di sistemare il futuro.-
proprio come mi sistemavi la sciarpa sulla porta di casa prima che
uscissi nel freddo. Ti dedicavi al futuro non perchè credessi nelle
utopie, ma perchè una tale dedizione ci permette di contestare e a
volte di ingannare il presente.
Attraversavi il presente come una
staffetta che porta messaggi dal passato al futuro e avevi il corpo
di un corridore, di un fantino e di un pattinatore...
Muovevi i tuoi passi, sul ghiaccio o
nella vita, con discrezione; non c'era nulla di ostentato nel modo in
cui sceglievi le cose.
Quando ti osservo, hai l'aspetto,
l'attenzione di un esploratore provetto. Nel modo in cui porti il
cappello, il cappotto, tieni la testa, apri una porta, ti giri.
Tu sei un'esploratrice.
Mentre procedi tranquilla- quasi
sognante- non perdi di vista i tracciati possibili e tuttavia mai
sicuri. Tracciati che portano a futuri alternativi perchè tu, con
sardonica imperturbabilità, rifiuti la stagnazione del presente.
Non sprechi parole: spesso un breve
sorriso dice tutto.
Lungo i tuoi tracciati, che tagliano
il presente, porti quel che del passato ritieni possa essere utile
per l ricerca di un futuro ignoto. E questo patrimonio scelto lo
porti tra le scapole, come uno zaino molto leggero, si direbbe senza
peso..
Quanto al futuro: è lì, nello
scambio di sguardi.
Qual'è per te il contrario di
monumentale ? Aereo ? L'atto di Diventare diceva della tua natura più
dell'atto di Essere.
Trasformavi tutto quel che potevi in
un veicolo per Diventare.
Ecco perchè l'azzurro del soffitto
della nostra camera da letto, su nel fienile, era così indicato...
La mattina, al risveglio,
contemplavamo quell'azzurro come se fosse il volto della giornata che
avevamo di fronte. Uno spazio che ci invitava.
Il tuo coraggio, invece di cercare
invano di vincere la paura, la accoglieva come un ospite.
(da John e Yves Berger, Rondò per
Beverly, 2014)
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