Il Faceto:
Oh se potessi di posterità
più non udir parlare!
Ammetti che soltanto
degli uomini venturi io mi curassi,
chi mai darebbe a quelli d'oggi, allora,
almeno un po' di svago?
Non voglion altro: e giova contentarli...
Il Direttore:
Ma in primo luogo, non lasciate mai languir l'azione.
Si viene per guardare: e a buon diritto,
molto veder si vuole.
Se dipanate innanzi alla platea
un grosso intreccio,
così che quella resti a bocca aperta,
avrete in lungo e in largo
già vinto la partita. E diverrete
l'idolo della folla. Ché la folla
conquistarla si può, solo ammannendo
cibo abbondante. Nella quantità,
ognuno sceglie ciò che più gradisce.
Chi molto porta, n'ha per tutti i gusti:
e s'esce dal teatro soddisfatti...
Considerate, innanzi tutto, il pubblico
per il quale scrivete.
Se questi si trascina allo spettacolo
sol dalla noia spinto,
quegli vi arriva sazio
dal trasmodar di un lauto banchetto:
e, ciò ch'è peggio, più d'uno vi giunge,
ahimè, dalla lettura dei giornali.
Si accorre qui distratti, proprio come
ad una mascherata...
Ascoltatemi. Al pubblico ammannite
roba a bizzeffe, roba sempre più.
Ne v'accadrà di deviar dal segno.
E procurate di stordire il prossimo.
Accontentarlo, è disperata impresa.
...E adesso, che mai diamine vi piglia?
Estasi o svenimento?
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Un altro borghese:
La domenica e gli altri dì festivi,
io non conosco miglior passatempo
che ragionar di guerra
e di frastuoni bellici.
Mentre laggiù, nella Turchia lontana,
i popoli si accoppano a dovere,
eccoti alla finestra: e centellini,
sino a vederne il fondo, un buon bicchiere.
E guardi giù le barche
variopinte scivolar pel fiume,
seguendo la corrente.
Ma poi ritorni, quando cala il sole,
beatamente a casa; e in cuore esalti
la pace, in cui si vive in santa pace.
Un terzo borghese:
Proprio così, caro signor vicino.
Anch'io la penso giusto come voi.
Si spacchino le teste a lor piacere,
vada colà pur tutto alla malora!
Basta che a casa nostra
l'acqua corra al suo solito mulino...
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Mefistofele:
Ahimè! Che guaio!
Andiamo, allora, altrove.
Lasciatemi da parte
quelle perenni lotte
di schiavi e di tiranni!
Mi danno noia. Sono finite appena;
ed ecco, ricominciano daccapo...
Combattono, si dice,
per i diritti della libertà:
ed a guardarli bene,
son servi contro servi.
J. W. Goethe, Faust, 1826
Nessun commento:
Posta un commento