Qualche pomeriggio fa mi trovavo al giardinetto e ho visto arrivare un gruppo di studentesse del mio corso, che però ancora non mi conoscono.
Una si siede sulla mia panchina ed inizia ad intervistarmi su quel che accadeva nella piazza.
Le ucraine, di giovedì, stavano sparse in giro, e chiacchieravano tra loro come sempre.
I nordafricani, anche loro a parlottare, ma all'ombra del ficus vicino ai bagni pubblici.
Credo che inizialmente mi abbia preso per uno di loro: ero come al solito vestito in modo arabeggiante.
Gli ho raccontato un pò di storie che sapevo sul giardinetto, ed ho capito -all'arrivo del mio collega Cattedra (nomen omen), geografo napoletano- che stavano facendo per lui una ricerca attiva sui luoghi della città.
Divertente.
Mentre venivo intervistato dal gruppo, è arrivata Martina, una studentessa che voleva parlarmi della sua tesi.
Pensavo che fosse da sola, ed invece il gruppo degli studenti di quest'anno mi ha fatto una sorpresa: sono spuntati all'improvviso e ci siamo ritrovati di nuovo in un abbraccio, così come spesso è capitato durante le lezioni.
Sono stati di parola, sono venuti a trovarmi, a farmi compagnia.
Abbiamo mangiato un gelato sotto il ficus.
Divertente.
Credo che siano sempre loro a farmi 'girare in rete', a rendermi -mio malgrado- pubblico.
Oggi mi ha chiamato il Corriere della Sera e mi hanno chiesto di stilare 'il podio del critico' sulle pagine della Lettura di una delle prossime domeniche.
Il redattore, un gentilissimo signore di nome Severino, mi ha detto che il mio nome gira in rete un bel pò, e si dice che legga e conosca molti libri, di cui parlo ai miei studenti e nel mio blog.
Ho stilato il mio terzetto (Gli umani, La società della stanchezza, L'uomo dei dadi) e l'ho spedito, con una breve autobiografia.
Divertente.
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