Dopo le 24 ore di Locarno, una vera gara automobilistica di dolce follia infantile, attraverso la Vigezzina bella con il Centovalli e giungo a Domo-dossola.
Karl mi attende, stranamente puntuale, ma ha imbarcato due siberiane sperdute che hanno perso la coincidenza. Le accompagniamo a Trontano e le affida nella notte a dei giovani organizzatori di un festival locale. Sorpresa massima e gratitudine eterna da parte delle ragazze, reduci dei freddi austriaci, che si attendano nel bosco.
Arrivo al buio a Vogogna. La casa è antica, del 500, a tre piani, mi piazzano nel poggiolo più alto.
Un vero e proprio bed and breakfast privato, che ha già visto molti passaggi e molti sonni, e non solo...
Il bosco di noci e castagni enormi mi assedia alle spalle, cresce e avanza da anni sulle case e sul paese.
Dormo nel silenzio totale, profondamente.
Mi sveglio, il terrazzino della colazione è già al sole, c'è vento leggero e terso.
Faccio un giro solitario, sino al Castello, e poi verso la Rocca in alto.
Ma la Chiesa del Sacro cuore è quel che mi attrae di più: il parroco, ex missionario, ne ha fatto una sorta di casa sua, con scritte varie che invitano alla fede, a non accumulare ricchezze, a pensare ai poveri, ai negri e ai froci (c'è scritto proprio così).
Davvero molto creativo, provocatorio e diretto, il caro prete, ma non so quanto apprezzino i seriosi montanari di qui.
Nel pomeriggio, letture e riposino, poi viaggetto verso Crodo e la frazione di Viceno, dove presentano foto del paese all'interno del Museo etnografico che sta all'interno di una vecchia casa in pietra e ardesia.
Presentano un progetto per la ripresa della coltura della canapa, ci offrono dolcetti e pane alla canapa, tisane alla canapa, e l'immancabile Crodino.
Un misto strano di vecchio e modernità, una piazzetta piena di hippies in ritardo e signore in gita, quasi divertente.
Ieri notte, scopro il circolo Arci ai piedi della Rocca: un clima strapaesano, con cenetta fatta in casa e servizio ultrafamiliare (il figlio dei gestori si è seduto e ha mangiato a tavola con noi, straparlando per due ore più o meno di tutto...): dieci euro a testa, incluso vino.
Non pagano Imu e tasse perchè durante il fascismo avevano intestato il locale ad un fascista del luogo che è andato in America e non si sa più dov'è.
Una storia lunga...
La notte è placidissima e silente, se non fosse per il treno che passa ogni tanto.
Nel dolce far nulla, ripenso a Fare il morto, leggo un libro sugli hikikomori (gli adolescenti giapponesi che si ritirano a casa, in una reclusione quasi assoluta...), riscopro l'anarchismo dei libri Antistato, della collana Volontà, della più recente Elèuthera.
Mi inoltro nella scoperta del lato libertario ed anarchista di Chomsky.
Prendo tempo, insieme ai miei due ospitanti, che intanto pensano alle loro cose, e ogni tanto mi incrociano...
Bene così.
Domani notte torno a casa: stampo quindi il check-in, in questa casa del villaggio medievale, ma supertecno e superglobal, che ha nome Ippolita...
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