In Europa si festeggia perchè la destra ha vinto le elezioni.
Proprio lui, Samaras, il responsabile numero uno del buco nero della Grecia, riprende il potere, scelto dal 30% dei votanti (che corrisponde al 15-20% dei cittadini!).
A volte ritornano.
Ma lui, e i suoi sostenitori, non festeggiano (a differenza della sinistra, che è arrivata al 27%, demolendo di fatto il Pasok): sanno cosa li aspetta (la troika della Melrkel arriva già oggi) e che cosa saranno capaci di fare (poco o nulla, se non proseguire ad affamare i loro concittadini per salvare le banche tedesche o americane).
Chi ha vinto e chi ha perso, quindi ?
L'euro è salvo, dicono. Si è scelto l'ordine contro il caos populista.
No, si è scelto di proseguire nel baratro, affidandosi ancora una volta a chi ha fallito, e a metodi fallimentari.
Ci resta da sperare soltanto che la Grecia batta la Germania nei quarti dei campionati europei.
Un premio di consolazione, per le lacrime ed il sangue già versati e per tutti i disastri che verranno.
Queste considerazioni non hanno la pretesa di costituire una proposta politica alternativa agli slalom tra misure restrittive per arrestare la deriva dei debiti pubblici e misure espansive per rilanciare la crescita in cui si dibatte il blocco di potere fondato sull'alleanza tra le grandi aziende operanti sul mercato mondiale e i partiti di destra e di sinistra che si alternano al governo dei paesi industrializzati. Ancora non esiste un blocco di potere alternativo in grado di scalzare quell'alleanza e, quindi, non c'è possibilità di superare la crisi in corso, che è destinata ad aggravarsi progressivamente e a concludersi con un crollo rovinoso. Tutto lascia credere che questo esito sia ormai inevitabile. Che sia solo una questione di tempo. Se la prima a precipitare sarà la crisi climatica, sarà difficile trovare una via di scampo. Se invece la crisi climatica verrà ritardata dalla crisi economica o dalla crisi energetica, coloro che non si sono lasciati abbindolare dalla gigantesca pera di disinformazione e propaganda svolta dai mass media, e sono più di quanto si creda, possono evirare di restare sepolti sotto le macerie...
(Da 'La crisi economica come occasione per demitizzare la crescita infinita', manifesto firmato, tra gli altri, da Airaudo, Pallante, Latouche, Perino, Petrini, apparso su Azione nonviolenta di questo mese)
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