Per definire l'attuale situazione
sociale, economica, politica, ambientale, taluni ricorrono a termini
forti, quali apocalisse, inferno, disastro, azzeramento,
guadagnandosi immancabilmente la condanna per catastrofismo, per
millenarismo oscurantista.
Perchè, ci consolano, nel lungo
termine, torneranno lavoro, prosperità, pace. Nel lungo termine.
Cioè, quando saremo morti.
E se, invece, quei taluni avessero
ragione ? Se fossimo nel bel mezzo di un'altra delle apocalissi che
già si sono abbattute sulle civiltà urbane ' Se i cavalieri
dell'Apocalisse fossero già arrivati e i diavoli dell'inferno
fossero già fra noi ? Se la maledizione dell'incessante regressione
contenuta nell'incessante progresso ce l'avessimo tutta addosso,
sopra e dentro le nostre teste ?
Tanti dubbi, ma anche qualche
certezza.
E' certo che l'orizzonte
dell'Occidente è il tramonto, la caduta nella notte, la consegna
all'orrore e all'incubo. Che la cultura della modernità,
dell'illuminismo, ovvero del pensiero in costante progresso, non fa
più neppure promesse ma solo minacce, e che tra le sue coordinate
non è possibile inventare nessuna soluzione accettabile ai nostri
problemi.
Il fatto è che tutti siamo
prigionieri, giovani e vecchi, conservatori e riformisti, conformisti
e divergenti, di quella Bastiglia che è l'organizzazione sociale
vigente, fatta di paesi in morienza, di ghetti urbani, di città
congestionate e gassificate, tutti popolati da moltissima gente
esclusa dalla cultura. Dall'economia, dalla politica, da molta gente
che ha la paura crescente della possibile esclusione, e persino da
gente che -pur inclusa-, o tale ritenendosi, è in preda alla
sindrome dell'assediato e alle nevrosi del successo e del denaro.
Un'organizzazione sociale, oltre tutto, sempre più attaccata dalla
criminalità e sempre più sovrastata dalla militarizzazione...
La Sardegna di oggi non ha bisogno
di una rivoluzione ma di un totale e profondo sconvolgimento.
Ha bisogno non di rivoluzionari, ma
di eretici...
Stiamo parlando, è già chiaro, della gioventù sarda....
Stiamo parlando, è già chiaro, della gioventù sarda....
Ce la farà ad abbattere i luoghi
comuni e i pregiudizi del selvaggio bianco, l'uomo tutto
occidentalizzato, abbarbagliato dalle macchine e dalla supposta
potenza preterumana di istituzioni scarsamente umane ? A sbugiardare
i miti insulsi propalati da agenzie scolastiche ed educative
decrepite ? A deridere e rifiutare mode e modelli imposti
dall'ignoranza televisiva e giornalistica ?
A liquidare illusioni e tentazioni
pericolose ?
...Perchè i cavalieri sono già
arrivati e l'apocalisse divampa da un pezzo.
Il problema è quando gli uomini
vorranno vedere e capire e, avendo visto e capito, si libereranno
delle illusioni sull'immancabile apparizione di una buona stella.
E intanto, aspettando la buona
stella, continueranno a morire...
(Eliseo Spiga, Francesco Masala,
Placido Cherchi. Manifesto della gioventù eretica del comunitarismo,
Zonza, 2000)
Ricercavo questo libro...e ne ritrovo uno stralcio sul tuo blog, grande!
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