Renzi: Hanno
votato due milioni di persone. Come si fa a dire che il PD è un
partito personale ?
Traduzione:
il PD si è definitivamente trasformato in PDR (partito di Renzi, cioè mio)
Quasi
in milione di votanti in meno, quasi tutti delle regioni ex-rosse.
Che
non voteranno o voteranno altro alle prossime elezioni politiche.
Lo
so, ma chi se ne frega.
Non
sarà una rivincita, ma un nuovo inizio. E' un libro bianco quello
che si apre.
Traduzione:
il prossimo congresso non farà prigionieri, mi prenderò tutto il
partito ancora più di prima, visto che ho stravinto col 70% dei
voti. E il prossimo governo lo farò insieme a Berlusconi,
finalmente!
Orlando:
resterò dentro il partito perchè alla fine tutto il PD ci darà
ragione e seguirà la nostra linea.
Traduzione:
proseguirò a fare il finto
tonto lì dentro, come un pesce in barile. Lo sguardo da triglia ce
l'ho già di default. Sino a quando non ci costringeranno a morire.
Emiliano:
resterò dentro il partito e darò battaglia su tutto.
Traduzione:
da dov'è che si esce ? E verso
chi ? Qui non c'è più niente da fare, è finita.
Litigherò
sino al congresso, per salvare la faccia, Ma poi...
Commento:
La politica non sa più più
cosa sia la verità.
Tutto
viene detto, fuorchè quel che si pensa.
Tutto
è trasparente e pubblico, fuorchè quel che importa.
Tutto
si deve dire, fuorchè quel che si dovrebbe.
Ieri
sono andato a vedere la versione cinematografica de 'Il cerchio', dal
romanzo di Dave Eggers.
Il
libro mi aveva molto colpito, ed anche il film -pur molto più piatto
e semplificato- non è male.
Ritornano
molti cari temi: la cura come dominio, la trasparenza come controllo,
la rete come finta democrazia e vero totalitarismo, la sicurezza come
valore assoluto, la verità come postverità.
Tutto
-nel libro e nel film- avviene in diretta, sugli schermi degli
smartphone, tra tutti gli interconnessi del mondo.
La
politica è ormai totalmente divorata dal Cerchio, che ne controlla
le idee e i voti.
Ma
tutto avviene dolcemente, con amore e col sorriso anfetaminico sulle
labbra, tra una festa e l'altra, immersi nei suoni e nella natura.
Non
vi è parvenza di oppressione o repressione, tutto avviene in modo
soft.
Ma
la sensazione di essere in gabbia è totale.
Durante
il film, nella poltrona a fianco, una ragazzina bionda, con le unghie
finte e l'ombelico di fuori, ha continuamente smanettato con lo
smartphone, guardando solo alcune scene a intermittenza, languida e
ansiosissima.
De
te fabula narratur...
Mi
angosciava avere a fianco lei, molto più che il film.
All'uscita
dal cinema, già da viale Trieste si sentivano i suoni della festa
serale dedicata a Sant'Efisio. Balli sardi, launeddas, fisarmoniche,
costumi preziosi sul palco.
Ma
anche tanta gente che ballava nella piazza, in cerchio o a coppie.
Sapevo
che la messinscena era finta, folkloristica, fatta per i turisti.
Ma
la gente sembrava vera, sembrava godersela veramente.
Sembrava
un vero paese, ancora vivo, che invadeva una metropoli lontana e
ormai aliena da tutto questo. Ho avuto la sensazione che potesse
esistere un popolo, e che era lì, presente.
Solo
una bella illusione, lo so: ma mi ha commosso.
L'umanità vista da fuori è un incubo. Vista al confine ti emoziona, perchè bene o male ne sei parte. Quando c'entri ti abitui.
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