Poiché,
certamente, sono in molti a veder chiaro che la struttura sociale
sempre più predominante nel nostro paese è deleteria per ogni
manifestazione di eccellenza e alta umanità, perchè non sono in più
a parlarne francamente e a propugnarne il mutamento ?
E'
una questione importante e credo che la risposta sia terribile: la
gente è talmente istupidita dal modo in cui si svolgono gli affari e
la politica al giorno d'oggi, che non è più capace di immaginare
un'alternativa qualsiasi al mondo in cui viviamo...
Tale
istupidimento non è che l'inevitabile, malefico effetto del nostro
stesso tipo di rete organizzativa: il sistema si accaparra i mezzi e
il capitale disponibili, compra in blocco tutta l'intelligenza che
può e soffoca le voci di dissenso, e poi si proclama, in modo
irrefutabile, l'unica società possibile, dal momento che non si può
concepire altro.
Queste
sono le circostanze in cui la gente si adatta a un sistema perchè
'non ci sono alternative'.
E
quando non si può più pensare a nulla di praticamente realizzabile,
si finisce per non pensare più affatto.
Gli
operai industriali semispecializzati rappresentano la categoria più
vasta dei lavoratori. Da parte di grandi compagnie si sono introdotti
gli accorgimenti dell'antropologia applicata per accrescere la lealtà
degli uomini verso l'azienda; ma si tratta chiaramente di un
tentativo senza speranza , poiché si è constatato che l'enorme
maggioranza di costoro non ha alcun interesse per il lavoro, non
potrebbe averne di meno, e non è possibile indurli a provarne di
più.
Ma
questo non avviene a causa delle paghe o degli orari, né delle
condizioni di lavoro, né della gestione dell'azienda. Gli operai
sono indifferenti al lavoro per la sua intrinseca natura, poiché
esso non richiede capacità particolari, non è 'interessante', non è
'loro', non ci si sentono 'dentro', ciò che producono non è
realmente utile.
Penso
che l'importanza data alla Sicurezza sia, in larga misura, un effetto
della reazione rassegnata alla propria incapacità di rendersi conto
se il lavoro delle proprie mani sia utile a qualche cosa; perchè, in
una condizione normale di vita, se quel che facciamo è utile.
Abbiamo la sicurezza di essere necessari...Ciò è indicato
dall'importanza capitale che i lavoratori attribuiscono all'essere
'dentro' alle cose, e all''apprezzamento del lavoro fatto'.
Questi
uomini vorrebbero un lavoro valido, che sia in qualche modo
'loro', e non possono averlo.
Non
è questo 'lo spreco delle nostre risorse umane' ?
Passiamo
ora a considerare le prospettive di lavoro delle persone dotate di
intelligenza verbale.
Per
quelli che appartengono a questo gruppo il problema di trovare un
lavoro da uomo è più difficile, e la loro disillusione più
pungente; e ciò, semplicemente, perchè costoro non possono
astenersi dal porre questioni di carattere più generale, ad esempio
sull'utilità del lavoro.
L'indifferenza'
del lavoratore più intelligente tende ad apparire più nettamente
come rassegnazione profonda, ed il suo cinismo si acuisce ancora
oltre.
Supponiamo
che il nostro giovane di divenire insegnante di scuola elementare.
Coloro
che vi si dedicano non sono facili a soccombere al cinismo o
all'indifferenza; i bambini sono troppo vivi e immediati perchè gli
insegnanti possano diventare insensibili.
Ma
come possono, gli insegnanti, non provare disperazione prima, e
rassegnazione poi, essendo i sistemi scolastici quello che sono ?
La
rassegnazione si determina, psicologicamente, nel modo seguente.
Frustrati nella loro azione essenziale, non possono tuttavia mandare
al diavolo il lavoro, così l'ira si ripiega su se stessa e diventa
rassegnazione.
(Naturalmente,
l'insegnante rassegnato può poi assumere un viso contento e
continuare ad essere molto attivo).
Che
accade, poi, a coloro che, dotati di intelligenza verbale, non si
sentono portati ad una professione di pubblica utilità e non hanno
nessuna particolare inclinazione scientifica o artistica?
I
più entrano nella cerchia del commercio, del divertimento, della
direzione d'affari e della propaganda commerciale. Si può dire
subito che qui non è il caso di parlare di utilità o di onore, e
quindi un ragazzo che mira ad una carriera da uomo non la cercherà
qui. Ma, anche se possiamo sorvolare sugli aspetti penosi e
spiacevoli di queste professioni ben pagate, esse sono per noi di
particolare interesse per il modello che offrono all'adolescente.
Consideriamo
gli uomini e le donne che fanno pubblicità televisiva presentando un
prodotto o cantando canzonette pubblicitarie. Sono pagliacci e
manichini nell'espressione del volto, nell'atteggiamento e nella
voce.
Sono
esseri umani che eseguono e organizzano questo lavoro (tra
l'approvazione generale, oltre tutto). Essi non sono buoni modelli
per il ragazzo che cerchi un lavoro da uomo, utile e necessario in se
stesso, che richieda energie e capacità da uomo, e che possa essere
svolto con onore e dignità.
Ma
la valutazione di questi personaggi è molto diversa.
Scrive
ad esempio Jackie Robinson: 'Al Senato suggerii di valersi delle
celebrità e dei divi dello sport, dello schermo, del teatro e della
televisione. Essi possono collaborare avvicinando ragazzi
delinquenti. Offrendo 'eroi' positivi che i ragazzi conoscono e con
cui possono parlare, potrebbero contribuire ad incanalare in senso
buono e positivo le lorol normali aspirazioni al prestigio e ad una
posizione sociale.'
Così,
quando ad una rappresentanza di studenti secondari dell'Oklahoma, fu
chiesto chi avrebbero voluto essere, fra le persone viventi, i
ragazzi indicarono Pat Boone, Ricky Nelson e Eisenhower, mentre le
ragazze scelsero Debbie Reynolds, Elisabeth Taylor e Natalie Wood.
Paul
Goodman (in questi brani tratti dal fantastico 'La gioventù assurda.
Problemi dei giovani nel sistema organizzato', scritto niente di meno
che nel 1956, ma di un'attualità e di una lucidità sconcertanti)
parla oggi agli elettori tutti, ed in particolare agli elettori del
PD , ai votanti e ai candidati delle sue Primarie; ed anche a chi
-oggi come ieri- blatera di lavoro, centralità e dignità del
lavoro, imprescindibilità del lavoro, etc etc, mentre intanto fa la
festa ai lavoratori, il lavoro muore, e la vita (forse) è altrove.
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