martedì 2 giugno 2015

vivere tra liste


La lista degli impresentabili non ha avuto un grande effetto.
De Luca, chiamandosi Vincenzo, ha vinto, in barba alle condanne.
Ora -come sempre- se la vedrà coi magistrati.
Ma ha vinto, questa è l'unica cosa che conta, per lui e per Renzi.
E, pare, per i suoi elettori.
In questo paese, ma non solo, l'etica, la giustizia e la verità vengono molto sotto in classifica.
Vengono dopo la convenienza, gli interessi, il lavaggio dell'auto, il calcio e l'amante.
E quando la lista dei valori è compromessa, non c'è altra lista che tenga.

Caso Blatter, idem come sopra.
Arresti, scandali, mazzette per fare i Mondiali nel deserto e per tante altre cose ancora.
Da cinque mandati consecutivi!
UEFA indignata, Platini all'attacco. E poi ?
Blatter stravince ancora una volta, va a scherzare e a baciarsi con tutti, tutto a posto.
Non è così, ora si ammazzeranno di nascosto, lasceranno fare a Nike ed Adidas per disfarsi della Blatter gigante.
Sembra di essere ad un Consiglio di Dipartimento: tutti si detestano e si fanno le scarpe a vicenda, e tutti si sorridono in pubblico, come nella società di corte.

Mi è invece arrivata la lista dei presentabili.
A rileggere i nomi e i nomignoli dei miei studenti di quest'anno mi sono commosso.
Teddy, Rnzo, Medusa, Aracne, Merida, Tartaruga, Estella, Zeno, Paola, Pippi, Rottermaier, Baudelaire, Flerst, Libro, Don Giovanni....e tutti gli altri e altre.
Uniti a me, il prof. Iguana.
Oggi è il primo martedì senza lezioni, e mi mancano.

Mia nipote Marta, che è stata dei nostri, mi ha prestato l'ultimo libro di Morin, Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l'educazione.
Quel che abbiamo vissuto in questi mesi, tra pallone-palestra e parco, può anche essere ben descritto da quel che scrive ancora una volta quel vecchio sapiente ebreo di Salonicco.

Comprendere è comprendere le motivazioni, situare nel contesto e nel complesso.
Comprendere non è spiegare tutto. La conoscenza complessa riconosce sempre un residuo inesplicabile.
Comprendere non è comprendere tutto, è anche riconoscere che c'è dell'incomprensibile.
Tutto ciò esige un'educazione etica, antropologica, epistemologica, e questo esige una riforma dell'educazione che verta sulla conoscenza, sulle sue difficoltà, sui suoi rischi d'errore e di illusione...

Bisognerebbe poter insegnare la comprensione a partire dalla scuola primaria e continuare attraverso la scuola secondaria fino all'Università.
Questa integrerebbe in sé l'apporto delle diverse scienze umane, trarrebbe lezioni di comprensione umana dalla letteratura, dalla poesia, dal cinema.
Svilupperebbe in ognuno la coscienza degli imprintings (marchi culturali indelebili subiti nell'infanzia e nell'adolescenza) , poiché solo questa coscienza permette di cercare di affrancarsene.
Essa genererebbe la coscienza delle derive, che permetterebbe a ciascuno e a tutti di resistere alla corrente e di sfuggirvi.
Produrrebbe la coscienza dei paradigmi, che permetterebbe di issarsi in un meta-punto di vista.
Mostrerebbe che questa coscienza esige autoesame e autocritica, e favorirebbe l'etica in ognuno e in tutti.
Nelle violenze scolastiche c'è la crisi globale dell'insegnamento e nella crisi dell'insegnamento c'è la crisi globale della civiltà.
Non abbiamo solo bisogno di comprendere, dobbiamo anche promuovere, come uno dei rimedi ai mali dell'educazione, innanzitutto un'etica della comprensione, sia negli insegnanti che negli insegnati.
La vera autorità dell'insegnante è morale, sta nella forza di una presenza, ha un non so che di carismatico, si impone senza imporre niente quando le sue proposte suscitano l'attenzione e l'interesse. E queste hanno grande familiarità con Eros, virtù suprema dell'insegnante...
Malgrado tutte le comunicazioni attraverso video, manca a Internet la presenza fisica, carnale, psichica, attiva, reattiva e retroattiva dell'educatore, come direttore d'orchestra che permetta di considerare, criticare, organizzare le conoscenze di Internet.
Dipende da noi civilizzare questa rivoluzione introducendovi l'Eros del direttore d'orchestra, maestro o professore, che può e deve guidare la rivoluzione pedagogica della conoscenza e del pensiero.
Chi altri se non il direttore d'orchestra potrebbe insegnare concretamente le trappole dell'errore, dell'illusione, della conoscenza riduttrice o mutilata, in un dialogo permanente con l'allievo ?
Chi altri potrebbe, se non nello scambio comprensivo, insegnare la comprensione umana ?
Chi altri potrebbe incitare concretamente, nell'incoraggiamento e nella stimolazione, ad affrontare le incertezze ?
Chi altri, nel suo umanesimo attivo, potrebbe incitare a essere umano ?




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