giovedì 13 marzo 2014

urbinitas

Il viaggetto in quel di Urbino è stato breve ma intenso.
La spalla ha retto benino alle scosse di aerei, treni, auto e strade di campagna.
Tra qualche giorno dovrò iniziare la fisioterapia.
Il corso che ho tenuto lì avrebbe dovuto vertere sulle reti di cittadinanza attiva.
Al di là della mia vita attuale, poco da cittadino e poco attiva, i dubbi sono cresciuti ulteriormente quando mi son trovato lì, davanti al gruppo.
Il più attivo e il più cittadino ero comunque io.
Mi sono trovato, salvo rari casi, tra due squagliamenti: quello dei veterani di sinistra e solidali ormai decotti e sfibrati, vecchi e monotoni; e quello dei giovani, pocos locos y malunidos, davvero sbandatelli.
Nessuna idea di rete, di nonviolenza, di vera politica del futuro (se ci sarà).
Insomma, come quasi sempre mi capita da un pò, se esco di casa per fare qualcosa mi risale ancora più forte la spinta a tornare indietro, tale è la frustrazione dell'impatto.
Molta gente fa formazione, forse perchè è gratis (per loro, ma non per lo Stato), ma avrebbe bisogno di terapia.
I bisogni e i disagi del mondo, nella catastrofe, inevitabilemente crescono e si aggravano e, se provi a rispondere, ci resti secco.
Sempre che tu abbia delle risposte o delle soluzioni, cosa che non è.

Intorno, continua il solito, tristo, spettacolo di sempre.
Renzi promette e corre come un treno, a prendere impegni come se fosse al mercato delle vacche.
Nel frattempo, usa mezzi sporchi, copre alleanze di merda, pasticcia compromessi al ribasso.
Sta con i forti contro i deboli di turno, come sempre e come tutti.
Ma gli si sta dietro, sino a quando blatera di nuovo e di veloce.
Sembra l'ennesima pubblicità di un'automobile.
Provo solo tristezza e sconforto, a guardare lui, e gli italiani.
A vedere Urbino, la sua bellezza ed ordine di un tempo, la sua scipita vuotezza di oggi, abitata solo da studenti senza storia, capisci dove siamo finiti e dove stiamo andando.
La nostra storia millenaria, la nostra cultura raffinata e attenta alla 'polis' sono solo un remoto ricordo, un souvenir da vendere ai turisti...

4 commenti:

  1. Ognuno di noi è portatore di un "onere", specialmente se è dotato di doni speciali, se ha sensibilità e amore, se "vede" oltre il proprio naso, come te, quell'onere diventa pesante, ti succhia le energie, ti può lasciare senza fiato, deluso, disilluso, tra-mortito. Ti capisco.
    L'alternativa è ritirarsi. Anche i guerrieri lo fanno, il tempo necessario loro per ritornare al proprio centro.
    Ma se sei ancora qua, vuol solo dire che quello che hai da dire o fare non è finito. La semina è il lavoro più difficile, perché non puoi sapere se lo fai bene, se darà dei frutti, quando, se pioverà quando deve piovere, se la Terra ha ancora voglia di partorire qualcosa. Ma si semina.
    Perché solo così c'è la possibilità che qualcosa fiorisca un giorno. Perché anche se tu forse non lo vedrai, qualcuno un giorno lo coglierà. E' così che è sempre successo nella storia umana.
    E se si riuscisse a estrapolare le proprie aspettative da ciò che offri, e lo si fa "solamente" perché è ciò che Sei, perché non sai vivere diversamente, forse, allora si potrebbe vivere in mezzo a questo mondo indipendentemente da quel che gli altri colgono o meno.
    Non si può costringere nessuno. Ma si può dare quel che si ha da offrire. Poi c'è il libero arbitrio e la Natura che deciderà.
    Non smetterò di ringraziarti per essere venuto tra noi. Folgorante e perciò, per chi ha voluto/potuto cogliere, necessario.
    Un abbraccio greco, forte e vivo, da quell'Urbino morta (solo che ancora non lo sa).

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  2. Caro Enrico

    L’esperienza del ciclone “Euli” è stata forte ed importante
    Non era da viverti ora, troppo presto noi miseri a terra terra per il tuo ego supremo
    Ho scelto e condiviso da partner il progetto per creare un percorso di accrescimento delle associazioni del territorio, troppo abituate a lavorare “da sole”
    Il corso inteso come luogo da dove si vuole partire per raggiungere la meta , la rete
    diventare un cittadino –protagonista , collaborare e confrontarsi con le istituzioni-
    a tuo parere siamo tutti solo per andare a marina a sculacciare i maiali (in pesarese = traduzione incompetenti) e dei ladri in quanto godiamo della formazione gratis (rubiamo allo Stato) certamente non siamo nati imparati come te
    In merito ai tuoi 2 squagliamenti , gruppo di vecchi , decotti e sfibrati ecc ecc saranno i tuoi amici e le tue pecore che brucano nel tuo eremo.
    Un abbraccio e grazie di cuore per esserci ed per essere sceso tra noi
    Patrizia

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  3. Caro Euli.........

    tu a noi sei piacuto molto, attivo, ironico, molte volte anche pesante nei riguardi di alcune persone forse anche fragili,

    abbiamo scherzato e accettato ogni tua provocazione, ma vecchi e sfibrati lo direi a tuo nonno, ognuno di noi si è impegnato per quello che poteva.....

    Per quanto mi riguarda, non sapendo assolutamente di cosa si trattava è stata una bella esperienza, se non siamo ancora pronti ad essere cittadini attivi non credo che ci dovremmo uccidere per questo, impareremo, molti di noi non avevano mai fatto esperienze del genere e non sapevano nemmeno di cosa si trattava.


    Ci dispiace di averti deluso e costretto ancora una volta a rinchiuderti al tuo esilio isolano, questa è la realta' e faremo del nostro meglio per migliorarla.


    Con affetto

    Bebe


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  4. "Decotta sfibrata e monotona" mi ritrae pienamente, e oggi con Stefano ho aggiunto pure "banale". Guardarsi ogni tanto allo specchio prude e duole... e forse riattiva.
    Abbraccio
    Anna

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