domenica 9 agosto 2015

sono un pirata, non sono un signore

Se si vuole prendere qualcuno per il naso, bisogna stare alle regole del gioco. 

Riuscii quindi a salvarmi dal reclutamento forzato...Gli altri passarono una vita intera agli ordini di qualcun altro, e questo dev'essere anche peggio della morte. Se si tiene a vivere, ovviamente. Altrimenti non fa nessuna differenza. 

A prua, nessuno si curava di cosa fosse vero e cosa falso. Niente valeva più di una buona storia...
Va da sé che offrii al signor Defoe la storia di England. Se poi era vera, è difficile dirlo. A quei tempi, d'altra parte, la verità non rientrava tra le mie preoccupazioni. 

'Silver, disse con voce glaciale, perchè avete lanciato quell'urrà ?
'Non lo so signore, risposi. Ma credi che avessero bisogno che gli si infondesse un po' di coraggio e di speranza.
'Coraggio e speranza ? Non basta minacciarli di morte ?'
'Se permettete, signore, non quando pensano che tanto moriranno comunque'. 

La mia memoria, purtroppo, non ha tabelle di correzione. Traccio una rotta, ma non si di quanto la devo rettificare, e dopo un po' non sono più certo della mia posizione. Si chiama navigazione stimata, signor Defoe, quando si procede soltanto con l'aiuto del solcometro e della bussola. Lo sapevate ? Ad ogni modo è così, il racconto della mia vita non è altro che una navigazione stimata. Si sa dove si è, ma più ci si allontana dal punto di partenza, più la posizione diventa incerta. Il cerchio entro cui ci si dovrebbe trovare diventa sempre più grande. E cosa si fa in questi casi ? Si raddoppiano i turni di vedetta, nella speranza di avvistare terra prima che sia troppo tardi. Si consulta il giornale di bordo, e si valutano i vari fattori, l'errore strumentale del solcometro, la deriva causata dal vento o dalla corrente, i timonieri che poggiano o orzano per una raffica improvvisa. Ma si raggiunge mai una qualsiasi certezza ? No, al contrario. Il navigatore esperto è quello che allarga sempre più il cerchio, che capisce che l'incertezza è l'unica certezza a disposizione...La mia vita non è stata che una navigazione stimata, ma forse, chi lo sa, arriverò a trovare la mia posizione, prima di affondare. 

Ci furono pianti e lamenti su tutta la linea. Perfino Jack si mise a piagnucolare, affermando che avevo tolto loro il coraggio di vivere, perchè non potevano vivere senza sperare in una sorte migliore.
'Sai una cosa ? -gli dissi-. Il mondo pullula di persone che vivono senza la minima speranza e idiozie del genere. Ma non per questo si tolgono la vita, come certi beccamorti che dobbiamo sopportare qui. No, prima bisogna sopportare quel che si ha da sopportare, e poi forse ci si può fare qualcosa'. 

La vita non era un gioco, come l'immaginava Scudamore, perchè i giochi hanno le regole. Ma quando si tratta di vita o di morte, non ci sono regole che tengono, a questo mondo. E allora non basta barare, come faceva Scudamore, e molta altra gente istruita. 

'Ma vi dirò una cosa: se non fosse per la forca, non ci sarebbero stati così tanti pirati. E' come la guerra. Se non si rischiasse di morire non avrebbe senso...' 

Purtroppo va così, con la gente di buon cuore: fanno fatica a guardare in faccia il male, prima che sia troppo tardi. 

Anche qui, sulla mia scogliera, il silenzio è sempre più profondo, a meno che non stia semplicemente diventando sordo. In ogni caso, non c'è più il chiasso di un tempo...Sottrae ogni energia, scrivere una vita come la mia. Mi pare quasi che io mi stia ammazzando, per infondere vita al cadavere dei miei ricordi. 

'Ma la morte, in un certo senso, è il culmine della vita..., il punto dal quale tutta la propria vita appare nella sue vera luce...Non siete d'accordo con me ? Non trovate che la morte sia la misura della vita ?
'No, risposi, è la condanna a morte la misura della vita'.
'E' la condanna a morte, voi dite ? E allora come si farebbe a giudicare la vita degli altri, la maggior parte, che non vengono condannati a morte ?' 

Sono rientrato in casa zoppicando e mi sono seduto a guardare il fuoco e le ombre che vi si agitavano intorno. Ero stanco, nel corpo e nell'anima, ma anche soddisfatto. Non mi erano rimaste molte cose per cui valesse la pena vivere, a quanto potevo capire. Ormai avevo preso congedo e i miei ricordi avevano cominciato a prendere i loro, non sembravano più inesauribili. Vedevo la fine avvicinarsi, a passi lenti, e le ho dato il benvenuto. Poter essere io a scrivere la parola fine era l'unica cosa che ancora desideravo, per poter dire di aver vissuto fino in fondo come avevo imparato. 

Ricordare e scrivere quel mio primo giorno a bordo del Walrus mi ha improvvisamente messo di ottimo umore. Mi sono sentito di nuovo un essere umano. Avevo dimenticato cosa si prova ad avere nell'anima un buon vento di poppa e spiegare tutte le vele che una buona carcassa può reggere. Sì, era come se fossi risorto dalla tomba, dopo il congedo preso da Snelgrave.
Dunque il cadavere dà ancora segni di vita. Morto un giorno, vivo e vegeto il giorno dopo. 

E così, Jim, era dopo tutto un po' prematuro augurare lunga vita a John Silver. Non è così facile liberarsi di lui. Ma adesso è davvero venuto il momento di mettere il punto...Non bisogna mai dare la morte per scontata prima del tempo, Jim, neppure la propria, come ho imparato nella mia lunga esistenza. Mi sono aggrappato alla poca vita che mi restava solo per scrivere quelle pagine che giacciono sparse sulla mia scrivania...Chi avrebbe mai pensato che sarebbe andata a finire così, non per mantenermi ancora per un po' sano di mente, come avevo creduto, ma semplicemente per mantenermi in vita ? Perchè è così che è andata, che mi piaccia o meno. 

Solo, dunque, finchè morte non mi separi. Questo è il prezzo, suppongo, che si deve pagare a questo mondo per aver voluto essere libero. E' caro o a buon mercato, mi domando ? Dovrei ridere o piangere ? Chi lo sa! Ad ogni modo non me ne sono mai crucciato, finchè ero in vita. E ora è troppo tardi per fare i conti. Ma forse ci si può domandare se libertà e solitudine non vanno mano nella mano, così come appare, se si vuole rimanere un essere umano. 

(Bjorn Larsson, La vera storia del pirata Long John Silver, Iperborea, Milano, 1998)


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