martedì 8 marzo 2016

per beverly

Ti piaceva prenderti cura delle piante, perchè era un modo di toccare di sistemare il futuro.- proprio come mi sistemavi la sciarpa sulla porta di casa prima che uscissi nel freddo. Ti dedicavi al futuro non perchè credessi nelle utopie, ma perchè una tale dedizione ci permette di contestare e a volte di ingannare il presente.
Attraversavi il presente come una staffetta che porta messaggi dal passato al futuro e avevi il corpo di un corridore, di un fantino e di un pattinatore...
Muovevi i tuoi passi, sul ghiaccio o nella vita, con discrezione; non c'era nulla di ostentato nel modo in cui sceglievi le cose.
Quando ti osservo, hai l'aspetto, l'attenzione di un esploratore provetto. Nel modo in cui porti il cappello, il cappotto, tieni la testa, apri una porta, ti giri.
Tu sei un'esploratrice.

Mentre procedi tranquilla- quasi sognante- non perdi di vista i tracciati possibili e tuttavia mai sicuri. Tracciati che portano a futuri alternativi perchè tu, con sardonica imperturbabilità, rifiuti la stagnazione del presente.
Non sprechi parole: spesso un breve sorriso dice tutto.
Lungo i tuoi tracciati, che tagliano il presente, porti quel che del passato ritieni possa essere utile per l ricerca di un futuro ignoto. E questo patrimonio scelto lo porti tra le scapole, come uno zaino molto leggero, si direbbe senza peso..
Quanto al futuro: è lì, nello scambio di sguardi.

Qual'è per te il contrario di monumentale ? Aereo ? L'atto di Diventare diceva della tua natura più dell'atto di Essere.
Trasformavi tutto quel che potevi in un veicolo per Diventare.
Ecco perchè l'azzurro del soffitto della nostra camera da letto, su nel fienile, era così indicato...
La mattina, al risveglio, contemplavamo quell'azzurro come se fosse il volto della giornata che avevamo di fronte. Uno spazio che ci invitava.

Il tuo coraggio, invece di cercare invano di vincere la paura, la accoglieva come un ospite.


(da John e Yves Berger, Rondò per Beverly, 2014)

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