mercoledì 13 giugno 2012

nessuna fuga da new york ?


Nei giorni scorsi:
Ho visto per la prima volta una tromba d'aria avvolgere Venezia e squarciare le sue delicate sabbie e le delizie appoggiate fragilmente su di esse.
Ho visto per la prima volta i tornelli dei metal detector nelle strade di Mosca, per perquisire i manifestanti all'avvio di una protesta pubblica.
Ho sentito per la prima volta un ministro minacciare di licenziamento i vertici di un ente pubblico perchè avevano reso pubblici dei dati scomodi sul numero vero degli 'esodati'.
Ho sentito per la prima volta un ministro europeo ammettere che dopo la Grecia e la Spagna sarà la volta dell'Italia.
Ho sentito per la prima volta il FMI dire che l'euro (e l'Europa) hanno meno di tre mesi di tempo per uscirne vivi.
Ho capito per l'ennesima volta che non ci lasceranno possibilità di fuga.


Labirinto

e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
giù per quelli,
e poi un po’ a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.

Una via dopo l’altra,
ma senza ritorno.
Accessibile soltanto
ciò che sta davanti a te,
e laggiù, a mo’ di conforto,
curva dopo curva,
e stupore su stupore,
e veduta su veduta.
Puoi decidere
dove essere o non essere,
saltare, svoltare
pur di non farti sfuggire.
Quindi di qui o di qua,
magari per di lì,
per istinto, intuizione,
per ragione, di sbieco,
alla cieca,
per scorciatoie intricate.
Attraverso infilate di file
di corridoi, di portoni,
in fretta, perché nel tempo
hai poco tempo,
da luogo a luogo
fino a molti ancora aperti,
dove c’è buio e incertezza
ma insieme chiarore, incanto
dove c’è gioia, benché il dolore
sia pressoché lì accanto
e altrove, qua e là,
in un altro luogo e ovunque
felicità nell’infelicità
come parentesi dentro parentesi,
e così sia
e d’improvviso un dirupo,
un dirupo, ma un ponticello,
un ponticello, ma traballante,
traballante, ma solo quello,
perché un altro non c’è.

Deve pur esserci un’uscita,
è più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall’inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua, finché è possibile,
la tua, finché è tua,
fuga, fuga –

(W.Szymborska)

Nei giorni scorsi e ancora oggi:
ho risentito, dopo tanto tempo, che la mia anima c'è, è viva.
Ama, è amata.
E vorrebbe fuggire.


Qualche parola sull'anima

L’anima la si ha ogni tanto.

Nessuno la ha di continuo

e per sempre.

Giorno dopo giorno,

anno dopo anno

possono passare senza di lei.

A volte

nidifica un po’ più a lungo

solo in estasi e paure dell’infanzia.

A volte solo nello stupore

dell’essere vecchi.

Di rado ci dà una mano

in occupazioni faticose,

come spostare mobili,

portare valige

o percorrere le strade con scarpe strette.

Quando si compilano moduli

e si trita la carne

di regola ha il suo giorno libero.

Su mille nostre conversazioni

partecipa a una,

e anche questo non necessariamente,

poiché preferisce il silenzio.

Quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,

smonta di turno alla chetichella.

E’ schifiltosa:

non le piace vederci nella folla,

il nostro lottare per un vantaggio qualunque

e lo strepito degli affari la disgustano.

Gioia e tristezza

non sono per lei due sentimenti diversi.

E’ presente accanto a noi

solo quando essi sono uniti.

Possiamo contare su di lei

quando non siamo sicuri di niente

e curiosi di tutto.

Tra gli oggetti materiali

le piacciono gli orologi a pendolo

e gli specchi, che lavorano con zelo

anche quando nessuno guarda.

Non dice da dove viene

e quando sparirà di nuovo,

ma aspetta chiaramente simili domande.

Si direbbe che

così come lei a noi,

anche noi

siamo necessari a lei per qualcosa.

(sempre lei, l'amica szy)





1 commento:

  1. Un fuggiasco non si nasconde in un labirinto. Non innalza un labirinto su un luogo alto della costa, un labirinto cremisi che i marinai avvistano da lontano. Non ha bisogno di erigere un labirinto, perchè l'universo già lo è. (Borges)

    RispondiElimina