Oggi sono, diciamo così, rivoluzionario.
Ci chiamano così, o cinesi, non lo sanno nemmeno loro...
Dico che ormai nessuno ci può fermare.
Il partito comunista noi lo critichiamo non così per criticarlo. E' logico che la rivoluzione non si farà domani nè dopodomani, ma io penso questo: che ormai la mentalità dell'operaio è troppo avanzata e il partito cerca di rallentarla.
E' logico che bisogna andare passo per passo, però, alla fine dei conti, quando c'è la base, quando c'è la massa che spinge di sotto, cioè dice che è tutto uno schifo, in modo dirompente, il partito continua ancora a rallentare, il sindacato fa lo stesso.
Poi continuano a dire, il sindacato apolitico. Ma io rispondo, Ma ci volete proprio prendere per il culo ? Ma tanto loro adesso sono fregati in pieno anche loro. Sono dei mercenari, e come mercenari saranno trattati. Perciò continuate così, voi sindacati. Fatevi pure dare i soldi dai padroni, finchè siete in tempo. Poi vedremo, al massimo ve la faremo noi la cassa da morto. Applausi.
Agnelli è alle corde, il capitalismo in fase di sviluppo è alle corde, tutti i nostri nemici sono alle corde.
Perciò continuiamo con la lotta e non ci fermeremo mai, mai.
Questo lo sappia Agnelli e tutti i suoi bacarozzi. Applausi.
Compagni, adesso dopo tutte queste settimane di sciopero in cui abbiamo messo in ginocchio il padrone, tutti ci dicono di non esagerare.
Ce lo dicono in sindacalisti in fabbrica, ce lo dicono i giornali fuori.
Che se va avanti così ci sarà la crisi, che dobbiamo stare attenti perchè tutta questa produzione in meno rovina l'economia dell'Italia. E poi tutti staremo peggio, ci sarà disoccupazione e fame. Ma a me non sembra che le cose stanno proprio così. Lasciamo anche da parte che, come ha detto il compagno prima, se l'economia dei padroni va in fallimento a noi non ci frega proprio niente.
Anzi ci fa molto piacere.
Diciamo no alle riforme per cui ci vogliono far lottare il partito e il sindacato.
Perchè abbiamo capito che quelle riforme servono solo a migliorare il sistema con cui i padroni ci sfruttano. Che ci frega di essere sfruttati meglio, con quattro case in più, quattro medicine e quattro ragazzi di più a scuola.
Tutto questo migliora solo lo Stato, migliora l'interesse generale, migliora lo sviluppo.
Ma i nostri obiettivi sono contro lo sviluppo, sono contro l'interesse generale, sono nostri e basta.
I nostri obiettivi, gli interessi materiali della classe operaia, sono il nemico mortale del capitalismo e dei suoi interessi.
Noi abbiamo cominciato questa lotta chiedendo più soldi e meno lavoro.
Adesso sappiamo che questa è una parola d'ordine che capovolge, che manda per aria tutti i progetti dei padroni, tutto il piano del capitale.
E adesso noi dobbiamo passare dalla lotta per il salario alla lotta per il potere.
Compagni, rifiutiamo il lavoro. Vogliamo tutto il potere, vogliamo tutta la ricchezza...
Questa è la lotta che noi adesso dobbiamo cominciare, una lotta a fondo e violenta.
Dobbiamo lottare perchè non ci sia più il lavoro.
Dobbiamo lottare per la distruzione violenta del capitale.
Dobbiamo lottare contro uno Stato fondato sul lavoro...
Siamo noi che abbiamo creato tutta la ricchezza che c'è, di cui non ci lasciano che le briciole.
Abbiamo creato tutta questa ricchezza crepando di lavoro alla Fiat o crepando di fame al sud.
E siamo noi, che siamo la grande maggioranza del proletariato, che adesso non vogliamo più lavorare e crepare per lo sviluppo del capitale e di questo suo Stato.
Non ne possiamo più di mantenere tutti sti porci...
Con tutta questa ricchezza che c'è invece la gente potrebbe non più morire di fame, potrebbe non più lavorare.
Allora noi prendiamo questa ricchezza, prendiamoci tutto.
(Nanni Balestrini, Vogliamo tutto, 1971)
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