mercoledì 14 novembre 2012

viva serbariu!

A Serbariu ho fatto le elementari.
Il maestro Tuveri veniva a prendere me e mia madre (che insegnava lì) ogni mattina alle 8 con la sua Opel metallizzata, e si andava alla scuoletta accanto alla chiesa.
Tanti bei ricordi, esperienze vissute in campagna o quasi, con i compagni tutti figli di contadini o pastori.
Minatori, se ricordo bene, già pochi allora.

Ieri, mi ha fatto impressione (ed anche ridere) vedere in quegli stessi luoghi i poliziotti rintanarsi nei cellulari per sfuggire alle pietre, manifestanti in fuga come nelle comiche, feriti in barella dentro ambulanze sibilanti.
Scontri ancora sporadici e improvvisati, ma il casino sale.
I sindacati non riescono più a mediare, non si ottiene nulla dalle trattative e dai protocolli d'intesa, da ministri in gita nell'isola: tutto questo ora inizia ad apparire lampante, anche a chi a fatto finta di crederci sinora.
E ci si inizia a bastonare per strada.

Il debito pubblico intanto cresce ancora, 10 miliardi in più ogni mese.
Alla faccia di sacrifici e tagli !
Ma continuano a prometterci fantomatici pareggi di bilancio e prospettive di crescita (alternate ovviamente a lamenti sul presente e a fosche premonizioni, così non si capisce più nulla...).
Non c'è che dire: siamo a buon punto e siamo in buone mani.
La Grecia retrocede ancora, senza scampo.
Ed anche noi avanziamo verso di lei ad ampi passi (quasi guerra quasi civile inclusa).

La copertina del nostro nuovo libro dice già tutto: un personaggio di Altan guarda il vuoto ed esclama
'Urge rinforzare l'orlo del baratro'.





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