domenica 24 maggio 2020

verità non contagiose


Passano le settimane, riprende la movida tra i giovani, si va al mare, le passeggiate si rianimano.
E i contagi non crescono. E ricomincia a venirmi da ridere.
Ho visto ieri un servizio su Rai 2 che citava uno studio recente su come ci si può passare il virus: se all'aperto, solo per contatto diretto, attraverso una conversazione ravvicinata di almeno 10-15 minuti, a meno che la persona di fronte non ci tossisca in faccia.
Più probabilmente al chiuso, soprattutto se c'è una certa concentrazione di persone e poca aerazione.
E ancora molto più probabilmente per anziani già debilitati, molto meno per bambini, giovani e adulti in forze.
Ora, se questo è vero, non credo di essere l'unico a capire che quasi tutto quel che abbiamo fatto nei mesi scorsi (tutte le limitazioni e tutti i divieti) non aveva alcuna utilità per evitare il contagio.
Ed anzi ha accresciuto il rischio di contagio per chi stava chiuso in ospedale, in casa, negli ospizi o in fabbrica (come di fatto è avvenuto).
Ed, infatti, ora che abbiamo riaperto, non sta accadendo nulla di nulla, nonostante incontri e vicinanze più o meno scandalose.
Ora dicono che è perchè il virus si è indebolito, perchè sta crescendo il caldo, perchè il mare fa bene. E sarà anche vero, certo.
Ma se quelle erano le condizioni di probabilità del contagio la verità (e non solo ora) è sempre stata un'altra. Bisognerebbe dirlo, bisognerebbe dirselo, finalmente.

Quando mi aggiro per la città, ma soprattutto quando guardo i nostri politici seduti in Parlamento, mi sembra di essere circondato da banditi mascherati.
Anche quando ci promettono dei soldi, non riesco a fare a meno di vederli come nostri rapinatori o, forse ancor peggio, nostri rapitori 'a vita', di noi poveri ostaggi senza possibilità di riscatto, chiusi in una grotta della storia che si spaccia per eterna, ma che -anch'essa- finirà, come tutte.
E chi verrà dopo di noi potrà considerarla finalmente per quel che è stata: solo una grande, persuasiva, mercenaria, tragicomica mascherata.
PS: Continua la mia campagna contro i mascherati incattiviti: ieri mattina ho incrociato una coppia di anziani davanti al mercato, loro con le mascherine, io senza. La signora mi ha guardato molto male mentre transitavo a due metri da lei ed ha esclamato, ripiena di spirito santo sanitario: 'Ma lei pensa di essere molto intelligente ?'. Al che mi sono girato e, ripieno di spirito demoniaco psicoterapeutico, le ho sibilato: 'Certo più intelligente di suo marito, visto che l'ha scelta...!'.
Li ho lasciati lì, paralizzati più del loro carrello, a tentar di sciogliere l'enigma.
Che soddisfazione!

Un super capo della UE, quell'orsetto lettone di nome Dombrovskis che sembra un peluche incattivito dai calcoli economici, ha dichiarato qualche giorno fa che il coronavirus è stato come un asteroide che ha improvvisamente colpito e devastato il nostro pianeta lasciando un enorme cratere, che ora va fatto scomparire, riempiendolo.
Di denaro, ovviamente: una marea di soldi a fondo perduto, a noi, perduti, sul fondo.
Quando gli uomini vogliono rimuovere le proprie responsabilità preferiscono sempre riprendere a credere alla Natura cattiva o all'intervento di forze aliene. Da Medioevo prossimo venturo, insomma.
Da cui si potrebbe uscire, se fossimo capaci di approfittare di quel che sta accadendo per:
-far lavorare tanta gente da casa, ma con tempi e modi definiti;
-dare un reddito di base a tutti, e non per assistenza ma per decisione politica;
-fare educazione fuori dalle aule, per strada e nei boschi;
-avere una sola auto per famiglia (e non a benzina o diesel) ed andare in bici e in monopattino;
-dare peso ai bisogni primari della vita, e poi magari ad altro (e non viceversa);
-accogliere chi ha bisogno e dividerci quel che abbiamo con chi arriva qui, stanco di viaggiare e di essere depredato (da noi);
-smetterla di voler controllare e prevedere tutto e aprirsi all'imprevisto e all'impossibile.
Basterebbe poco ? No. Ma sarebbe una vita migliore, anzi sarebbe una vita.

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