Ogni volta che arriva il 2 giugno provo
tristezza.
Quando vedo le parate militari che
sfilano, i tricolori che garriscono, famiglie e bambini sui Fori
Imperiali, sento tutto il tradimento e la mistificazione dentro cui
ci fanno vivere.
Gli eserciti fanno la festa alla
repubblica.
Lo Stato si riappropria della sua forza
profonda, la forza armata, e con essa ricopre la vita civile della
'democrazia' .
E le rappresenta come coincidenti,
sovrapponibili, rispecchianti.
Quel che è l'opposto della libertà e
della vita politica, -la cultura e la pratica militare- si
autorappresenta come simbolo e a difesa della politica repubblicana.
Ma è una rappresentazione astratta,
distante, forzata.
Come può stupirci che anche il voto si
sposti a destra ?
Proviamo a mettere insieme tutti i
partiti di destra, e aggiungiamoci tranquillamente una parte non
indifferente di quelli che votano Renzi e Grillo: la destra ha
superato di molto ormai il quorum del 50% . E peraltro si sposta
sempre di più verso forme estremistiche, xenofobe, populiste.
Possiamo unire a questo schieramento di
votanti anche una buona metà di chi si astiene.
Ed arriviamo ad un buon 70% della
popolazione.
Mattarella, che va napolitanizzandosi
giorno dopo giorno, è giunto alle sue conclusioni: l'astensione
cresce perchè c'è troppa litigiosità tra i partiti e nel paese.
E giù con i soliti appelli alla
coesione e all'unità.
L'astensione, caro presidente, nasce
invece proprio dalla stanchezza, dall'omologazione, dall'assenza di
vero conflitto, dalla scomparsa della lotta politica.
Il rito elettorale sta perdendo due-tre
milioni di votanti ad ogni turno.
Partiti che perdono milioni di voti
possono dichiararsi vincitori, e lo fanno.
Ma lo svuotamento di senso è palese.
Ed il senso di separatezza è assoluto.
La comunicazione digitale si
contraddistingue per il fatto che le informazioni vengono prodotte,
inviate e ricevute senza l'intervento di intermediari; esse non sono
filtrate e guidate da un mediatore; l'azione dell'istanza mediatrice
è sempre più abolita. Mediazione e rappresentazione vengono
interpretate come mancanza di trasparenza e inefficienza, come un
ristagno di tempo e di informazioni...
La crescente spinta alla
de-medializzazione investe anche la politica e mette in difficoltà
la democrazia rappresentativa. I rappresentanti politici non sembrano
più trasmettitori, ma barriere...
Il crescente obbligo di presenza,
prodotto dal medium digitale, minaccia universalmente il principio di
rappresentanza...
Sotto il diktat della trasparenza
non si arrivano a discutere neppure opinioni divergenti o idee non
convenzionali: difficilmente si rischia qualcosa.
L'imperativo della trasparenza
genera una potente costrizione al conformismo.
(Byung-Chul Han, Nello sciame.
Visioni del digitale, 2013)
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