I sindacati, dividendosi anche al loro interno, qualche tempo fa hanno fatto l'accordo con la Fiat per tenere aperto Pomigliano.
Un accordo capestro, che toglie diritti e umilia gli operai.
In cambio, non hanno ottenuto nulla di ciò che gli era stato promesso.
Non è e non sarà un eccezione, ma la regola.
Ora ci chiedono lacrime e sangue, in cambio di promesse.
Ma non avremo nulla in cambio. E ci saremo fregati la vita da soli.
La Merkel ha finalmente detto chiaro che ci vorranno almeno 5 anni per uscire dalla crisi.
Passera dice che è pessimista. A chi credete ?
Mentono tutt'e due, ma la prima è più onesta.
'Disposti a tutto', urlavano gli operai sardi qualche tempo fa dall'alto dei silos.
Ora l'Alcoa è spenta (grazie al cielo (e dal cielo), dico io).
Gli operai e i sindacati si aggirano malinconici attorno al loro ex stabilimento, come leoni in gabbia.
Gli hanno vietato di manifestare a Roma e non sono partiti.
'Troppo pericoloso per l'ordine pubblico', dicono al Ministero e al sindacato.
'Abbiamo manifestato, abbiamo protestato, e -vedete- hanno chiuso tutto lo stesso...!'.
E cosa si aspettavano ? Che per qualche marcia o suono ossessivo di caschetti i padroni delle multinazionali o i ministri-banchieri si sarebbero persuasi a tenere ancora aperto quel baraccone ?
Ma quale credibilità può avere una lotta che minaccia sfracelli e non va mai oltre finte operazioni d'immagine?
Meglio ha fatto il giovane sindaco di Sennori, che ha riconsegnato la sua fascia tricolore al Prefetto di Sassari, rifiutandosi di collaborare a gestire un Comune senza soldi.
Intanto, si spacciano per democrazia diretta le ridicole Primarie di PD e PdL (sempre che, in quest'ultimo caso, qualcuno vada ancora a scegliere tra Alfano e Santanchè...).
Ma le legge elettorale non cambia, e -se cambierà- sarà solo per ridimensionare il pericolo Grillo e farci tuffare gioiosamente nella palude del Monti bis.
L'astensione sale ancora e vola verso medie siciliane.
E continuano a crescere disoccupazione e sfiducia, corruzione e latrocini, sprechi e ingiustizie.
A un certo punto, il nostro paese giungerà ad un suo punto limite, di non ritorno, e di svolta ?
Oppure questo disastro proseguirà ancora per anni e anni, alternando illusioni e tragedie, false promesse e finte lotte, fregandoci la vita,come ora ?
Eppure abbiamo bisogno anche della catastrofe, del cataclisma imprevedibile che scompagina le carte, riapre i giochi, ridona speranza a chi era ai margini della storia, rovescia i rapporti di forza, spezza la logica precedente che sembrava invincibile. Un ciclo si compie e un tempo nuovo comincia...
(Telmo Pievani, La fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi, Il Mulino, 2012)
N.B. Telmo ha preceduto di poco 'Imparare dalle catastrofi, Guida galattica per sopravvivere al futuro', che con Stefano Caserini stiamo per pubblicare con TerrediMezzo/Altreconomia.
Uscirà verso il 10 dicembre.
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