lunedì 1 maggio 2017

to be a good man ?

Poiché, certamente, sono in molti a veder chiaro che la struttura sociale sempre più predominante nel nostro paese è deleteria per ogni manifestazione di eccellenza e alta umanità, perchè non sono in più a parlarne francamente e a propugnarne il mutamento ?
E' una questione importante e credo che la risposta sia terribile: la gente è talmente istupidita dal modo in cui si svolgono gli affari e la politica al giorno d'oggi, che non è più capace di immaginare un'alternativa qualsiasi al mondo in cui viviamo...
Tale istupidimento non è che l'inevitabile, malefico effetto del nostro stesso tipo di rete organizzativa: il sistema si accaparra i mezzi e il capitale disponibili, compra in blocco tutta l'intelligenza che può e soffoca le voci di dissenso, e poi si proclama, in modo irrefutabile, l'unica società possibile, dal momento che non si può concepire altro.
Queste sono le circostanze in cui la gente si adatta a un sistema perchè 'non ci sono alternative'.
E quando non si può più pensare a nulla di praticamente realizzabile, si finisce per non pensare più affatto.

Gli operai industriali semispecializzati rappresentano la categoria più vasta dei lavoratori. Da parte di grandi compagnie si sono introdotti gli accorgimenti dell'antropologia applicata per accrescere la lealtà degli uomini verso l'azienda; ma si tratta chiaramente di un tentativo senza speranza , poiché si è constatato che l'enorme maggioranza di costoro non ha alcun interesse per il lavoro, non potrebbe averne di meno, e non è possibile indurli a provarne di più.
Ma questo non avviene a causa delle paghe o degli orari, né delle condizioni di lavoro, né della gestione dell'azienda. Gli operai sono indifferenti al lavoro per la sua intrinseca natura, poiché esso non richiede capacità particolari, non è 'interessante', non è 'loro', non ci si sentono 'dentro', ciò che producono non è realmente utile.
Penso che l'importanza data alla Sicurezza sia, in larga misura, un effetto della reazione rassegnata alla propria incapacità di rendersi conto se il lavoro delle proprie mani sia utile a qualche cosa; perchè, in una condizione normale di vita, se quel che facciamo è utile. Abbiamo la sicurezza di essere necessari...Ciò è indicato dall'importanza capitale che i lavoratori attribuiscono all'essere 'dentro' alle cose, e all''apprezzamento del lavoro fatto'.
Questi uomini vorrebbero un lavoro valido, che sia in qualche modo 'loro', e non possono averlo.
Non è questo 'lo spreco delle nostre risorse umane' ?

Passiamo ora a considerare le prospettive di lavoro delle persone dotate di intelligenza verbale.
Per quelli che appartengono a questo gruppo il problema di trovare un lavoro da uomo è più difficile, e la loro disillusione più pungente; e ciò, semplicemente, perchè costoro non possono astenersi dal porre questioni di carattere più generale, ad esempio sull'utilità del lavoro.
L'indifferenza' del lavoratore più intelligente tende ad apparire più nettamente come rassegnazione profonda, ed il suo cinismo si acuisce ancora oltre.
Supponiamo che il nostro giovane di divenire insegnante di scuola elementare.
Coloro che vi si dedicano non sono facili a soccombere al cinismo o all'indifferenza; i bambini sono troppo vivi e immediati perchè gli insegnanti possano diventare insensibili.
Ma come possono, gli insegnanti, non provare disperazione prima, e rassegnazione poi, essendo i sistemi scolastici quello che sono ?
La rassegnazione si determina, psicologicamente, nel modo seguente. Frustrati nella loro azione essenziale, non possono tuttavia mandare al diavolo il lavoro, così l'ira si ripiega su se stessa e diventa rassegnazione.
(Naturalmente, l'insegnante rassegnato può poi assumere un viso contento e continuare ad essere molto attivo).

Che accade, poi, a coloro che, dotati di intelligenza verbale, non si sentono portati ad una professione di pubblica utilità e non hanno nessuna particolare inclinazione scientifica o artistica?
I più entrano nella cerchia del commercio, del divertimento, della direzione d'affari e della propaganda commerciale. Si può dire subito che qui non è il caso di parlare di utilità o di onore, e quindi un ragazzo che mira ad una carriera da uomo non la cercherà qui. Ma, anche se possiamo sorvolare sugli aspetti penosi e spiacevoli di queste professioni ben pagate, esse sono per noi di particolare interesse per il modello che offrono all'adolescente.
Consideriamo gli uomini e le donne che fanno pubblicità televisiva presentando un prodotto o cantando canzonette pubblicitarie. Sono pagliacci e manichini nell'espressione del volto, nell'atteggiamento e nella voce.
Sono esseri umani che eseguono e organizzano questo lavoro (tra l'approvazione generale, oltre tutto). Essi non sono buoni modelli per il ragazzo che cerchi un lavoro da uomo, utile e necessario in se stesso, che richieda energie e capacità da uomo, e che possa essere svolto con onore e dignità.
Ma la valutazione di questi personaggi è molto diversa.
Scrive ad esempio Jackie Robinson: 'Al Senato suggerii di valersi delle celebrità e dei divi dello sport, dello schermo, del teatro e della televisione. Essi possono collaborare avvicinando ragazzi delinquenti. Offrendo 'eroi' positivi che i ragazzi conoscono e con cui possono parlare, potrebbero contribuire ad incanalare in senso buono e positivo le lorol normali aspirazioni al prestigio e ad una posizione sociale.'
Così, quando ad una rappresentanza di studenti secondari dell'Oklahoma, fu chiesto chi avrebbero voluto essere, fra le persone viventi, i ragazzi indicarono Pat Boone, Ricky Nelson e Eisenhower, mentre le ragazze scelsero Debbie Reynolds, Elisabeth Taylor e Natalie Wood.



Paul Goodman (in questi brani tratti dal fantastico 'La gioventù assurda. Problemi dei giovani nel sistema organizzato', scritto niente di meno che nel 1956, ma di un'attualità e di una lucidità sconcertanti) parla oggi agli elettori tutti, ed in particolare agli elettori del PD , ai votanti e ai candidati delle sue Primarie; ed anche a chi -oggi come ieri- blatera di lavoro, centralità e dignità del lavoro, imprescindibilità del lavoro, etc etc, mentre intanto fa la festa ai lavoratori, il lavoro muore, e la vita (forse) è altrove.

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