Se un uomo mi tiene a distanza,
la
mia consolazione viene dal fatto
che tiene a distanza anche se
stesso.
J.Swift
La civiltà del
diritto europeo trova una delle sue radici nell' habeas corpus.
Oggi, i diritti che
derivano dall'avere-essere un corpo appaiono da un lato pienamente
-ma anche perversamente- realizzati, dall'altro totalmente aboliti.
Realizzati -ma
perversamente- perchè si riconosce allo stato il diritto di
proteggere il corpo dei suoi cittadini e di salvaguardarne la
sopravvivenza fisica, anche a discapito di tutto il resto, di tutti
gli altri suoi diritti.
Come è potuto
avvenire ?
'E' la paura
della morte a spingere il servo a sottomettersi all'Altro. Egli
preferisce la servitù alla minaccia della morte. Egli si
aggrappa alla nuda vita...Chi non è libero di fronte alla morte, non
rischia la vita....E non rischia la morte: per questo diviene servo e
lavora.
Lavoro e nuda vita sono strettamente
correlati. Sono reazioni alla negatività della morte.
La difesa della nuda vita si
acutizza oggi nell'assolutizzazione e feticizzazione della salute.
Lo schiavo moderno la preferisce
alla sovranità e alla libertà.
Egli assomiglia a quell''ultimo
uomo' di Nietzsche, per il quale la salute in quanto tale
rappresenta un valore assoluto. Essa viene innalzata a 'divinità
suprema':
'Si sta attenti alla salute. 'Noi
abbiamo inventato la felicità', dicono gli ultimi uomini e
ammiccano'.
Dove la nuda vita viene santificata,
la teologia cede il passo alla terapia- ovvero la terapia si fa
teologica...
L'Eros...rifiuta il lavoro come pure
la nuda vita: Perciò il servo, che si attiene alla nuda vita e
lavora, è incapace di un'esperienza erotica, di un desiderio
erotico...
Il capitalismo assolutizza la nuda
vita. La sua coercizione ad accumulare e a produrre si rivolge contro
la morte, che gli appare come una perdita assoluta. Fatto deplorevole
per Aristotele, perchè esso non si cura della buona vita, ma
soltanto della nuda vita:
'La causa di questo atteggiamento è
l'affaticarsi intorno a quelle cose che permettono di vivere, senza
preoccuparsi di vivere bene'. (Byung-Chul Han, Eros in agonia).
Solo a partire da
questa prospettiva di lettura si può capire perchè gli ultimi mesi
ci hanno rivelato questa nostra malattia profonda che, da
asintomatica o paucisintomatica, si è venuta a palesare nella sua
evidenza e nei suoi sintomi acuti e, purtroppo, probabilmente
tendenti -da ora in poi- alla cronicità.
Solo da qui
possiamo capire la quieta accettazione della detenzione e del
distanziamento, la passione per i dispositivi, la claustrofilia
generalizzata, la spinta all'iperprotezione immunizzante.
(Si iniziano a
vedere ragazzine in posa che si fanno i selfie indossando mascherine
fashion, dopo che milioni di ragazzi sono rimasti chiusi in casa a
chattare e giocare alla play per giorni e mesi interi...!)
La paura di morire
si rivela più mortifera del morire stesso, e ci induce a
sterilizzare la vita alle radici.
Gentile coronavirus, ci vuole
parlare delle sue origini?
È una domanda a cui non so
rispondere. Io sono materia, non so da dove vengo. So delle polemiche
sulla mia origine, ma un pezzo di pane non sa da quale forno viene.
Io faccio il virus, non sono interessato ad altro.
Si rende conto di quanti danni sta
facendo?
Questa domanda è incomprensibile.
Io sono materia, incontro cellule, non so nulla della vita e della
morte delle persone, so di vicende piccolissime. Coi vostri strumenti
state portando luce in un mondo infimo, ma dovete sapere che io sono
già una creatura grande, ci sono tantissime cose ancora più piccole
e dentro queste cose piccole c’è un qualcosa di così infimo che
io al confronto sembro un elefante.
Perché sei più presente in certi
posti e in altri meno?
Io sono un autostoppista. Vado con
chi mi porta. Non amo i luoghi caldi e asciutti, non amo l’aria
pulita, amo l’aria sporca, le onde elettromagnetiche. Navigo
nell’aria da un respiro all’altro, cado sulle cose, ma lì non ci
sto bene, io sto bene nella vostra gola e poi nella bella casa dei
vostri polmoni.
Non ti senti un poco vigliacco a
colpire di più gli anziani?
Io colpisco chi è stanco, chi è
malato, chi ha preso poca luce. Amo le persone che parlano, che
stanno vicine, chi è da solo io lo schifo. Mi piacciono le case di
riposo, quell’aria ferma, quei salotti in cui la cosa più animosa
è la televisione, mi piacciono gli ospedali, io faccio la mia luna
di miele negli ospedali.
Ti dovremo combattere con un vaccino
o te ne andrai prima?
Me ne sto già andando, il mio
viaggio dalle vostre parti sta già finendo, poi tornerà magari
qualche mio cugino. Voi dovete fare molta attenzione al mondo
piccolissimo, siete troppo attenti ai vostri giocattoli, pensate alle
fabbriche, al denaro, pensato alla vita che vi aspetta quando io sarò
sconfitto, ma vi sbagliate. L’errore non sono io, non sono io
l’intruso. Il mio consiglio è che voi dovete convincervi di essere
un pezzo di materia vagante, come tutti. Le vostre classificazioni
non servono più a niente. Non esiste neppure la malattia e la
salute, neppure la morte e la vita, ci sono vicende, ci sono salti,
apparizioni. E tutto si svolge con cambi di scena continui. Io ora
non sono quello che ero due mesi fa e sarò ancora un’altra cosa
fra due mesi.
Ti piace il nostro mondo?
Voi non avete un vostro mondo, come
noi virus non ne abbiamo uno nostro, siamo storie che aprono altre
storie, non ci sono recinti, non ci sono nascondigli per nessuno. E
non ci sono vicende più importanti. C’è qualcosa che accade. Se
non fosse arrivata quella che voi chiamate pandemia sarebbero morte
più o meno le stesse persone, ci sarebbe stato qualche morto in più
per incidente, per crepacuore, per suicidio. In fondo un male non si
aggiunge, semplicemente sostituisce altri mali. E poi chi ha deciso
che essere vivi è meglio che essere morti, che ne sapete voi della
morte?
Come vedi il nostro futuro?
Non mi intendo di futuro e men che
mai del vostro. Direi che state parlando troppo di quello che dovrete
fare dopo, ma dopo di che? Ogni giornata è tutto, non c’è un
prima e un dopo. Dovete pensare che ci sono due cose, la materia e il
tempo. La materia attraversa il tempo e il tempo attraversa la
materia. Da qui nasce tutto, una lacrima, un bacio, un colpo di
tosse.
L’intervista impossibile di Franco
Arminio al coronavirus: “Non sono io l’intruso”,
https://www.fanpage.it/cultura/lintervista-impossibile-di-franco-arminio-al-coronavirus-non-sono-io-lintruso/
E da qui può
partire il secondo ragionamento: l'abolizione del corpo, il non
habeas corpus.
Questi ragazzi, ma
anche quasi tutti gli adulti -e non solo gli anziani a rischio-, se
ne sono stati in casa, quasi come se non avessero più un corpo:
ordinando a distanza anche la spesa, passando le giornate davanti
agli schermi, in una sorta di auto-abbandono passivo ed inerte.
Come se non avere
più un corpo non fosse poi una così grave perdita.
Fare il morto per
sopravvivere alla mortificazione subita, prima dalla produttività
stressante, ora dall'inerzia imposta dallo stato.
Così i corpi sono
stati negletti ed abbandonati: negletti, in primo luogo, perchè
trasformati in massa di oggetti indifferenziati. Gli stati hanno
decretato regole uniche ed univoche per tutti, indipendentemente
dalle differenze esistenti e manifeste. Anche in questa fase di
riapertura-allentamento si è proseguito sulla stessa linea seguita
nella chiusura-irregimentazione: i lombardi sono stati trattati come
i molisani o i sardi, saltando qualunque considerazione che
riguardasse i corpi, i loro rischi e potenzialità differenti, quelli
iscritti nella loro vita reale ed anche nella stessa diversa
contabilità algoritmica. Corpi negletti quindi in quanto portatori
di differenza irriducibile, ridotta invece a numero, indistinta e
ingabbiata in un'unica massa impotente.
Negletti poi in
quanto corpi portatori di uguaglianza: i corpi sottoposti a cura
vanno insieme ai milioni di corpi trascurati, lasciati ammalati in
casa ad attendere tamponi mai arrivati o destinati a cercare
inutilmente risposte al telefono; agli studenti senza scuola e senza
computer; ai disabili senza assistenza e contatti; ai malati non
covid, messi in lista d'attesa ancor più sine die...
Ed infine ai corpi
dei morti, oggetti abbandonati, senza culto e a dispetto di ogni
cultura umana.
Corpi lasciati
morire da soli, annullati, rimossi, seppelliti e scomparsi, come
quelli di reduci non tornati dalla guerra.
Ma tutto questo
deve essere al più presto dimenticato, tamponato, rimosso.
Bisogna tornare a
lavorare, è la ripartenza, babe ! (ma non era stato il virus a
prenderci in contropiede ?).
La corsa ricomincia
e 'non si dovrà lasciare indietro nessuno!' (mi raccomando, come
sempre...)
Dovremmo smetterla:
di vivere così e di consolarci con slogan falsi ed ipocriti.
Perchè questa
ulteriore mortificazione dei corpi resterà in profondo nei nostri
corpi e strutturerà le sfiducie, i risentimenti, le angosce, le
nevrosi (ed i rivolgimenti, e le rivolte ?) del prossimo futuro.
Non è vero che
'niente sarà più come prima'.
Sarà tutto come
prima, ma ancora un po' peggiore...
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