martedì 23 giugno 2015

senza Malizia



Non posso fare a meno di parlare della morte di Laura Antonelli.
Per tutto il piacere che mi ha dato in vita (anche solo guardarla in viso mi eccitava, da giovane...) e per il dolore che mi ha dato in morte.
Invecchiare è sempre faticoso e spesso insopportabile per tutti.
Ma per una diva, bella e desiderata, l'arte di declinare è un'arte ancora più dura da apprendere.
Il successo e l'attraenza si dileguano in un nonnulla, e resti lì, sola e disperata: a rimpiangere il passato, a maledire il presente, ad angosciare il futuro.
E se tenti il remake del film famoso ed è un flop; e se tenti allora il botulino e il tuo volto si sfigura; se ti affidi a maghe e pretastri e ti fregano; se inizi a farti di coca e di alcool....se tutto fallisce, fallisci tu stessa, e la vita ti abbatte.
Entri in uno stato premortale, fai il morto, decadi e decedi.
Sapete quanto questi temi hanno attraversato i miei post e quanto faranno parte del libro che scrivo.
Ti sembra che non puoi fare altro che sparire alla vista, intabarrarti a casa, immalinconirti.

Quanto più camminano gli uomini, tanto più si allontanano dalla meta. Spendono le loro energie invano. Pensano di procedere, ma non fanno altro che precipitare -senza avanzare- verso il vuoto. Questo è tutto. (Kafka, lettera a Janouch).

Voglio però ricordarti com'eri, cara Laura...
Capace -ma solo sugli schermi- della malizia di vivere...


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