mercoledì 20 maggio 2020

la rinco...scienza


Quando gli chiesero quali fossero a suo avviso le qualità più importanti per un giovane che aspirasse alla carriera politica Winston Churchill rispose: 'La capacità di prevedere che cosa succederà domani, il mese prossimo e l'anno prossimo; e la capacità di spiegare in seguito perchè quanto era stato previsto non è accaduto...'


Nell'ultimo post ho enumerato le 4 catastrofi in corso ed in espansione-accelerazione.
Ora vorrei chiarire quali sono i livelli meta-catastrofici in cui ci dibattiamo:

-il primo livello è quello appunto, già descritto, che va per tipologie (catastrofe economica, ecologica, sanitaria, militare) ;

-il secondo è relativo alla gestione catastrofica delle catastrofi di cui al livello 1: dopo un eccessivo ed insensato contenimento, ora si va verso una apertura troppo rapida e totale, con una gestione alla cieca, pur di favorire compulsive ripartenze. Il padre padrone carceriere si trasforma nel padre lassista ed abbandonico; e molti dei suoi figli passano dall'estrema obbedienza e diligenza alla più totale, furiosa e contagiosissima incoscienza. Meno male che qualche medico lo dice, ma -sino alla prossima epidemia- ormai non lo si ascolterà più:

-e proprio qui si giunge al terzo livello catastrofizzante: consiste nell'imperturbabilità ed impermeabilità della predetta compulsività spontanea, automatica ed irragionevole di cui al livello 2: nessun ripensamento, nessuna revisione critica delle nostre premesse emerge all'orizzonte: solo la tecnica arriva a supplire, ancora una volta, ad una terribile e tragica assenza di visione e di lungimiranza. La politica si limita ad una governance di ammortizzatori e tamponamenti, e continua solo a tappare falle disperatamente, senza più neanche badare all'esistenza o meno dello scafo.
Non appaiono possibilità di intervento critico e democratico su quel che avviene; già difficile e malvisto l'esprimere opinioni discordanti; il problema continua ad essere affrontato come se fossimo dentro un contesto di 'scienza normale' e non come se stessimo invece attraversando uno 'stato critico-catastrofico' che necessiterebbe di una 'rivoluzione paradigmatica; ed in ogni caso, anche se qualcuno ci provasse, non verrebbe ascoltato e non avrebbe alcuna influenza: verrebbe e viene rimosso, in quanto incompatibile con il paradigma dominante, almeno per ora.

Queste tre dimensioni in circolo appaiono irreversibilmente e ineluttabilmente foriere di meta-catastrofi: non si vede infatti come un sistema così strutturato (e così bloccato) possa trovare risorse e modalità di auto-modificazione proattiva; solo le catastrofi potranno cambiarlo, ma a costo -tragicamente e probabilmente- della sua (e nostra) stessa esistenza in vita.

Ma i passaggi dell'attuale ripartenza appaiono allarmanti ed inquietanti anche per altri motivi:
  • si parla di un miliardo di mascherine al mese solo in Italia da qui a fine anno; l'usa e getta andrà a moltiplicare l'inquinamento da microplastiche; ma se continuiamo ad inquinare per proteggere la nostra vita di umani, semplicemente la perderemo;
  • già dalle 00.01 del 18 hanno riaperto alcune chiese e alcune birrerie; i religiosi delle due parti non potevano resistere: sappiamo già quale delle due fedi vincerà (ha già vinto) la gara;
  • riaprono parrucchieri ed estetiste, ma le Università restano chiuse, lì tutto tace: è più comodo così per tutti (docenti, studenti, amministrativi, rettorato). La cultura può attendere: vuoi mettere la crescita educativa con le urgenze della ricrescita pilifera ?
  • emergono vecchie e nuove povertà, ma si continua a non poter distinguere tra quelle vere e quelle false. Con tutto il rispetto per i poveri ed i nuovi impoveriti veri (milioni), ho la sgradevole sensazione che le lamentazioni di molti imprenditori e commercianti improvvisamente senza mezzi ci possano dire due cose: o che abbiano i soldi, ma facciano finta di non averli; o che non ce li abbiano davvero, ma allora mi chiedo: come, dove e perchè li hanno spesi prima dell'epidemia ? Come non hanno risparmiato quando sono stati agiati ? Non è che si tratti di consumi eccessivi, spese superflue o indotte, compiuti quando le vacche erano ancora grasse ? Non sarebbe necessario allora rivedere il sistema di produzione e consumo, procedere ad una decrescita volontaria, ad una maggiore sobrietà di vita ? No, si sceglie di andare avanti come se niente fosse accaduto, e cosi si procede verso l'abisso del consumismo coatto e della decrescita infelice.

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