Quando gli chiesero quali fossero a
suo avviso le qualità più importanti per un giovane che aspirasse
alla carriera politica Winston Churchill rispose: 'La capacità di
prevedere che cosa succederà domani, il mese prossimo e l'anno
prossimo; e la capacità di spiegare in seguito perchè quanto era
stato previsto non è accaduto...'
Nell'ultimo post ho
enumerato le 4 catastrofi in corso ed in espansione-accelerazione.
Ora vorrei chiarire
quali sono i livelli meta-catastrofici in cui ci dibattiamo:
-il primo livello è
quello appunto, già descritto, che va per tipologie (catastrofe
economica, ecologica, sanitaria, militare) ;
-il secondo è
relativo alla gestione catastrofica delle catastrofi di cui al
livello 1: dopo un eccessivo ed insensato contenimento, ora si va
verso una apertura troppo rapida e totale, con una gestione alla
cieca, pur di favorire compulsive ripartenze. Il padre padrone
carceriere si trasforma nel padre lassista ed abbandonico; e molti
dei suoi figli passano dall'estrema obbedienza e diligenza alla più
totale, furiosa e contagiosissima incoscienza. Meno male che
qualche medico lo dice, ma -sino alla prossima epidemia- ormai non lo si
ascolterà più:
-e proprio qui si
giunge al terzo livello catastrofizzante: consiste
nell'imperturbabilità ed impermeabilità della predetta compulsività
spontanea, automatica ed irragionevole di cui al livello 2: nessun
ripensamento, nessuna revisione critica delle nostre premesse emerge
all'orizzonte: solo la tecnica arriva a supplire, ancora una volta,
ad una terribile e tragica assenza di visione e di lungimiranza. La
politica si limita ad una governance di ammortizzatori e
tamponamenti, e continua solo a tappare falle disperatamente, senza
più neanche badare all'esistenza o meno dello scafo.
Non appaiono
possibilità di intervento critico e democratico su quel che avviene;
già difficile e malvisto l'esprimere opinioni discordanti; il
problema continua ad essere affrontato come se fossimo dentro un
contesto di 'scienza normale' e non come se stessimo invece
attraversando uno 'stato critico-catastrofico' che necessiterebbe di
una 'rivoluzione paradigmatica; ed in ogni caso, anche se qualcuno ci
provasse, non verrebbe ascoltato e non avrebbe alcuna influenza:
verrebbe e viene rimosso, in quanto incompatibile con il paradigma
dominante, almeno per ora.
Queste tre
dimensioni in circolo appaiono irreversibilmente e ineluttabilmente
foriere di meta-catastrofi: non si vede infatti come un sistema così
strutturato (e così bloccato) possa trovare risorse e modalità di
auto-modificazione proattiva; solo le catastrofi potranno cambiarlo,
ma a costo -tragicamente e probabilmente- della sua (e nostra) stessa
esistenza in vita.
Ma i passaggi
dell'attuale ripartenza appaiono allarmanti ed inquietanti anche per
altri motivi:
- si parla di un miliardo di mascherine al mese solo in Italia da qui a fine anno; l'usa e getta andrà a moltiplicare l'inquinamento da microplastiche; ma se continuiamo ad inquinare per proteggere la nostra vita di umani, semplicemente la perderemo;
- già dalle 00.01 del 18 hanno riaperto alcune chiese e alcune birrerie; i religiosi delle due parti non potevano resistere: sappiamo già quale delle due fedi vincerà (ha già vinto) la gara;
- riaprono parrucchieri ed estetiste, ma le Università restano chiuse, lì tutto tace: è più comodo così per tutti (docenti, studenti, amministrativi, rettorato). La cultura può attendere: vuoi mettere la crescita educativa con le urgenze della ricrescita pilifera ?
- emergono vecchie e nuove povertà, ma si continua a non poter distinguere tra quelle vere e quelle false. Con tutto il rispetto per i poveri ed i nuovi impoveriti veri (milioni), ho la sgradevole sensazione che le lamentazioni di molti imprenditori e commercianti improvvisamente senza mezzi ci possano dire due cose: o che abbiano i soldi, ma facciano finta di non averli; o che non ce li abbiano davvero, ma allora mi chiedo: come, dove e perchè li hanno spesi prima dell'epidemia ? Come non hanno risparmiato quando sono stati agiati ? Non è che si tratti di consumi eccessivi, spese superflue o indotte, compiuti quando le vacche erano ancora grasse ? Non sarebbe necessario allora rivedere il sistema di produzione e consumo, procedere ad una decrescita volontaria, ad una maggiore sobrietà di vita ? No, si sceglie di andare avanti come se niente fosse accaduto, e cosi si procede verso l'abisso del consumismo coatto e della decrescita infelice.
Nessun commento:
Posta un commento